I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

14 giugno 2009

post multiuso che racconta i nuovi ambienti di collaborazione online e con appiccicati in coda dei consigli per gli acquisti che non c'entrano niente.

sì, questo blog lo aggiorniamo sempre meno di frequente, è abbastanza evidente. no, non lo sta uccidendo Twitter, l'applicazione di status update (o, volendo, di microblogging) di cui stanno discutendo tutti i media (negli Usa, qui da noi è ancora ignoto) facendo le solite magre figure che hanno fatto discutendo di facebook, second life, blog e quant'altro è venuto prima. non lo sta uccidendo il nostro uso di Twitter, perché Twitter è Friendfeed con le gambe rotte. quello che lo sta uccidendo probabilmente - tra altre cose - è Friendfeed. se non altro perché chattare su Friendfeed è più divertente che scrivere su un blog almeno quanto andare a un aperitivo con amici è più divertente che scrivere un post su quanto è divertente di andare a un aperitivo con amici. noi qui siam nati col web paritario e molti a molti delle mailing list e dei niusgrup, era inevitabile (secondo me) che si tornasse a una modalità di comunicazione più sociale del blog. ora si può forse dirlo (io, almeno), che dopo il ritorno al futuro, il blog, pur inevitabile per scrivere cose più lunghe e ragionate, mi sa un po' di solipsistico (e se seguite questo blog sapete che il fatto che quelle stesse mailing list e NG di allora oggi si trovino anche su facebook non è il segno incipiente dell'Armageddon ma solo una naturale evoluzione dei media).

se però siete stati attenti sapete che c'è chi ha profetizzato che che la fine di Google sarà la search in tempo reale negli ambienti di status update come twitter o friendfeed, perché lì le persone oltre a usare l'app per quello poer cui è nata hanno anche la tendenza a socializzare e rispondere alle domande altrui, mettendo la loro conoscenza a disposizione di tutti in tempo quasi reale. così se hai tra i tuoi contatti una selezione di persone vasta e completa, ci metti pochissimo a trovare una decina di hotel di qualità a buon mercato a Firenze, o un buon rasoio da barba. insomma, ovvio che se ne parlasse la repubblica titolerebbe chat kills the blogstar o qualcosa del genere, ma forse non siamo molto lontani dalla verità (anche se è tutto da vedere: già Twitter ha un uso percentualmente bassissimo al momento - e per qualche ragione che mi sfugge pare questa sia considerata da molti una buona ragione per sfotterlo - figuriamoci Friendfeed che lo conosciamo in dodici ("Wikipedia non ha ancora una voce con questo nome").

insomma, lo dice anche la bibbia: c'è un tempo per bloggare e uno per chattare.

in ogni caso, per coloro che sono rimasti ancora (ehi, è ironico) alla mera lettura dei blog, senza fare il passo verso la discussione collaborativa, uso lo spazio restante di questo post (?) per elencare una serie di oggetti utili e consigliati di cui s'è parlato (o anche no) recentemente su friendfeed. o semplicemente cose che mi piacciono e vi consiglio. non c'entra assolutamente niente col resto ma era un po' che lo volevo fare. di nuovo.

anzi no, ne faccio un post a parte, se no è ridicolo.

quindi i post li separiamo e questo parla di alcune cose che ho scoperto e vi consiglio (trad: post ricorrente e anche un po' noioso, ormai).

i rasoi Moser per barba e capelli. lasciate perdere Remington (pessimi) Philips (costruiti al risparmio) e Braun (overpriced rispetto alle prestazioni).

Esquire che è uno dei migliori maschili del mondo (dove maschile significa che ogni tanto c'è un pezzo su come abbinare scarpe e blazer, ma per il resto è una rivista di arte varia come tutte le altre) che pure venendo via in abbonamento con solo 36 numeri per 16$ è una lettura che adoro. arguto, dissacrante e intrattenente.

con pochi altri dollari viene via anche un anno di Popular Mechanics, fantastica testata di fai da te e tecnologia virile che è una delle letture preferite di Auro.

il lettore di media (ovvero video. film rippati, per parlare pane al pane) WD TV di Western Digital (richiede un HD esterno) li batte tutti.

le Crocs. un paio - o anche più - in ogni casa che abiti. quanto a comodità, igiene e praticità non c'è paragone. al mare non ha senso indossare altro.

il sale di Cervia. perché per molti parlare di grado di umidità o addirittura di dolcezza del sale sembrerà assurdo, ma quando cucini (o ancora meglio sali a crudo) con un sale di qualità, la differenza la senti eccome.

le IPradio. non so ancora consigliare un modello perché lo sto scegliendo anch'io, ma pochi oggetti stanno subendo un upgrade di prestazioni e offerta come la buona vecchia radio da casa (se non lo fai già, una mezz'oretta di radio alla sera mentre cucini è l'ideale per informarsi e lasciar sbollire la pressione accumulata durante il giorno. le news per radio rilassano mentre quelle in TV stressano, ed è mia profonda convinzione che per una corretta digestione nonché serenità interiore non può esserci TV nell'ambiente in cui mangi). entra sul mercato la radio wireless via IP, che si attacca al router wifi e permette di ascoltare sull'apparecchio tradizionale milioni di webradio di tutto il mondo.

e di webradio e di servizi di aggregazione di webradio di qualità ce ne sono, come si può immaginare, proprio tantissi missi missi missimi. e per caso a qualcuno manca la buona vecchia filodiffusione?

il reader del New York Times. per la prima volta ho (fugacemente, ma seriamente) pensato di pagare un'abbonamento per una testata online. se invece di essere solo NYT fosse un aggregatore di TUTTE le testate online, sarebbe il modello di business che i media cercano e non trovano perché per inettitudine guardano il dito invece della luna (a differenza delle major discografiche che non sono inette, commercialmente, e trovano ancora profittevole guardare il dito invece della luna e portare in tribunale i propri clienti).

peccato perché così ci rimettiamo tutti: noi perdiamo in accesso aggregato ai contenuti, e gli editori darwinianamente falliscono. la cosa che mi fa impazzire è che i soldi ci sarebbero, i contenuti anche, ma nessuno sembra in gradi di fare il salto mentale di metterli insieme (cioè, Google lo sta facendo, ma piano perché non è core business, e nel frattempo l'editore fallisce). che è un peccato. per dire, io ci ero anche affezionato, agli editori. un po' mi mancheranno.