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01 marzo 2004

Licenze e dati personali

Faccio fatica a capire il problema sollevato da Vittorio Bertola relativamente alla presunta "schedatura" da parte di siti come Orkut o LinkedIn (che io amo molto). Non vedo il problema, perché se non voglio che Orkut (o Friendster, o Tribe, o Ryze) abbiano i miei dati, molto semplicemente posso evitare di darglieli (o posso darglieli falsi, come si fa da sempre quando si annusa il pericolo di utilizzi non gradevoli delle informazioni che lasci in rete). Vittorio però (che ne sa a pacchi più di me) parla di cookie che permettono di sapere chi realmente siamo, anche quando ci registriamo a un sito con un'identità falsa: ma esistono davvero? E da dove prendono questa informazione?

Comunque, anche se questa fosse l'ennesima macchinazione per sottrarmi con l'inganno preziose informazioni sui miei comportamenti, è o non è una libera scelta, quella di dare quelle informazioni? Posso non attribuire nessun valore alla mia privacy senza dover per forza passare per un'ignava inconsapevole del rischio di far sapere a Eric Schmindt (o a Wesley Clark o a Silvio Berlusconi) che sono atea e potenzialmente bisessuale?
(mafe)


Effettivamente un po' ha stufato questa bizzarra tendenza in base alla quale bisogna per forza prendere posizione pro o contro qualunque cosa. Ogni volta che nasce un nuovo strumento (parliamo di tool, non di ideologie), un sacco di persone - fateci caso, soprattutto maschietti di mezza età come me - si sentono obbligate a decidere da che parte stare (pro o contro), da che parte della lavagna metterlo (buoni o cattivi), e si sentono autorizzate a profetizzarne gli sviluppi futuri e attribuirgli complotti interstellari manco fosse l'Arma Fine di Mondo.
Io sono dell'idea che gli strumenti vanno usati o meno, non psicanalizzati, e così come non vado a cercare i secondi fini di una chiave inglese e la mia vita non dipende dal futuro del Segway, non so se reti sociali siano buone o cattive: mi interessa solo se saranno utili e divertenti. Per ora sì. Come il blog, del quale un manipolo di profeti di sventura continua imperterrito e un po' ossessivo a ripetere cose ugualmente terroristiche (uccide la scrittura, è masturbatorio, diseduca) senza più nessuno che li stia a sentire.
(vanz)

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