I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

31.5.04

You shine on, Stephen

Ho praticamente letto tutto S. King (e non reagirò a provocazioni nei commenti): insieme a Yehousha è il mio scrittore preferito (insieme a tanti altri, per fortuna, ma questi due sono proprio gli scrittori del cuore e dell'anima e del cervello).
Con i libri di King a volte mi sono spaventata, quasi sempre divertita & commossa insieme, e mi sono goduta di pancia e di testa tutto quello che ha scritto, a qualunque livello. Ho imparato, sofferto, riflettuto, trascinata in mondi orrendi ma sempre in rigoroso rapporto con il reale, anche e soprattutto quando ambientati nell'incredibile.

Però forse Shining lo mollo. Sto troppo male. Erano anni (direi da Hotel New Hampshire) che un libro non mi torturava così: il dolore e il coraggio e la paura di Danny Torrance mi stanno facendo a pezzi.

Bella lì

Bloggare è come sbobinarsi il cervello.

30.5.04

Help sui vaccari tossici

Cowboy Junkies sono la mia band folk-intimista preferita fin dal primo LP.
Qualcuno che transita in zona per caso sa dirmi se l'ultimo CD One Soul Now meriti effettivamente i 19 euri dell'acquisto? Il bonus CD di cover mi attizza (coverizzano da urlo, i suddetti) ma non è che il CD principale è una cover di sé stessi?
Graz.

HSL

E' uscito già da un po', ce l'hanno pure a Feltrinelli, pure lì a otto euri che è il suo prezzo, come dovrebbe essere quello di tutti gli altri CD. Compratevelo, anche se Assalti Frontali vi fanno schifo. Se non altro per dimostrare che quando hanno un prezzo equo i CD li si vende, eccome. Non saranno i primi sulle rime, non saranno i primi su suoni o arrangiamenti, non faranno l'hip hop che cambia la scena, ma i testi restano tra quelli politicamente più maturi in Italia.

28.5.04

Regalino per il weekend

Sta girando per la rete peggio di un virus per XP, il bignamino su Berlusconi firmato (attribuito?) a Gianni Vattimo, e me lo linko anch'io. Si sa mai che nel weekend piova (fate le corna, ecco bene così, grazie), c'è da farsi una cultura in vista dei dibattiti a cena fuori prima delle prossime elezioni.
Anche se più ci penso e più mi rendo conto che non conosco nessuno che voti Berlusconi, il che mi preoccupa perché significa che non sono a contatto col quore pulsante del paese nazionalpopolare. Non che ci si stia male, a debita distanza.

Gonio rulez

Le avventure di Luca Cialtroni in trasferta a Rozzano.

I numeri e le idee

E' vero, per contare, in una democrazia, bisogna essere molti. Però molti con qualcosa in comune, e che sia qualcosina di più del fatto di tenere aggiornato un blog. E' questo che non mi torna nei ragionamenti di molti che accusano la blogosfera di nanismo e invisibilità: forse perché "non ci prendiamo sul serio", come scrive Mantellini, continuiamo a paragonarci a soggetti passivi, quando invece siamo produttori attivi di idee e informazione. Se domani ci fossero un milione di blog aggiornati, non per questo potremmo automaticamente diventare un soggetto politico: per farlo dovremmo avere un milione di blog con le stesse idee sugli stessi argomenti. La vedo dura, anche perché a quel punto il rumore sarebbe tale che tornerebbe a essere necessario una delega di autorità a qualcuno che comunque non potrebbe leggere tutti i blog. Ci siamo già passati: senza andare troppo lontano, è un po' l'attuale problema dei movimenti new global.

Ma i blogger non sono fruitori passivi: iniziamo a paragonare numericamente i blogger a chi influenza l'opinione pubblica e la determina. Ci sono più blogger o giornalisti? Più blogger o politici? Più blogger o scrittori? Più blogger o calciatori ;) Ecco. Non c'entra il peso percentuale sulla popolazione: c'entra la capacità delle proprie opinioni di entrare nel circuito di costruzione dell'opinione pubblica, senza dover cambiare pelle.

Per "influenzare veramente le decisioni della classe politica e/o esprimere una "propria" rappresentanza politica", come scrive Sergio, meglio UN Caravita che due milioni di nuovi blog; per portare fuori le istanze e lo stile e i valori di chi riversa in un blog la sua bella testolina non servono i numeri, servono le idee e la capacità di farle arrivare anche su altri mezzi. E mi sembra che lo stiamo già facendo, in fondo: l'importante è partecipare senza lasciarsi assimilare :)

Cose molto strane

Trovarsi al supermercato alle dieci di mattina di un giorno feriale.

27.5.04

Il colpo di grazia

Erezioni mancate, lingue in bocca, e per finirvi, la discussione sugli assorbenti interni. Dove si impara di che colore è il cordino e che c'è il problema di non infilarli storti :)

parabole discendenti

Alla fine degli anni '70, in un giorno come oggi, la prima notizia della Repubblica sarebbe stata questa.
Oggi, trent'anni dopo, in home page del quotidiano di (ex?) centrosinistra campeggia il discorso di Montezemolo, presidente di Confindustria. "Concertazione e innovazione", nientemeno.
Non so bene, ma se questi sono gli effetti del riformismo mi sa che era meglio restare irriformati.

Sulla deriva

Ho sempre avuto un debole per le derive, e per gli uomini che le sanno guidare. Non è un'ardita metafora: le derive sono piccole barche a vela, quelle che possono scuffiare (le barche a vela grandi, quelle dove prendi il sole e ti fai du' spaghi, in teoria e anche in pratica stanno sempre su).
Il primo uomo-deriva è stato Carlo: avevo 17 anni ed ero in vacanza con mio fratello al Valtur di Alimini (da soli, ma vicino casa, era il ragionamento dei miei). Ero partita dicendo alle amiche: "un uomo diverso ogni sera!". Ce la stavo anche facendo, ma Carlo è arrivato alla seconda sera e mi sono fermata dalle sue parti, anche perché era il capovela. Al tramonto si metteva una muta nera e veleggiava da solo al largo con il suo Laser. Alto, biondo, ah, che fico.
L'anno dopo, mi iscrivo di nascosto da mia madre al corso di vela della Lega Navale di Taranto. Non finisco neanche la prima lezione che arriva Emidio. Io preparavo gli esami di maturità, lui "Le ragazze carine fanno sempre il linguistico". Alto, biondo, anche lui con una propensione per le barche singole, tranne quando andavamo insieme a rubare le cozze. Mi ha lasciato perché andavo a studiare a Milano. Non ci ho mai creduto.
Sugli altri e su Caprera, sorvoliamo, anche perché sette anni dopo ricompare Carlo. La mia prima convivenza, a Torino e d'estate in una deliziosa casetta in Sardegna, quattro mura senza acqua né luce a pochi chilometri dal delirio di Palau. E una deriva. Un Caravelle, ribattezzato il Mattone; metterlo in acqua e riportarlo su, attraversando una strada che più che sterrata direi sbulinata, era un delirio, ma per una volta mi sono scatenata in un capriccio infinito, finchè la barca non era dove doveva essere, - in acqua - pronta a essere armata e partire, di solito per Spargi. E quando il vento era giusto - cioé al traverso, uguale all'andata e al ritorno - si poteva arrivare fino a Budelli (il sogno era arrivare fino in Corsica, vabbè).

