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24.11.06

Una ragazza alla moda

In quinta elementare i miei compagni di classe mi costringevano ad abbassare i pantaloni o alzare la gonna. In un angolo. A 11 anni, mentre mi provavo un vestito di Carnevale, il negoziante è entrato nel camerino, mi ha accarezzato tra le gambe e mi ha detto che ero molto grande, per la mia età. A 15 anni avevo sette in condotta ed ero sotto tiro di un gruppetto che nitriva ogni volta che passavo. A 17 anni l'animatore di un villaggio turistico mi ha spinto sul letto e si è masturbato sopra di me, vestita, senza guardarmi. A 18 anni, in collegio, sotto stress per i primi esami, sono stata una settimana senza mangiare, e diciamo che capisco benissimo il senso di potere e di controllo che ne deriva. Fino a 24 anni ho affrontato qualunque problema con una vaschetta di gelato da mezzo chilo. A 22 anni un amico di amiche mi ha accompagnato a prendere un maglioncino in macchina nel parcheggio della discoteca: ha cercato di baciarmi, al mio rifiuto si è incazzato perché l'avevo provocato e mi ha immobilizzato per mezz'ora, in cui ero talmente sconcertata dalla situazione che non ho neanche pensato a reagire e cercavo di convincerlo a parole a lasciarmi andare.

Il peggio di tutte queste situazioni è stato che le mie amiche non mi hanno creduto, che ancora adesso temo i commenti e che in questi e in piccoli altri episodi di molestia sessuale mi sono sempre vergognata io. Da un punto di vista mediatico, sono coperta su tutti i fronti: bullismo, disturbi alimentari, molestie sessuali. Adesso però basta con le denunce: che si faccia qualcosa, perché far finta di aver scoperto tutto ieri e che non sia mai successo prima fa vomitare.

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