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19 maggio 2009

Frammento #10 - sbranarti intero

Quanto non mi piace di te amor mio in quel che a te si invide, divisore ultimo di vite già fatte a pezzi, smembra di palpebre erose e incrociate, e più che non mi piaci più a te mi affido.

Allarmi, sorprese, bocche confuse (dove finisco io?) e inattese, succede solo quello di cui non si ha paura, come guardarsi in uno specchio e chiedersi "chi cazzo è questa stronza?". 

Quanto non mi piace di me amor mio questo sbranarti intero, le ditine strazzate di chi sta al gioco ma non può capire quale, ti sei guardato allo specchio e ti sei chiesto la stessa cosa.

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08 marzo 2009

Tu non dimenticare mai [frammento # 8]

Il sole come lama, tu che mi affetti di luce e mi svolti, la sabbia fredda di pietroline, scalzi verso un mare che curvetta e inchina e ammicca. Della Sardegna quel che mi resta delle troppe volte che mi hanno amata è la terra, terra da pascolo, terra che si frantuma in sabbia, terra da masticare con le ruote, terra che mi piego a prendere in bocca, sfrenata di chilometri difficili da interpretare, i chilometri che percorri per arrivare a baciare quel sole che entra dalla finestra e mi percorre e fuori è il Bastione, sempre lontanissimo il mare. Terra percorsa in bici alleggerite di qualunque cosa impedisse di correre verso le nostre opposte fini, terra sudata a piedi, salite e mai arrivi, buchi e pietre e scogli e come unico premio l'acqua, a lavar ferite e umori. Terra di carni aspre e vini pesanti e notti poco adatte al sonno, notti di grida e risvegli continui a trovarti. Non si dovrebbe arrivare in aereo in Sardegna, mai. La fretta uccide, piango e guardo fuori mentre troppo veloce arrivo e troppo veloce riparto e rallentare diventa la regola che non sappiamo giocare. Laminati dal vento, dispersi tra parole, le uniche vere proprietà che ci restano socialmente consentite.

Tu mi hai restituito tutte le parole, intatte e da distorcere, annodate a corpi e a languori derisi e scherniti, parole vere e da giocare, da scherzare, da invadere di nonsensi puri e finiti, sani e intrisi, e forbiti, e forniti, e da finire, mai. La serietà uccide, io ti ho voluto per riderne, la realtà ci soffoca intorno, ignoriamola.

[Repost da MarioPischedda]

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16 gennaio 2009

Time, side [frammento #7]

Questa sei tu, tu e quel sapone buonissimo che hai rubato in albergo e che non usi mai per non consumarlo. Aprilo, butta la plastichina, mettilo nel portasapone. Usalo anche nella doccia, sfiniscilo. Tutto quello che hai tenuto da parte per un momento speciale, usalo o buttalo. Mangia il boccone più buono per primo. Non bere il vino solo perché hai il bicchiere pieno.
Questa sei tu, e il tempo per fare le cose è adesso: hai imparato a godertele quando le fai e ci hai messo 39 anni, non puoi più essere parca di tempo. Apri i tuoi cassetti. Bandisci il nonsisamai, di molto sai, adesso.

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