Otto anni fa, era una splendida giornata di agosto, vento teso, quasi cattivo, il Mattone filava come se fosse una barca vera e per una volta avevo il culo in acqua e il grande gusto di tener piatta una barca con il tuo peso. Senza cinghie, senza scarpe (dio, che cazzata, in deriva senza scarpe). Il vento, il mare più bello del mondo, poca gente. Un attimo, uno scarso di vento, mi scivola il piede, capisco che mi sono fatta molto male, non sento nessun dolore. Tiro su il piede e guardo e vedo un dito che festoneggia sanguinolento. La Palahniuk che è in me ha guardato a lungo prima di urlare.

(cazzo. Mi sento male ancora oggi a scriverne).

Sorvoliamo sul resto. Sul ritorno, io incazzata come Achille e sotto shock, Carlo che doveva manovrare da solo, il sangue che non smetteva. Per fortuna eravamo in macchina e non in bici come al solito. Sorvoliamo sulla simpatica dottoressa della guardia medica che aveva fretta di tornare a Cagliari e mi ha messo sei punti senza anestesia e senza togliere sabbia e polvere dalla ferita. La guardia medica sembrava l'ascensore di Shining, la stronza mi molla al collega che "sta per arrivare" che guarda la ferita, si rifiuta di dimettermi e mi manda in ospedale a La Maddalena. 7 punti interni, 12 esterni su un solo dito del piede. Vacanze finite, anche se potevo ancora andare in bicicletta, anzi, potevo solo andare in bicicletta.

Non sono più salita su una deriva, tranne un piccolo tentativo tre anni fa in Sicilia. Una cazzata: vento forte e due pivelli a prua. La deriva è su? Certo che è su. Ma sei sicuro che è su? Certo che è su. La deriva non era su, e senza deriva non si vira, e insomma a momenti vedevo Gheddafi sul molo, più il panico di "non so più neanche virare". Quando siamo tornati in spiaggia - grazie a uno dei due, che infatti poi è diventato bravissimo, in deriva - ho imparato che l'espressione "mi tremano le ginocchia" corrisponde a un fenomeno fisiologico reale.
Mai più, mi sono detta.

Fino a domenica scorsa. Al fiocco, però. Bianca come una randa nuova, stretta in una muta troppo piccola, con le scarpe troppo grandi e tutta la diffidenza che una tarantina può avere per il lago. E su un 420, cioè una barca pensata per persone venti centimetri meno di me. E mi sono divertita. Mi sono anche dimenticata che avevo paura.
Ieri mi sono comprata la muta e il giubbotto salvagente. Al timone, per ora lascio l'ennesimo gran fico :), che però è piccolo e bruno e gli piacciono le barche biposto (qualcosa ho imparato, nella vita).

26.5.04

Ancora su Troy

Un interessante (LOL) punto di vista su Patroclo e l'esperta che chiude la bocca a tutti sui rapporti tra Troy e l'Iliade.

Disagio tecnologico

Né permalink, né commenti: non mi resta che cacciargli la lingua in bocca.

(a latere: mi sovviene orora che le foto del rodeo mica le ho linkate, qui sul blog. Ci fosse ancora qualcuno a digiuno di Rodeo (dubito) eccole qui nello splendore dei loro 23 mega - vanz)

mattinata libera primaverile del blogger di mezza età

Capitolo 1: All'Ufficio Elettorale
L'ufficio elettorale di Milano è in realtà la gabbia dei bradipi dello zoo di Sydney.
Sotto la luce malata di neon prodotti prima della caduta del Muro, esseri umanoidi a forma di pera vengono allevati per scopi presumibilmente scientifici. Gli umanoidi si muovono in bullet time, e lunghe file di casellari grigi rafforzano l'effetto Matrix. Per qualche insondabile ragione i casellari sono tappezzati di poster vintage primi anni 80 (Jon Bon Jovi ventenne, vedute panoramiche del Vajont ancora integro). Nell'aria aleggia il vago eco di una canzone di Natalino Otto, o forse è solo la mia immaginazione dopata dal respirare la polvere dei secoli, immobile in una sospensione eterna che nega le leggi della fisica. L'effetto da Isola del Dottor Moreau è straniante.

Capitolo 2: Dal Commercialista
Shocka per contrasto l'iperefficientismo lombardo di segretarie-cyborg in tailleur antiproiettile di Prada che guadagnano il triplo di me (tutto nell'arredamento lascia intuire il perché) e mi squadrano con la cordiale espressione del ricercatore che esamina un vetrino al microscopio, anche se non c'è il minimo segno di curiosità nell'iride elettronica da Terminator.
Entrare nell'androne del palazzo senza presentarsi formalmente al portiere (abbigliato Ralph Lauren, scarpe lucide) con il certificato di buona condotta fra i denti scatena in lui (esso?) rappresaglie sharoniane. Il che spiegherebbe il tailleur antiproiettile.


Capitolo 3: Giovani donne
Per un ultra-trentacinquenne ("quasi-quarantenne" è intollerabile) cresciuto in anni in cui costruirsi una soddisfacente educazione sessual-sentimentale sul campo era privilegio di pochi, la prima passeggiata nelle vie del centro quando esplode la primavera è fonte di meraviglie che si rinnovano ogni anno.
Istigate dall'oculata strategia di marketing di Britney Spears e Christina Aguilera, che svelano una nuova zona erotica a ogni tour, le attuali ventenni abbassano la vita dei jeans e alzano il margine inferiore delle t-shirt di qualche pollice ogni mese che passa, scoprendo decimetri quadrati di epidermide che non sospettavi nemmeno esistessero.
Passati i 35 ti ritrovi a spalancare poco dignitosamente occhi intimoriti davanti a ventenni per nulla a disagio, nella tradizionale posizione del coniglio immobile davanti ai fari dell'automobile in corsa. Il risultato è spesso analogo.
Comportamenti utili da tenere a mente: ricordare che guardarsi dall'esterno, in questi frangenti, non fa bene alla stima di sé. Pensare a quanti anni sono passati da quando si è sostenuto l'ultimo esame universitario (coincidendo più o meno con il primo, è facile da rammentare), ricomporsi rapidamente, chiudere la bocca, riportare i battiti sotto i 120 al minuto, pensare alla cosa più fredda, noiosa e antierotica che si conosce (con me funziona l'editoriale in prima pagina sul Corriere).

Capitolo 4: Botteghe Oscure
Scoprire che esistono negozi di calzature che si chiamano "Scarpe Diem: cogli l'ottimo" è di grande utilità per capire obiettivi e motivazioni di Al Qaeda.

