I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

20 febbraio 2009

Il vanz ti insegna a essere produttivo. Ah ah ah.

Dopo tre anni (?) di Mac OSX ho deciso che forse sono in grado di fare il dream team dei software di produttività, cioè quelle cinque o sei, anzi ottonovedieci soluzioni che ti rendono più facili e spediti i compiti ripetitivi, ti consentono di pianificare le attività, di produrre documenti in meno tempo e in modo più razionale e elegante. Ne sentivo il bisogno, e in ogni caso siccome stasera il film l'ho già visto, la serie TV pure, e la conferenza TED anche, o questo o la Wii. Spero che questo possa essere più utile.


Journler è un software di project management individuale che consente di aggregare e organizzare tutte le risorse (documenti e file di qualunque tipo) relative a un progetto, in modo da averle sempre sotto mano rapidamente. Dalle note della prima riunione fino al documento di specifiche finale, nel mio workflow tutto passa per Journlr. Senza sarei morto. Ottimo per il project manager.

A livello individuale, perché per la gestione di progetti di gruppo o a distanza, una soluzione enterprise (noi naturalmente usiamo we+) è d'obbligo.

Scrivener è come Journler solo che è più orientato alla scrittura (giornalistica, saggistica). Con criteri simili a quelli di Journler organizza tutte le fonti e le risorse utili per un pezzo e consente di fare stesure successive, storyboard, scalette, gestire le bibliografie, eccetera. Perfetto per il giornalista.

Jer's Novel Writer
è un tantino meno sofisticato dei due precedenti ma umanamente più simpatico, e più orientato alla scrittura creativa. Consente di definire la struttura del testo, applicare stili, creare bibiliografie, note, eccetera. E come l'ottimo Writeroom ha la funzione di scrittura a tutto schermo, che in tempi di Facebook è necessaria per evitare distrazioni.

Ma non si vive, ahimé, solo scrivendo. Non io, almeno, ed è necessario organizzare altri compiti durante la giornata, occasionali e ricorrenti.

Entrare nell'ambito del task management o del suo cugino evoluto GTD (la filosofia che consente di pianificare e gestire i compiti in modo da restare al pari con la tabella di marcia senza perdere tempo) è dura ognuno ha il suo software. Io mi alterno tra Things (simple task management per i periodi più tranquilli) e Omnifocus (GTD più evoluto, della fantastica famiglia Omni Group in cui ogni cosa è ben progettata, efficiente e utile).

Quicksilver è un launcher che ha le stesse avanzatissime funzioni di ricerca tra i file di Spotlight, ma con un'interfaccia migliore. Poiché ho oltre 200 software installati e non abbastanza spazio nella dock per contenerli tutti, la soluzione più semplice è: alt+barra spaziatrice, compare Quicksilver, digiti il nome del software, lui capisce cosa cerchi, tab e invio e sei dento. Poi, fa anche un sacco di altre figate. Fantastico in associazione a Ubiquity per Firefox.

Dropbox, il software del momento, è talmente un uovo di Colombo che ti chiedi, ma ti pare che dovessimo aspettare il 2009? Sta lì nella barra in alto di Mac OSX e ti permette di creare cartelle locali che vengono automaticamente, istantaneamente sincronizzate tramite i loro server. Soluzione perfetta per condividere documenti, sincronizzare macchine diverse, addirittura lavorare su documenti condivisi online.

Netvibes, ovvero la prima tab della mia home page. Un aggregatore di feed RSS organizzato a tab, che mi permette di verificare al volo se ci sono novità tra le famiglie dei miei feed preferiti (amici, lavoro, news, video, foto). Ci tengo feed di tutti i tipi, ottimo anche per i feed di foto.

Bloglines, ovvero la seconda tab della mia home page. Un altro aggregatore di feed dall'impostazione più tradizionale, a svolgimento verticale, utile per cercare le novità non tanto per genere quanto per singolo blog. Ci tengo quasi solo blog e testate di news. L'altra parrocchia è quella di Google Reader, che rispetto ma al quale non sono mai riuscito a abituarmi. Per chi invece i feed li legge offline, NetnewsWire è diventato gratuito.

