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06 luglio 2004

I Mac

Ma nel 1991, quando si è trattato di scegliere il regalo per la laurea, perché ho voluto a tutti i costi un PowerBook 170? Non ero certo una geek: la tesi l'avevo scritta con un incredibile antenato dei word processor, la Top 100 Olivetti, è vero che avevo preso 30 all'esame di "Teoria e Tecnica dell'elaborazione automatica dei dati", con tanto di laboratorio di Lotus 1,2,3, però certo non ero una che si leggeva le riviste di informatica o che conosceva i modelli di computer. La domanda non è oziosa: è che il Maestrino mi raccontava che esistono persone che non conoscono i Macintosh. Persone colte, laureate, domiciliate a Milano, che fanno un lavoro intellettuale. Forse li chiamano iMac, forse se vedono la mela multicolore dicono "ah, sì", ma sta di fatto che a consiglio "comprati un Macintosh" la risposta a volte mi dicono può essere "che è?".
Ora, mi è venuta la curiosità: ma io a 21 anni, immersa in una rutilante stagione di idiotissima superficialità, che ne sapevo del Macintosh? Da quale autorevole mittente mi è arrivato l'ipnotico messaggio "fatti comprare il powerbook più fico"? Non me lo ricordo assolutamente: la cosa più probabile è che abbia studiato all'università (Relazioni Pubbliche) la storia di Ridley Scott e dello spot 1984.
Comunque, dopo tre mesi di attesa (di cui uno con la caviglia rotta, ah, quanto lo desideravo, bloccata a casa), arriva il PowerBook, ed è subito stato amore, anzi, Amore. Molto semplicemente, non sono uscita di casa per due mesi: per imparare a usarlo per benino mi sono ribattuta tutta la tesi. Con quattro mega di RAM girava il sistema operativo (il "nuovissimo" 7.01), Word e FileMakerPro, e il virgulto ha fatto il suo sporco lavoro fino a tutto il 1995. Aveva anche il modem integrato, che usavo per i fax (per una serie di motivi dovevo stare alla larga da BBS e simili).

Sabato mattina l'ho acceso: erano anni che pisolava in un armadio. Modem e batteria rotti, e lo sapevo, caricatore balbettante (riparato con il nastro adesivo), però non ricordavo la dipartita del disco fisso: un punto interrogativo lampeggiava inequivocabile e ho dovuto riavviarlo con il mitico disco "Utilities". Mio Dio, che flash. Quel suono. Quella faccina, il bianco e nero, il Chicago, i menu a scomparsa. La trackball, che è stato il mio primo mouse. Lo Amo ancora, me lo sono portata in ufficio e adesso vado ad accenderlo :)

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