25.5.04

Esami di stato

In bocca al lupo sorellina, l'albo degli psicologi si avvicina :)

Un consiglio disinteressato (dedicato a PB)

"Ma no, caro, non ti preoccupare, non c'è problema, può capitare, non è colpa tua..."

Ok, avete un problema, e in zone delicate. Il problema non è che sul più bello vi è calata l'erezione: il problema è che vi siete fermati, costringendo a fermarsi anche lei (o lui, perché no).
Andare avanti come se niente fosse, invece, è l'unica gestione sensata della molle faccenda: andare avanti non sperando che il simpatico ciondolino si risvegli, ma per farla venire. Come? Senza cazzo duro non sapete come fare? Non avete voglia di farlo? Niente erezione, niente partita? Questo è il problema, non una defaillance ogni tanto :)

NB: di tutte le ansie maschili, la più incredibile è la paura che se fai cilecca lei poi lo racconta alle amiche. Difficile che succeda: mentre una dice "non è colpa tua" facile che pensi "sono io che non lo eccito" e no, non è una cosa che ti diverti a raccontare.

24.5.04

Io le foto non le so fare

Frammenti sparsi di conversazioni del BlogRodeo live :)

Un mio amico con aria spaventata, guardando i concorrenti:
"Ma sono tutti amici tuoi?"

Un amico con aria ispirata, guardando me
"Sei bellissima"
(esitazione)
"No, scusami, sono ubriaco"
(panico)
"No, scusami, non nel senso che, uffa, vabbè, cazzo"

Mio marito, ubriaco
"Questa è gente che ha un bisogno gravissimo di distrarsi, la sera, come te"

Hotel Messico fissando il bar con aria epica, tra Jack Torrance e il Colonnello Kurtz
"Ma io vi conosco tutti, tutti"

Una mia amica fotografando gli stivali di Arkangel
"Ma allora li vendono!"

La Mente Suprema, serissimo
"Ma sai che la lavagnetta funziona benissimo come strumento di comunicazione a distanza?"

L'uomo che mette i dischi sorride a tutti e, come da tradizione, fa innamorare le ragazze.

Il minuetto. Ragazzi, un minuetto.

Il marito inglese di una mia amica
"It's so boring"

Ho ballato al suono delle voci dei Black Sound Machine, però con i miei amici dell'altra vita. Sturbante vederli nello stesso posto.

Labranca, frugando tra i Premi
"Ma qui c'era una camicetta..."

1000 e non più 1000

Questo è il millesimo post dei maestrinipercaso :-)
Presto, un campari!

23.5.04

[pippone] 911 is (not) a joke

Tarantino e una giuria di quasi sole donne fanno il colpo di mano a Cannes e premiano Fahrenheit 911, documentario politico di Michael Moore contro l'amministrazione Bush.
E' un evento epocale non solo per il chiaro schierarsi contro questa guerra di un gruppo di artisti, del Festival e dell'Europa del cinema, ma soprattutto per il sovvertimento delle rigide e obsolete regole dell'establishment culturale cinematografico, per il quale il documentario è un sottogenere mentre solo al tradizionale regista col megafono in mano e una troupe di 200 persone è consentito accedere al titolo di Cineasta.

E' un atteggiamento stantio, corporativo e ancien régime che non sa tenere conto dell'evoluzione della comunicazione audiovisiva, nella quale le vecchie distinzioni di genere e stile perdono ogni senso, vengono frullate dal basso e danno origine a una nuova forma di comunicazione ed espressione "crossover" che si fa beffe della tradizione. E va pure alla grande al botteghino.
E allora diventa davvero divertente vedere quel trombone di De Hadeln livido di rabbia per lesa maestà, nonché tutti i critici cinematografici over 50 che nei prossimi giorni cominceranno a piagnucolare dubbi sull'opportunità di premiare un documentario come Fahrenheit, perché il Cinema è un'altra cosa, perché insomma, la Sceneggiatura, l'Autore, l'Attore, il Critico, allora che ci stanno a fare?
Appunto.

L'unica meraviglia sta nel fatto che il cinema ci sia arrivato così tardi rispetto alla musica, dove i generi sono spariti da quel bel pezzo senza il rammarico di nessuno. Ma la critica musicale specialistica (lasciamo perdere i quotidiani) è paradossalmente amatoriale, cioè fatta da gente molto più giovane o comunque di mente aperta, che ama sinceramente quello che recensisce, e che è pronta a mettere in gioco le proprie convinzioni e le proprie affermazioni precedenti ogni volta che esce fuori qualcosa che nega e rivoluziona i suoi criteri di giudizio.

Al contrario ancora troppi giornalisti, soprattutto europei, sono cariatidi prigioniere dei loro nostalgismi d'infanzia. Il cinema è cambiato e ora la vera critica la fanno gli amatori,cioè gli spettatori stessi: se voglio sapere se andare a vedere un film vado su it.arti.cinema o su un blog come Zitti al Cinema, e non a leggere Nepoti o Mereghetti o, che iddio ci scampi, i da lungo tempo pensionabili Fofi o Kezich.
Finché il cinema è fermo a sé stesso come lo è stato fino a meno di dieci anni fa va ancora bene, ma quando il cinema si rinnova la critica diventa una cosa troppo importante per lasciarla fare ai critici.

Insomma, il vero merito di questa Palma d'Oro, al di là di quelli politici, sta nel premiare l'innovazione, l'evoluzione, il cambiamento. Ancora di più, nel riconoscere la morte dell'Autore, e il definitivo seppellimento di quella comoda ipocrisia che è sempre stata la separazione tra notizia e commento. Come insegna Biagi "non puoi raccontare una storia se non hai un punto di vista da cui raccontarla", e Michael Moore, con una vittoria che mescola Cinema, entertainment e politica, ha sdoganato questo concetto (si spera definitivamente) nel mondo del cinema.

Ora stiamo a vedere se il film trova una vera distribuzione USA come promesso da Miramax, ma se così non fosse ci apprestiamo a vedere il più oceanico e incontrollabile fenomeno di file sharing che la storia ricordi, con buona pace di Urbani e del suo datore di lavoro oltreoceanico, direttamente interessato a che il film non esca. Ma gli Stati Uniti al contrario dei paesi musulmani sono una Democrazia, quindi ciò non avverrà, giusto?

21.5.04

corrierati

Mentre il BlogRodeo assurge agli onori di ViviMilano, io non so assolutamente cosa mettermi stasera. Mi sono portata tre varianti, entrambe con tacco alto ma quadrato:

a) giacca bluette tagliata stile frac, pantaloni neri larghi a vita bassissima
b) maglietta nera con scollo quadrato con gonna lunga un po' zingarella
c) vestitino nero corto

Tanto lo so che resterò vestita come sono adesso :)

Troy!


Nr.1: è un kolossal hollywoodiano classico come Quelli di Una Volta, e ci voleva.
Nr.2: l'arme, l'amor eccetera, ma non aspettatevi Olmi che qui si ha a che fare col Mito, mica ci si può andare con delicatezza
Nr.3: ci è piaciuto. assai. che ci crediate o no.
Verificate voi stessi.