Feedly: estensione per Firefox fighissima. Come Dropbox anch'essa recente e in rapida ascesa, importa i tuoi feed (quindi sì, è il terzo aggregatore di feed che uso) e te li impagina editorialmente in modo così figo che ti vien da dire, hey, non mi serve più nessun altro aggregatore. Poi continui a usarne tre al giorno, ma l'interfaccia di Feedly li batte tutti.

Cooliris. Un viewer di immagini con un'interfaccia fantascientifica che non ti so spiegare, ma fantastica per gurdare e favorire le foto dei tuoi contatti su Flickr.

Friendfeed. La vera socialità in Rete. Nulla sarà più lo stesso dopo. Se sai discutere e argomentare, e hai degli amici brillanti, batte a mani basse Twitter, Facebook e quasi qualunque altro ambiente sociale sul web.

Miro, reeplay.it e Vcast.
Con Miro, aggregatore di feed video e player/downloader, scarico i film in public domain (i capolavori del cinema degli anni 20 e 30 sono free). Con reeplay.it mi annoto i video brevi che non ho tempo di guardare durante il giorno e li vedo alla sera sulla Wii. Con il servizio Faucet di Vcast registro i film sulle reti TV nazionali.

Avevo detto dieci, ne ho fatti una ventina e ancora me ne mancano. Magari aggiungo una seconda puntata.

18 febbraio 2009

Il coraggio di tornare sui propri passi

Terms of Use Update
Over the past few days, we have received a lot of feedback about the new terms we posted two weeks ago. Because of this response, we have decided to return to our previous Terms of Use while we resolve the issues that people have raised.

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16 febbraio 2009

D'Alia: basta indignarsi?

La voce del popolo dice "questi sono pazzi". Per quanto possa condividere lo sdegno, non sono pazzi: è vero che non sanno bene quello che fanno, ma secondo me ci provano pure.

A ottenere visibilità individuale sui media, a dare l'impressione che stanno facendo qualcosa, a trasmettere a un elettorato che non usa la Rete - ed è straordinarmente coincidente con la loro base - una sensazione di sicurezza, di difesa da vaghe e non specifiche minacce esterne che non possono capire (l'immigrazione, internet, la pedofilia, poco cambia: le emergenze, che siano reali o fittizie, sono tutte utili).

Da una parte non è che possiamo andare in fibrillazione ogni volta che un qualunque membro della classe politica italiana, totalmente inadeguata a legiferare su queste questioni, prova a dare un giro di vite. Finora non se ne è mai fatto niente. Dall'altra parte, probabilmente non ce la possono neanche fare, probabilmente questo provvedimento non è applicabile nel mondo reale (e qui Stefano spiega anche il perché).


Ma forse sarebbe bene che lo fosse. Sarebbe utile che questa volta ci provassero veramente a censurare la Rete, per 3 ragioni:

- Perché l'elettore del centrodestra potrebbe finalmente provare sulla propria pelle, invece che su quella altrui, che cos'è un governo autoritario e censorio. E capisse cosa significa nella pratica avere i (post)fascisti al governo.

- Perché un'azione come l'oscuramento di Facebook o YouTube avrebbe un effetto negativo, più di quanto si aspettino, sull'opinione pubblica. E potrebbe aiutare la produzione di anticorpi culturali e tecologici (penso a una salutare diffusione di strumenti come open proxy, open DNS, TOR, crittografia, che probabilmente ci farebbe solo bene).

- Perché è ora che da questa parte ci si svegli. Non è tollerabile che la difesa delle libertà di Rete sia affidata ai blog di Grillo e ai DiPietro (che non essendo se non sbaglio un libertario, mi pare ne stia facendo più che altro una questione di opportunità politica personale).

E' ora che nel centrosinistra ci si accorga che quello che serve qui è un organismo stutturato di lobbying (o meglio, anti-lobbying) che possa operare un'azione di informazione, formazione, battaglia legale e mediatica a difesa delle libertà in Rete.
Negli States hanno l'EFF, organizzazione senza fini di lucro che fa esattamente questo: battaglie legali (e le vincono praticamente tutte) consulenza al sistema politico, pressione, informazione, formazione.

