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16 maggio 2003

Pioli Quadrati in Buchi Tondi

C'è, da tempo, qualcosa che non mi torna in questo esplosivo e autoreferenziale fenomeno del blogging, anzi della blogosfera. Ed è qualcosa che ha a che fare con lo strumento e con l'uso che se ne fa, che noi per primi ne facciamo.
Il blog è un sistema di publishing (essenzialmente, permette di aggiornare un sito senza le rotture di palle dell'html e dell'ftp) ed è nato e tuttora principalmente usato come diario personale. Non c'è dubbio, mi pare, che la sua natura sia di comunicazione unidirezionale (io scrivo, tu leggi). Prova ne è anche che i sistemi di commento sono tutti un po' scrausi e molto rigidi (in forma di pop-up, niente threading, insomma decisamente posticci).

E allora la domanda è: perché attraverso uno strumento unidirezionale si è spontanamente aggregato il fenomeno di community a più alto tasso di crescita degli ultimi anni? I weblog, pur interconnessi e nonostante un furioso linking reciproco, sono e restano principalmenre un mezzo broadcast, non un ambiente collettivo di discussione. E allora non stiamo forse usando un martello per piantare viti, cioè non stiamo usando lo strumento blog per fare qualcosa per cui non è stato progettato (e a cui non è del tutto adatto)?

Nessuna critica: solo la curiosità di capire perché abbiamo deciso di discutere collettivamente attraverso uno strumento che è decisamente meno funzionale di altri che esistono in Internet. Per esempio Usenet.
Questo per dire che il sospetto è che nel caso della blogosfera sia stato lo strumento ad aggregare, e che non si sia partiti dal bisogno di comunicare bidirezionalmente, ma dall'accesso a un mezzo che permetteva (anche) di farlo. Fondamentalmente una tecnologia (di comunicazione unidirezionale) che solo in seguito ha generato il bisogno (di comunicazione bidirezionale), e non viceversa, come accade solitamente.

Una possibile spiegazione è che la tecnologia basata sul browser del blog abbia fatto da catalizzatore per un numero molto alto di soggetti che non hanno familiarità con gli strumenti tradizionali di comunicazione bidirezionale. Mentre per entrare su Usenet bisogna essere originariamente motivati e un minimo competenti tecnologicamente, un browser ce l'hanno tutti, quindi si parte navigando e il bisogno lo si scopre solo accidentalmente, piegando a un riscoperto bisogno di comunicazione collettiva uno strumento che non è progettato in tal senso.

Certo, il blog si è dimostrato molto flessibile in questa situazione, ma il sospetto resta che chi comunica attraverso il blog non conosca e non frequenti ambienti di discussione diversi, che avrebbero soddisfatto più facilmente il sui bisogno di socializzare se li avesse conosciuti sin dall'inizio (e qui la colpa è dei provider e del Web "istituzionale", che non educa alla comunicazione). Quindi sì: stiamo infilando pioli quadrati in buchi tondi, e no, per me la vera comunicazione libera, democratica, socialmente produttiva e stimolante resta nonostante tutto principalmente sui newsgroup.

Nessun istinto censorio o tentativo di delegittimazione: anzi grazie al weblog per aver reso possibile a molte persone l'accesso a una socialità inaspettata sul web, ma forse sarebbe il caso, a questo punto, di riappropriarsi di ambienti più ampi, ariosi e gratificanti. Il vostro provider offre quasi certamente l'accesso ai server Usenet (qui trovate le informazioni su come impostare il software); il consiglio è: dategli una chance e fateci un giro, senza farvi spaventare dall'apparente enormità, affollamento e/o complessità di ambienti disponibili. Sceglietevene uno che vi interessa e provate a scrivere un post. Esplorare ambienti nuovi è una curiosità naturale: potrebbe cambiarvi la vita online.

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