20.5.04

:-(


Jazz great Elvin Jones dead at 76

E se ne va un altro membro del leggendario Coltrane Quartet.
Elvin l'avevo visto dal vivo a Ravenna Jazz qualche anno fa. Era già ultrasettantenne ma bastonava i tamburi come quarant'anni prima, quando sosteneva a colpi di bicipiti grossi come le mie cosce la ritmica del Quartet, insieme a Jimmy Garrison.
Speravo davvero di poterlo rivedere, magari al Blue Note come l'anno scorso con Mc Coy Tyner, che credo sia l'unico superstite di quella che è stata la formazione più importante della storia del jazz per la mia, beh, formazione.
Addio Elvin, che la terra ti sia lieve. E che la divinità del jazz mantenga in buona salute Mc Coy, l'ultimo moschettiere.
Come ultimo saluto, suggerirei qualche minuto di quei due capolavori assoluti della storia della musica che sono Live at the Village Vanguard e A Love Supreme.

Consigli per gli acquisti

Mi è appena arrivato il pacco con i prodotti acquistati da Natsabè, un'erboristeria bolognese.

Consigliato a tutte: se superi i 50 euro niente spese di spedizione, gentili, puntuali, ottimi prezzi e sconti, un sacco di campioncini :)

Ho poi appena ordinato da Internazionale la "MAPPA Il mondo a testa in giù" (due euro) e Internazionale su cd rom (1993/1998), 7,69. La mappa a testa in giù è incredibile, un fottuto brain training, la guardi e ti frullano tutte le sinapsi :)

Coming Out

Mi piace Toxic di Britney Spears.
E non so cosa farci: è la prima volta che questo fenomeno si verifica nella mia vita. Con Madonna, Christina Aguilera e qualche volta anche JLo mi era già successo. Persino con Robbie Williams, ma con Britney mai. Chissà se le è piaciuto.
E comunque l'arrangiamento di Toxic potevano farglielo con un po' più di palle R&B, che così è moscio e davvero troppo wasp-pop.
Ci metterei un paio di euri che finisce dritta dritta nella colonna sonora del prossimo 007 o simili.

Umanità negata e non

Un poeta svizzero ostaggio dei terroristi libanesi; una ragazza messicana incinta ostaggio dell'amore e del miraggio americano; un giovane deforme ostaggio del suo involucro. In questi giorni mi aggiro tra questi tre universi: le incredibili anticipazioni del futuro di De Lillo (Mao II), le sarcastiche rappresentazioni del presente di Coraghessan Boyle (América), le malinconiche storie di ogni tempo di Lynch (The Elephant Man). E come sempre, non sai se deprimerti per l'orrore prodotto dall'uomo o se esaltarti per la grandezza della sua arte, e ti tocca prendere l'una e l'altra e mettertici in mezzo, in un 3X2 senza scampo.

19.5.04

La penultima frontiera dello spam

"Il suo indirizzo email e' stato generato con il programma email generator
e non e' inserito in nessuna lista.Non ricevera' piu'email da parte nostra."

E' uscito, è nuovo, presto sarà mio


Fedora Core 2 is now available from Red Hat and at distinguished mirror sites near you, and is also available in the torrent. Fedora Core has expanded in this release to four binary ISO images and four source ISO images, and is available for both x86-64 and i386.
Prossima configurazione: Fedora Core 2 + Gnome 2.6 + Ximian Desktop 2 Sperando che il mio vecchio 1 Ghz li regga.
Chi ha qualcosa in contrario, controindicazioni eccetera, parli ora o taccia almeno fino al 2005.

BlogRodeo Evil 9

Chettimar festeggia a modo suo - e che modo! - "il più grande evento del 21 maggio 2004" :)

18.5.04

Manovalanza dell'informazione

Aldilà del fatto che il video della decapitazione di Nick Berg sia - o meno - la dimostrazione della disumanità asservita a un ideale (religioso, pure) di certo mostruoso mondo islamico, oppure (possibilmente, verosimilmente, un falso). Aldilà.
Mediaticamente, quello che conta è se l'orrendo documentario sia vero in relazione a come lo si presenta. Non perché il personaggio in questione sia o meno un civile americano e gli altri siano o meno un branco di predoni assetati di sangue delle brigate Solcazzo, ma semplicemente perché vedere un essere umano a cui è letteralmente segata via la testa è emozionalmente intollerabile a prescindere. Se, ripeto, è vero.
Diversa sarebbe la storia se sapessimo per certo che è un falso. A quel punto diventa uno splatter di serie B, qualcosa che assomiglia molto, che so, a Driller Killer di Ferrara. Divertente, persino.
Ora la differenza tra vero e falso, tra shock e risata, sta tutta lì. E lì sta anche un grande dilemma del giornalismo attuale che è sì quello delle fonti, ma anche quello di un certo necessario scetticismo di fondo, vitale per sopravvivere onestamente come giornalista.
In soldoni, se fai informazione al giorno d'oggi devi essere un teorico della cospirazione: sospettare, dubitare e mettere il tuo ascoltatore a parte dei tuoi imprescindibili dubbi. Altrimenti non solo la figura del coglione è sempre dietro l'angolo, ma fai un cattivo servizio.

Aldilà della deontologia, la questione che mi preme è quella di verità e finzione, mondo reale o rappresentazione, se vogliamo uso e interpretazione di significato e significante.
Qualche giorno fa a Milano ha suscitato un gran vespaio l'installazione di un artista che mostrava fantocci di bambini impiccati a un albero. Sconvolgono i bambini, si è detto. Cazzate.
Quello che sconvolge i bambini (e gli adulti, se è per questo) è non essere messi nella condizione di capire cosa è realtà e cosa è finzione, distinzione che sanno operare benissimo da soli se hanno quel minimo di informazioni necessarie per farlo.
La sconfitta del giornalismo attuale sta proprio in questo: non saper non solo dare indicazioni univoche al riguardo, che sarebbe da sciamani, ma esser talmente drogati di scoop e di news in tempo reale da non riuscire a mantenere uno sguardo disincantato e ragionato sul mondo.
Perché - e i giornalisti che non si rendono conto di questo sono cattivi giornalisti - qualunque informazione giunga ai giornali è manipolata ab origine almeno quanto lo sono quelle che i giornali passano ai loro lettori: in ogni paese ci sono agenzie governative e forze più o meno oscure che lavorano per ingannarli.
La disinformazione è un business, e sta - sorpresa! - a monte delle agenzie stampa che trasmettono le news ai giornali.
Se i giornalisti operano come manovali della distribuzione mediatica, e non riescono loro per primi a porre un filtro all'inquinamento informativo, a ragionare e proporre notizie disinnescando quella frode mediatica che sono la disinformazione governativa, l'agenda setting, la retorica di Stato, sono inutili.

