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10.10.05

Voglio

Mi pare di percepire un bel po' di scetticismo sulle primarie dell'Unione, e il timore è che sia dovuto a un pigro disinteresse verso la possibilità del singolo di decidere chi (e come) debba gestire la cosa pubblica.
Trovo questo disinteresse preoccupante, soprattutto considerando che il voto questa volta può effettivamente orientare la linea politica dell'Unione rispetto a questioni come scelte economiche, sociali e ambientali.

Si gioca uno scontro vitale per la difesa e la riaffermazione di posizioni fondamentali della sinistra mondiale: il rifiuto della guerra come sistema per risolvere alcunché, la difesa del potere d'acquisto dei salari e della qualità della vita, l'affermazione di una linea d'azione sociale e economica che difenda la dignità del cittadino e lo protegga dallo sfruttamento da parte dei poteri corporativi. Mica pizza e fichi.

In questo momento è di vitale importanza orientare l'Unione verso politiche sociali, economiche e ambientali globaliste e non globalizzatrici, o ancora peggio imperialiste, e mi pare altrettanto vitale esprimere un candidato che non sia influenzabile dai poteri forti.

In un momento di ingerenze dei fondamentalismi non voglio un primo ministro ricattabile dal potere religioso, finanziario o economico: la CEI, il WTO, la banca centrale europea. Voglio rianimare uno stato laico che mi sembra ormai già intubato.

Per questa ragione il mio candidato alle primarie è Bertinotti. Che magari non è neanche il mio PM ideale - se poi esiste tale figura - legato com'è alle logiche di un partito indubbiamente di vecchio stampo. Ma almeno sta lottando per liberarsene.
Sarei tentato di dare un segnale internazionalista e al di fuori dell'establishment come la candidata dei disobbedienti, e sarebbe un voto più sentito, ma nel probabile caso della vittoria di Prodi, temo che un improbabile successo elettorale dei senza volto non avrebbe alcuna influenza sulle politiche dell'Unione.

Quindi il voto a Bertinotti non necessariamente nella speranza che sia eletto e diventi uno Zapatero italiano (che peraltro ci starebbe tutto, anzi magari) ma augurandomi che ne esca forte e possa influenzare le scelte del futuro governo.

E' l'unico strumento che ho per affermare la mia convinzione che lo stato italiano deve essere davvero laico, ambientalista, pacifista, a difesa dei salari, dei diritti del cittadino e dell'influenza della società civile sulle politiche sociali, economiche e militari.

E intendo usarlo, questo strumento, perché qui c'è in ballo molto più del battere Berlusconi: c'è in gioco il modello di società che vogliamo per il nostro futuro, o almeno per i prossimi cinque anni. Direi che vale la pena di investirci venti minuti del nostro prezioso quotidiano.




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