Bisogna rendersi conto che è più che mai urgente un'azione strutturata e incisiva che difenda tutte le libertà individuali che possono essere messe in discussione da un uso spregiudicato e autoritario delle nuove tecnologie, e che sia in grado di fare azione legale, ma anche e soprattutto consulenza e informazione a quella che è probabilente la classe politica meno adeguata d'Europa a legiferare su questioni così importanti.

Quanto ci vorrà a chi di dovere (diciamolo pure: al più grande partito del centrosinistra) a capire che le battaglie che si fanno oggi sulle libertà di Rete sono fondamentali non solo per la libertà e la democrazia oggi, ma pagheranno in termini elettorali domani?

Riguardo al "che fare", Quintarelli invita a scrivere ai propri parlamentari di riferimento per sottolineare come questo provvedimento sia inutile, stupido e medievale. Sono indeciso se farlo oppure sperare che ci provino davvero. Intanto, comincio a smanettare con PGP e TOR.

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11 febbraio 2009

Mele (da morsicare)

Verso la fine del 1998 la mia vita professionale è cambiata completamente: ho abbandonato il mio lavoro di copywriter freelance per fare una cosa che nessuno sapeva cos'era, tanto meno io, cioè la community manager (eeeh?) di Atlantide.it. Il resto è abbastanza storia.
Verso la fine del 2008 avevo accumulato abbastanza soddisfazioni e stanchezza da sentirmi decisamente alla fine di un ciclo: tanti anni di esperimenti, di delusioni, di successi, di fatiche, sempre più o meno da sola*, o meglio, quella che sapeva sempre cosa fare (o così sembrava agli altri), ma che fatica, che immensa fatica. Il 2008 è stato per tanti motivi l'anno del successo professionale, per riconoscimenti, fatturato, lavori fatti, guadagni, ma anche l'anno in cui mi sono resa conto che era arrivato il momento di ricominciare da capo, meglio se con qualcuno con più esperienza di me.
Un po' per caso, molto per quegli strani intrecci che sembrano confusi e casuali e solo alla fine mostrano un disegno compiuto, proprio in questo periodo si è concretizzata la possibilità di una fusione tra quelle che ho immediatamente visto le due metà di una mela. La mela verde, Daimon: specializzata in community e social media, abbastanza cialtrona (ma oculata) nella gestione e nella commercializzazione, dall'offerta soft, consulenza, gestione, competenza, niente che potesse essere consegnato su un CD. La mela rossa, YooPlus, specializzata in Intranet e Enterprise 2.0, gestione adulta e competente, dall'offerta hard: sviluppo, piattaforme software, gestione di sistemi, un know how e un valore trasferibile.
Insieme Daimon e YooPlus fanno la mia mela preferita, la Royal Gala, quella dolce come le mele rosse e croccante come le mele verdi. Io l'ho vista così da subito, poi ovviamente ci abbiamo messo mesi ad arrivarci, ma ogni cosa vuole il suo tempo.

Tecnicamente un'acquisizione, operativamente una fusione, un'integrazione che ci permette di prendere per mano un'azienda, far fare loro pratica di social media all'interno, farli entrare piano piano nelle logiche di condivisione e collaborazione tipiche dei media digitali, finché sono pronti per farlo anche all'esterno. Filosoficamente, per me un insight assoluto: finché i media digitali non entrano nel lavoro quotidiano di tutti, noi del marketing possiamo fare anche i salti mortali, ma rimarremo una curiosità, un gadget. Come tutti gli insight a leggerlo dopo sembra banale :-)

Adesso si tratta di tornare a studiare e a imparare, oltre che a lavorare più di prima (ma ognuno a far quello che sa fare meglio, tipo che io mai più Excel); il bello è che io e Luca continuiamo a fare quello che facevamo prima, ma meglio, e con persone che ci piacciono e che sono più brave di noi in molte cose. Sperando di crescere tanto, anche perché così il settore cresce con noi e magari potrò permettermi sempre di più di coinvolgere nel mio lavoro le persone che stimo, come è stato con Auro ed Elisabetta (ma anche con Serena, Giulia, Claudia, Federico, Colas, Giovanni e tanti altri).

* sola mi sentivo, ma certo non ero, considerato quanto hanno fatto per Daimon Alberto e Luca

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