Su Internet basta andare alla fonte originale della notizia, per avere la notizia. Non ci serve qualcuno che ce la legga in TV o la riscriva con parole sue su Repubblica online. E che in un concitato momento di dibattito del genere "lo mostriamo/non lo mostriamo" sia stata proprio un'enciclopedia collettiva online come Wikipedia a linkare il video della decapitazione, dimostra quanto assurdo sia questo cinchischiare sull'ipotetica responsabilità di fare filtro sulla cosa in sé e non su quello che ci servirebbe, cioè l'interpretazione ragionata, disincantata e responsabile del cosa c'è sotto.

XP



Dal solito concorsino di photoshopping su Fark: "redesign the packaging for a product you dislike to reflect why you dislike it"

Venerdì

Io non so se sono solo io, che ho sempre paura che non ci sia da mangiare, però il Vanz è peggio, quindi un'importante comunicazione di servizio: all'Aurora non c'è da mangiare, quindi al Blogrodeo si arriva già mangiati. Ok, è alla nove di sera, però magari uno pensa che. Da bere invece c'è. Io mi porto le patatine e i pistacchi da casa, e forse anche il Safari whisky.

Sono troppo curiosa di sapere chi viene, se viene qualcuno, se ci divertiremo come ci siamo divertiti in questi mesi a organizzare il tutto, se la gara avrà un senso o sarà solo una gigantesca scusa per incontrarci ancora una volta. Sono curiosa :)

- nota del vanz a margine, che non c'entra niente, ma è grato di verificare che c'è chi è persino più impacciato di lui al telefono. c'è vita sul pianeta Asocial. che bello, grazie B :-*

Anche tu nell'Organigramma!

Ricevo via mail e volentieri pubblico:

"Realizziamo per abitazioni locali pubblici, uffici, negozi e altro, progettazione d?interni, ristrutturazione, imbiancature, decorazioni, illuminotecnica e altro"
"Stiamo completando il sito che a breve diventerà un portale di grande interesse nel mondo del lavoro e nel privato"
"Con solo 14 euro potrete inserire il vostro indirizzo e link nel nostro organigramma"


Il Portale di Grande Interesse dei Lampadari, mi mancavano solo questi. A volte scoprire che dietro non c'è il solito sito di Make Her Feel Fuller Than Ever with Penis Enlargement è una delusione. Sono aperte le scommesse: vedremo mai questo ennesimo Portale di Grande Interesse?

17.5.04

Muccino e il Mare 2

Per questo e non solo per questo, quindi non soltanto perché la maggior parte delle persone che conosciamo ci sembra più infastidita dalle (proprie?) somiglianze ai personaggi di Muccino che dalle differenze, fenomeno che noi con compiaciuta crudeltà definiamo "effetto gong".
E non solo per questo, ma perché chiunque susciti reazioni così polarizzate nel pubblico ha qualcosa da dire e probabilmente l'ha pure detto.
E non solo per questo, ma anche perché è uno dei pochissimi autori italiani che costringe anche gli attori scarsi a recitare, o perlomeno a crederci.
E non solo per questo, ma anche perché è uno dei pochissimi italiani che si chiede sempre dove mettere la macchina da presa e soprattutto *perché* mettercela, e trova sempre una soluzione sensata, ragionevole e esteticamente pregevole.
E poi forse anche perché sembra, insieme a Salvatores, l'unico in grado di girare a Hollywood, ma questo non è poi così importante.

Muccino e il mare

Rimini, sabato pomeriggio, bagno 35, ora del té. Arzilli sessantenni in preda a picchi ormonali da tressette disturbano i maestrini leggenti (io, Mao II, il Vanz, Anime alla deriva). Emaniamo tali e tante vibrazioni infastidite che, complice il lento calar del sole, il gruppo piano piano si scioglie.

Ad altro tavolo arriva lei: alta, lunghi capelli biondi, pantaloni bianchi. Arriva lui: alto, bruno, sorriso sornione. Sono accompagnati dalle nota "coppietta": bimba bionda e vezzosa che corre in spiaggia, assorbendo gli ultimi raggi e moltiplicandoli in giro, bimbo bruno dall'aria simpatica che gioca a palla senza fare troppo casino.

Io e il Vanz passiamo dal té allo spritz, io come sempre mi mangio il limone per gustare dippiù la transizione dei sapori. Inizia a far fresco: c'è da andare a casa, la mia gonna di seta svolazza al vento leggero, godendo per la gioia dei piedi nudi e del sole sulle gambe infilo un golf di filo bianco sopra la maglia scollata bluette che lascia intravvedere un reggiseno nero dalle spalline ricamate a giorno, quindi mostrabili. Ci aspetta una cena alle Quattro Colonne, mentre la famiglia Mulino Bianco transita dal tranquillo daiquiri con scultura di frutta esotica a qualche intuibile barbecue con amici altrettanto belli e cromaticamente assortiti.

Gli orrori personali dei partecipanti a questo quadretto sono nascosti dal bianco, dal biondo, dal sole e dal vento, dalla seta e dalla cura personale, dai sorrisi e dai libri, finché qualcuno non deciderà di raccontarli, senza veli ma neanche imbruttendoci.

E' per questo, Marquand, che amiamo Gabriele Muccino, cinematograficamente e non solo.

Eterne Ghirlande Brillanti

Te ne torni a casa una domenica sera sbruciacciato dal sole, accendi la TV, e zappandoti la via tra i soliti talk show in cui canuti e rinsecchiti esemplari di MBD (maschio bianco dominante) esprimono con militaresco vigore la Responsabile Necessità di non abbandonare gli inaffidabili iracheni a sé stessi, pigi un tasto di troppo e ti trovi davanti un florido sessantenne miliardario per niente bianco, per niente dominante che si chiama Quincy Jones, che viene fino a Roma per presentare un florido cinquantenne miliardario per niente bianco, per niente dominante, dal pacato aspetto post-hippy, che viene fino a Roma per imbracciare una chitarra elettrica come fosse l'esatto contrario di un M-16, e dal palco grida, anzi quasi mormora "noi siamo l'altra america, non quella di Bush. questa è dedicata a tutte le signore nella casa" e attacca Black Magic Woman.
si chiama Carlos Santana, e quando accenna a un riff di quel Jimi Hendrix che suonava 40 anni prima contro Lyndon Johnson, ti rendi conto che il movimento popolare contro le guerre dei Maschi Bianchi Dominanti non è un cerchio che si chiude ma una spirale che si rinnova, e non sai bene per quale ragione specifica, ché questo mica ferma le guerre, ma ti senti sicuramente un po' meglio.

14.5.04

Il lamentismo e latte alle ginocchia

Da Shangri-la si discute se si è più fichi quando si è tormentati e infelici, o quando si è cazzoni e sorridenti (stile trenino). Scusate se banalizzo la questione (i contendenti la virano molto più sul colto), ma è venerdì e sto andando al mare e questo è un mio GONG (dicesi "gong" argomento che ti fa saltare in aria istericamente anche solo a sentirlo accennare).

