Gadget Hell

Il buon mucho disserta sui gadget in edicola. Opportunamente, dopo un'estate passata a guardare tuffi e corpi liberi interrotti da improbabili raccolte Del Prado e Hachette che sembrano uscite da un Palahniuk (che esista gente che fa la collezione dei camion dei pompieri del mondo è più inquietante che sorprendente). E allora me lo vado a fare volentieri un giro su Froogle per vedere se gli americani sono messi come noi.
Peggio, naturalmente, anche se mi aspettavo qualcosina di più: il tour tra gadget per parroci e accessori per il buon bimbo cattolico (Pietro lo apprezzerà) delude un po'. Anche sul solitamente florido versante dildi (cit: diciamo sempre "un dildo", mai "il suo dildo") i cataloghi postali sembrano un po' deludenti.
Forse non ho avuto abbastanza pazienza, ma mi sembra che l'assortimento di gadget assurdi e di sensazionali sostituti (rinforzini?) di cazzi (detti anche "non se ne parla proprio") dell'e-commerce in Rete resti insuperato.