Questa cosa che solo i fessi possono essere felici e che le persone colte e intelligenti non possono che essere depresse e tormentate è una solenne stronzata, è un po' come dire "sposa bagnata, sposa fortunata" per consolare la poverina con l'acconciatura di traverso. E' un vecchio discorso, un po' una posa, e l'unica spiegazione che mi sento di poter dare a questa convinzione molto radical chic è di una banalità retorica sconcertante. Chi si gloria del proprio spleen (a meno che non sia Baudelaire) non è mai stato veramente male un giorno in vita sua per qualcosa di serio. E' in salute, ha un lavoro, fin troppi inviti e ha potuto studiare.

15 anni fa, a 19 anni, una mattina mi sono alzata dopo una notte di merda e sono crollata a terra. Due giorni di delirio (letterale) dopo ero in un letto di ospedale con le facce dei medici a punto interrogativo e la febbre a quarantuno. Ho una malformazione ai reni e una malattia cronica: oggi pomeriggio vado al mare, domenica potrei essere al pronto soccorso con le flebo e un catetere. Ci vuole poco a essere "felici". Far pipì senza ululare alla luna. Correre per un'ora senza il fiatone e quel peso al fianco a destra. Ritirare le analisi e vedere che la creatinina è ancora al suo posto. (a me Pollyanna il latte alle ginocchia non me lo fa venire, si vede?)

C'è proprio bisogno di malattie e sventure per capire che felicità e serenità non significano necessariamente prendersi per il culo e vivere in un mondo di frutta candita? Che si può essere coltamente consapevoli del male E riuscire LO STESSO a vivere "come se" il mondo potesse diventare un posto migliore oggi pomeriggio? Sembra proprio di no. Auguro una bella colica renale a tutti gli inquieti :D

PS: per gli insulti e i contro-esempi e i non hai capito un cazzo e i il problema è più complesso e questo è un altro discorso, accomodatevi pure, io me ne vado al mare, che c'è il sole (e insieme la guerra, le torture, la povertà estrema anche di spirito etc etc etc).

13.5.04

Pompini a Vicenda

Bush dice a Rumsfeld che sta facendo un ottimo lavoro. Rumsfeld va in Iraq a dire ai marines che stanno facendo un ottimo lavoro. Per il nostro governo i carabinieri in Iraq stanno facendo un ottimo lavoro. Sia l'Arma che il Governo sapevano delle torture e le hanno ignorate, facendo così un ottimo lavoro. Il centrosinistra si dà grandi pacche sulle spalle da solo, perché forse dopo un anno e mezzo di guerra riuscirà a chiedere quel ritiro dall'Iraq che il suo elettorato chiedeva fin dall'inizio: ottimo lavoro. Blair parla da solo confermando a sé stesso di aver fatto un ottimo lavoro.
Alla fine della fiera, a parte un paio di casualties dovute più a idiozia che a responsabilità (Aznar, e prossimamente Blair) verrà fuori che tutti hanno fatto un ottimo lavoro. Nessuno ha sbagliato, il miserabile fallimento della campagna non è da attribuirsi a nessuno in particolare, ma probabilmente a un cosiddetto Act of God.

Visto che di cazzate ne so fare tantissime, a rifuggire le responsabilità dei miei atti sono un maestro, se avessi saputo prima che governare significa fare cazzate e complimentarsi con sé stessi per i propri errori, mi sarei presentato alle elezioni con lo slogan: "farò sicuramente un ottimo lavoro".

Convegno sul clima

Online sul sito di Legambiente gli atti del convegno "Clima che Cambia". Come sempre Manzini è diverse lunghezze avanti agli altri.

Cibo e valigia

Ieri sera ho cucinato il riso canadese (quello dai chicchi che sembrano spilli neri) con il gorgonzola: molto buono, anche se i tempi di cottura sulla confezione erano clamorosamente sbagliati e mi sono immancabilmente fatta prendere dal panico (avevo a cena i suoceri).

Oggi mi ritrovo nell'inferno dei carboidrati e devo pure fare la valigia per il sospirato week end riminese: aiuto, che mi porto? Per stare sia comoda sia un po' carina? Per fronteggiare sia il freddo serale (sono freddolosa) sia il (si spera) caldo quotidiano (patisco il caldo)?

Help :)

Il tiggì delle otto

Ieri mattina il TG1 mi ha informata che la sgozzatura in vhs dimostra che i terroristi di Al Qaeda sono spietati (minchia, davvero? In effetti, l'11 settembre c'erano andati giù pianino). Oggi Bush mi dice, sempre dal TG1 delle otto, che "gesti simili non possono essere perdonati" (e io che pensavo che, magari, con una partita a calcio si sistemava tutto), mentre Schifani mi fa il culo perché (io e altra gentaglia di sinistra) "non abbiamo manifestato con lo stesso sdegno delle torture per l'orrore dell'americano sgozzato".

Iniziare la giornata con delle tautologie non è bellissimo, quindi sento il bisogno di esprimere quella che è una posizione probabilmente MOLTO originale: sguazzando come sguazziamo nell'orrore, ne provo di più per una mia "simile" che sorride alla macchina fotografica mentre tiene un uomo nudo al guinzaglio dopo avergli ficcato una scopa nel culo, che per dei terroristi pronti a tutto che uccidono qualcuno in semi-diretta tv.

Sarò strana io, eh.

12.5.04

Networkare i Bloggatori

Mi sembra ci siano un po' di equivoci su questa cosa delle reti sociali applicate ai blog, ambiente di socialità più che mai sospeso tra diverse realtà: c'è chi vede la cosa solo dal punto di vista puramente tecnologico degli strumenti, e c'è una - nutrita direi - rappresentanza di detrattori che la vedono da un punto di vista a loro dire "umano", in base al quale l'amicizia è un'altra cosa, che non si può realizzare attraverso un mezzo tecnologico ma che si sostanzia solo nella "vita vera", cioè di persona.

Ora se c'è una cosa che mi pare chiara del blog è che il blog non basta. Cioè che il pubblicare su un CMS non è affatto il fine ultimo della faccenda dello scrivere, ma soltanto un sistema di distribuzione dei contenuti simile ad altri. Alla fine dei conti, se si restringe la cosa alla pura pubblicazione che differenza c'è dallo stamparsi una fanzine e appiccicarla al primo palo della luce?

C'è, eccome: non a caso quasi tutti i blog implementano commenti e statistiche, cioè due strumenti che permettono di verificare la partecipazione degli altri. E guarda caso il blogger che non si preoccupa di consentire i commenti di solito è una persona abituata a scrivere per lavoro, su committenza. Che non è di per sé una brutta cosa, ma presuppone una motivazione diversa per la scrittura. Scrivere senza commenti in un ambiente in cui la comunicazione è intrinsecamente bidirezionale significa più che altro fare curriculum, non comunicare. E' scrivere solo per chi non ha opinioni da condividere.
Questo vale ancora di più se considero che, perlomeno per la mia esperienza, scrivere su Internet è un'attività prima di tutto sociale. Che vuol dire bidirezionale, perché non esiste una socialità a senso unico.

Ma il punto, mi pare, è che tutto quello che scriviamo entra potenzialmente a far parte di un'unica discussione planetaria che al momento non ha modo di connettersi e relazionarsi direttamente se non con sistemi che ormai dimostrano di essere farraginosi e poco efficaci: e qui secondo me c'è il potenziale trait d'union tra le community di contenuti e le community di persone come spiegato da mafe, perché in un mondo che dà accesso alla scrittura la distinzione è già obsoleta: i contenuti sono le persone e viceversa. Io sono quello che scrivo, e se non scrivo non esisto. Per me stesso prima che per gli altri.

Ma una vera distribuzione sociale dei contenuti trova senso di esistere solo in una sfera sociale che integri i dati personali nelle conversazioni, vero oggetto della relazione, in modo da rendere il tutto incrociato e rintracciabile. La possibilità di sapere istantaneamente chi ha scritto cosa rispetto a cosa. Una mappa dinamica della conversazione in atto, una rappresentazione interattiva della società che comunica.

L'errore che stiamo compiendo è di considerare separatamente i contenuti e le persone: reti sociali da una parte e link tra contenuti dall'altra. Si tratta della soluzione sbagliata che nasce da un bisogno reale, perché in questo modo si continua a separare i due mondi. Quello che pubblico sul blog non appare su Orkut, e il mio profilo su Orkut non è accessibile sul mio blog. Chi sono io, dunque? Quello su Orkut o quello sul blog?

La soluzione è un ambiente integrato che rimappi la community dei contenuti partendo dalla società, attraverso un'integrazione dei dati personali - la rete sociale del blogger - con i contenuti del blogger stesso, relazionati ai contenuti degli altri.

La soluzione, mi pare, sta nell'integrazione di XML e XHTML, un linguaggio esteso di marcatori che permette di relazionare automaticamente i contenuti in base a categorie dinamiche sociali e contenutistiche. Permette di connettere *automaticamente* quello che scrivo con quello che scrive chi è nella mia rete sociale, e con quello che qualcun altro, anche fuori della mia rete, ha scritto. Linkarlo in base all'argomento, alle relazioni sociali, persino (oso) a un'interpretazione-macchina dei contenuti che sappia creare relazioni nuove, e imparare a farlo sempre meglio.
Non so se sia intelligenza artificiale perché non me ne intendo abbastanza, però so che già è fattibile. Lo si vuole fare? Ci è utile, o per ricercare le conversazioni che ci interessano vogliamo continuare ad affidarci al caso o ai primitivi ping del trackback?

Simpatiche Gag Ricorrenti

Ormai è una gag ricorrente: visto il successo che riscuote ogni anno, anche quest'anno a Nielsen Ratings tirano fuori dal cilindro la classifichina dei "motori di ricerca più usati dagli italiani".
Come ogni anno la statistichina è simile a quella dell'anno precedente e fornisce risultati che sembrano andare oltre il regno della statistica per sconfinare in quello della metafisica.
E come ogni anno, dopo un primo sconcerto vengono in mente i peculiari metodi di rilevamento con cui si dice sia stilata (tra cui la prassi di calcolare come "ricerche" frequenti accessi casuali e di servizio - come i controlli di webmail per i portali italiani, e gli errori di rete che portano automaticamente ai siti Microsoft, ed ecco un bel +88%) e ci si mette il cuore in pace, fino all'anno successivo.
Una statistica utile sarebbe sapere la percentuale delle persone che, avendola letta, ci credono, incrociata con la loro eventuale appartenenza alle società citate nella statistica stessa.
(Grazie a Giampaolo Lorusso per averla linkata sul suo sito)

Cronache dalla Bovisa e dalla blogosfera

Da un paio di settimane abbiamo compagnia in ufficio: Pecus occupa il loculo affianco al nostro, in qualità di "re di Habbo". Con lui lavora Giuliano, mentre Francesca, la stagista dello IULM, venerdì torna a studiare e ci lascia soli soletti con il database di Filmagenda (e il database delle definizioni).

Ieri ho timidamente postato un intervento sul blog di "Culture Digitali", intervallando la scrittura del poderoso saggio (aehm) ai commenti alle crisi di coscienza di Sir Squonk pentito per il trenino dell'amore torinese. Credo che scrivere una riga di qua e una riga di là non aiuti a farmi capire, ma neanche Bateson era poi così chiaro, quando scriveva :)

11.5.04

CMC o CMS

CMC (Comunicazione Mediata dal Computer) è l'acronimo che usiamo per descrivere le relazioni interpersonali che avvengono tipicamente (ma non solo) tramite Internet. Alla C di computer si attribuiscono la maggior parte delle difficoltà incontrate da chi si avvicina a Internet e spesso ne viene respinto.

Io comincio ad avere dubbi: credo che l'acronimo giusto sia CMS (Comunicazione Mediata dalla Scrittura) e che il vero problema (per molti presunti low tech) sia dover usare una modalità di relazione a cui non siamo affatto abituati, la parola scritta. A usare un computer si impara, se dietro c'è la spinta giusta, a usare la parola scritta per innamorarsi, ridere, emozionarsi, chiacchierare, no.

Non parlo di scrittura professionale, di scrivere "bene" (qualunque cosa voglia dire), come fa Paolo Graziani: parlo di modelli cognitivi e di istinti neurolinguistici per cui, nella nostra civiltà, i rapporti umani avvengono tramite i cinque sensi. Siamo abituati ai media di massa, ma non ai media interpersonali (il telefono in fondo veicola la voce): ti abitui alla tastiera solo se hai sempre usato una specie di tastiera per entrare in contatto con gli altri (esistiamo).

Ci evolveremo in questa direzione? E' davvero un'evoluzione? Ai filtri uditivi, visivi e cenestesici affiancheremo modalità di relazione "scrittiche"? Comunicare per iscritto diventerà parte della nostra quotidiana esperienza di relazione, o rimarrà retaggio di pochi, come oggi? E questi pochi, viviamo e vivremo meglio degli altri, o le nostre orecchie si seccheranno e cadranno insieme alla lingua?

Grandi domande oggi.

Amichette e amichetti

Passare un po' di tempo con Miranda, Charlotte, Carrie e Samantha mi fa ogni volta soffrire assai, non tanto di immedesimazione sentimentale o di invidia per le scarpe, ma perché il ditino va nella mia piaga più purulenta: non ho più amiche così (coro di "è colpa tua" in sottofondo prontamente ignorato). E domenica notte, tornando in bici dopo le otto puntate, pensavo che per i primi dieci anni della mia vita "adulta" (dai 14 ai 24) le donne - le Amiche - sono state il centro di gravità permanente della mia vita. Io senza "Sabrina, Francesca, Francesca e Titta (e Giacomo)", io senza "Eugenia, Elena e Paola" non ero nessuno. Dopo, no. Certo, ci sono state grandi affinità (forse più innamoramenti che stima), momenti anche lunghi di serio riconoscimento reciproco, week end insieme e lunghe chiacchierate, ma quella ineffabile sensazione di parità e fiducia totale, la consapevolezza di poter fare completo affidamento su una persona (per un consiglio, una girata, un confronto sincero), beh, mai più. Con le mie amiche "adulte" si chiacchierava, non si parlava più, affogate di pudore, balletti di reciproca cortesia, forse invidie e gelosie incrociate.

E cosa mi è successo a 24 anni da allontanare così le donne dalla mia sfera emotiva? La serenità sentimentale. Dopo dieci anni di inculate che neanche in ottomila puntate di Sex & the City, Ally Mc Beal e Friends messi insieme, sono dieci anni che - con brevi intervalli e qualche cambiamento - vivo in coppia con un maschietto. E con le donne diventa tutto più difficile.
Non è (solo) questione di tempo: i miei migliori amici da una decina d'anni sono uomini, persone a cui dedico notevoli quantità di tempo libero. Cos'è, la femmina accoppiata disdegna le sue simili? O è solo un caso?

PS: il tutto, scritto con un sottile filo di speranza, che negli ultimi mesi di donne con cui avrei di nuovo voglia di condividere pezzi di vita (e assorbenti e ammissioni e deliri) ne ho incontrate parecchie.

NB: Impossibile parlare dell'ultima serie di Sex & the City senza incorrere in spoiler e rivelazioni varie dei vari finali: posso solo dire che si conferma una delle serie più intelligenti e meglio scritte di tutti i tempi, finali compresi (però è vero che Big, come attore, è un po' fuori forma).

10.5.04

Scaletta per la settimana :)

Della serie, cose assai importanti da dire e poco tempo per farlo:

- la maratona Sex & the City
- la maratona torinese (e il piacere di nuove facce da sovrapporre alle parole, tra le altre Giulia, Arsenio ed Herzog)
- qualche info in più sulla presentazione a webb.it (già da aggiornare con le novità di Blogger, tipo lo "user profile".

Piano piano scrivo tutto. Appena mi convinco che Miranda, Carrie e Samantha sono personaggi di un telefilm e Auro, Ale, Vale e Serena persone vere, per dire :)

8.5.04



Cosa siamo riusciti a vedere e cosa no:
SI': il pilot di LINE OF FIRE, ovvero FBI contro criminalità organizzata. Le premesse sembrano un po' debolucce (ancora la mafia?) ma l'episodio è buono, con un paio di momenti brillanti.
SI': la puntata speciale di WEST WING sul terrorismo: durante un allarme alla casa bianca una scolaresca in visita resta chiusa nella mensa e si becca le filippiche di tutti i membri dello staff su definizione di terrorismo, distinzioni nell'islamismo, diversità culturali e varie questioni. Educativo e politically correct.
SI': il pilot di K STREET, serie-evento di George Clooney e Steven Soderbergh su un gruppo di consulenti politici, diretta in Dogma, scritta e girata in digitale quasi in tempo reale, con la partecipazione di politici veri (nella prima c'è Howard Dean). Pare non vedrà una seconda serie.
SI': la nuova e ultima serie di Sex & the City, con tanto di puntata finale (4 ore di maratona e sì, pare proprio sia finito).

NO: L'anteprima italiana di CSI (è andata su una puntata già passata l'anno scorso persino su Italia 1).
NO: L'anteprima italiana di ER (andato esaurito, nessuna replica)
NO: Il pilot di NAVY NCIS, cancellato
Cancellato, pare, anche Jake 2.0 che non saremmo riusciti a vedere causa concomitanza ma ci interessava e altre serie annunciate.

7.5.04

Compagno edicolante!

Il mio edicolante mi ha (bonariamente) rimproverato perché non sapevo che il Manifesto adesso costa 1 euro e 10. "Male! Da quanto non lo compri". Mi ha assurdamente rincuorato :)

5.5.04

l'ultima stephensommersata

Chi fosse incerto se andare a vedere Van Helsing, action-horror-crossover movie hollywoodiano in uscita venerdì, potrà forse trovare conforto e utilità nelle nostre recensioni

Blog+community= next thing?

La storia di Internet è soprattutto storia di ambienti pubblici, gestiti spontaneamente da volontari, che sfruttano risorse condivise e si danno regole e standard per gestire evoluzione e vita quotidiana. Usenet, Fidonet, IRC: può esistere un futuro simile per i blog?

I blog sono un ambiente perfetto per la pubblicazione e condivisione di contenuti, che vivono anche separati dai loro autori, regalati alla rete una volta per tutte. Come ben sappiamo, però, leggere le parole di qualcuno tutti i giorni significa in breve aver voglia di conoscerlo: le piattaforme di blog, nate come cms, sono tuttora indietro nell'offrire strumenti di community aperti, integrati e paritari.

Io e il Vanz ci gingilliamo quindi con la visione di un ambiente pubblico molti a molti integrato sia con il proprio blog (qualunque sia la piattaforma di pubblicazione usata) sia con gli altri ambienti di community: una visione che domani a Webb.it vogliamo confrontare con la realtà, la realtà dei vincoli tecnologici ma anche delle esigenze umane. C'è davvero bisogno di uno spazio del genere, o è un capriccio nostro? E se sì, come realizzarlo? E con chi?

4.5.04

Webb.it

Per chi giovedì sarà a Padova, ecco la simpatica turné dei maestrini:

ore 12: I social network: la community non è più solo online
ore 15: stand AccentiRosa (reprise social network + iscrizioni a Orkut + autografi e foto col Vanz)
ore 16: Blog+community=next thing?

Sabato invece è prevista gita sabauda: si trolleggia al salone del libro.

Buonanotte

"L'insonnia è una variante della sindrome di Tourette: la mente sveglia vortica, studia il mondo che dorme, lo tocca ovunque, rifiutando di mettersi tranquilla, di unirsi all'inerzia collettiva. La mente insonne, convinta com'è della propria paranoica importanza, è anche una sorta di teorico della congiura, come se, se chiudesse le palpebre e si mettesse a dormire, il mondo potesse precipitare in qualche terribile disastro, che solo le sue meditazioni ossessive riescono a tenere lontano."

Testadipazzo (p. 253), J. Lethem, Marco Tropea Editore

3.5.04

Lunedì

Cara Mafe,

ricordati di non prendere più lo scottadito di vitello, che è molto grasso e c'è ben poco da mangiare. Non può essere poi che ogni primo lunedì del mese fai i capricci che non vuoi andare a fit boxe: ci vai e basta. Dovresti poi scrivere qualcosa anche sulla May Day Parade di sabato, ma a) pensare al sole quando piove ti fa venir voglia di picchiare qualcuno b) se ne scrivo devo anche parlare delle "sanzioni dal basso" e non ne ho voglia.

E adesso, definizioni: si parte con arrosto di maiale.