I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

30 gennaio 2009

Regalare conviene

Ci sono due cose che mi consentono di fare questo post: il fatto che Cory Doctorow ha distribuito la sua racconta di saggi Content sotto licenza Creative Commons, quindi rendendola liberamente redistribuibile, e il fatto che l'ha distribuita in formato digitale, quindi facilmente riproducibile.

Così facendo, Doctorow non ha perso un lettore ma ne ha guadagnati due: me, che oltre ad aver scaricato e letto il libro sul cellulare poi l'ho anche comprato, e almeno uno dei lettori di questo blog, che incuriosito dalle citazioni qui sotto scaricherà il libro, e probabilmente lo comprerà anche.

E forse ci farà un post, e via così...



da Content:


Here’s the social reason that DRM fails: keeping an honest user honest is like keeping a tall user tall.


The thing that made the Luther Bible a success was its scalability: it was more popular because it was more proliferate: all success factors for a new medium pale beside its profligacy. The most successful organisms on earth are those that reproduce the most: bugs and bacteria, nematodes and virii. Reproduction is the best of all survival strategies.

Here are the two most important things to know about computers and the Internet:
1. A computer is a machine for rearranging bits
2. The Internet is a machine for moving bits from one place to another very cheaply and quickly
Any new medium that takes hold on the Internet and with computers will embrace these two facts, not regret them.
New media don’t succeed because they’re like the old media, only better: they succeed because they’re worse than the old media
at the stuff the old media is good at, and better at the stuff the old media are bad at.


Whenever a new technology has disrupted copyright, we’ve changed copyright. Copyright isn’t an ethical proposition, it’s a utilitarian one.

An “information economy” can’t be based on selling information. Information technology makes copying information easier and easier. The more IT you have, the less control you have over the bits you send out into the world. It will never, ever, EVER get any harder to copy information from here on in. The information economy is about selling everything except information.

The future is conversational: when there’s more good stuff that you know about that’s one click away or closer than you will ever click on, it’s not enough to know that some book is good. The least substitutable good in the Internet era is the personal relationship.
Conversation, not content, is king. If you were stranded on a desert island and you opted to bring your records instead of your friends, we’d call you a sociopath

In Huxley’s Brave New World, the rationale for the totalitarian system was that technology was too dangerous and needed to be controlled. But that just pushes technology underground where it becomes less stable.


An email system that can be controlled is an email system without complexity. Complex ecosystems are influenced, not controlled.

We are proud parasites, we Emerging Techers. We’re engaged in Perl whirling, Pythoneering, lightweight Javarey — we hack our cars and we hack our PCs. We’re the rich humus carpeting the jungle floor and the tiny frogs living in the bromeliads.

28 gennaio 2009

Infomerciami ma non eyeballarmi

Una delle cose che ho imparato lavorando in Daimon è stato a non avere un atteggiamento ostile verso il marketing e la pubblicità. Prima di fare questo lavoro ero ideologicamente ostile a qualunque forma di pubblicità, ma Internet mi ha dimostrato che è possibile fare advertising utile ai propri clienti, fornendo contenuti effettivamente informativi e personalizzati sui propri prodotti. Tutti dobbiamo comprare oggetti, tutti vogliamo informarci prima di farlo. Conoscere i prodotti è utile, lo dimostra anche il successo televisivo degli infomercial.

Sono un frequente lettore di e-mail commerciali (DEM): le aziende e i distributori che me le sanno fornire basate sui miei interessi traggono - credo - notevole soddisfazione dai miei acquisti d'impulso online (da 250 a 500 euro al mese di libri, dvd, t-shirt, abiti, scarpe, you name it). Leggo e clicco volentieri anche le mail di siti e-commerce ultrascontati come Saldi Privati, BuyVIP e Born4shop, finendo spesso per comprare grazie ai notevoli sconti (se vuoi un invito chiedimelo scrivendo qui).

Il problema è che per qualche ragione sono pochi quelli che sono in grado di servirmi DEM mirate sui miei effettivi interessi. Gli editori per esempio sono nel business di fare da tramite tra aziende e consumatori usando i contenuti come veicolo, ma nonostante mi sia sempre profilato in dettaglio sui loro database e quindi sappiano di me molte cose, non sono mai riusciti a servirmi una DEM che mi invogliasse a comprare qualcosa, o anche solo a cliccarla. Tutti gli editori che conosco hanno fallito in questo senso, limitandosi a bombardarmi di DEM generaliste in flash che finiscono regolarmente nel cestino di Gmail, se non mi fanno talmente arrabbiare che le marco come spam (questo quando va bene: quando va male ci scrivono "guardi il spazio di membro").

Ancora peggio, sono gli stessi soggetti che poi mi massacrano di banner o di flash overlay sui loro siti, rendendomi la navigazione talmente difficoltosa che sono stato costretto a installarmi Adblock, un add-on per Firefox che automaticamente rimuove tutta la pubblicità da una pagina web (banner, leaderboard, flash, html, tutto) e Nuke Anything, che permette di rimuovere qualunque elemento da una pagina web.

Quindi io vedo un Web molto più "pulito" di quello che vedono la maggior parte dei navigatori, con due conseguenze: che rinuncio alla possibilità di essere informato dalle aziende sui prodotti che mi interessano, e che l'inserzionista (che paga l'editore perché ospiti la sua pubblicità che mi rovina la navigazione) sta pagando qualcosa che non gli viene corrisposto: la mia esposizione - mancata - ai suoi prodotti.

Oggi Firefox ha una fetta di mercato del 25% e si avvia rapidamente a raggiungere Explorer, se non l'ha già superato nelle fasce di utenza più appetibili per certi tipi di prodotti. Dal lato opposto, inserzionisti, concessionarie e editori fanno fronte alla crisi aumentando sempre di più gli spazi, senza migliorare la qualità delle inserzioni.
A parte che resto convinto che una pubblicità generalista priva di contenuti utili raramente abbia un effetto positivo (poi possiamo discutere su cos'è "utile" rispetto a un cellulare piuttosto che a un profumo, e persino su cos'è "positivo"), e che comunque i più giovani i banner manco li vedano più, cosa succederà se/quando traboccherà il vaso e Mozilla deciderà di integrare di default Adblock in Firefox? Gli inserzionisti continueranno a regalare soldi a siti che non raggiungono il loro pubblico?


Un esempio: il Corriere senza e con Adblock/Nuke Anything



Invece di sparare nel mucchio e scontentare tutti scatenando questo tipo di reazioni, non è forse il caso di ragionare su cosa interessa veramente ai propri potenziali clienti, partendo dal conoscerli meglio, e quindi cercare di servire loro MENO pubblicità ma che sia mirata, che sia interessante, che sia utile, che li informi veramente? Lo dico solo perché il fatto che ci siano milioni di consumatori come me che non desiderano altro che poter dire cosa vorrebbero comprare mi sembra un'occasione persa per tutti.

UPDATE: Mauron ha scritto un lungo post a seguito di questo, in cui analizza i problemi legati a una profilazione più approfonfita degli utenti. L'ho letto in fretta ma a quanto ho visto sono di diversi tipi :

- diffusa scarsità di risorse di sviluppo web disponibili (quindi, costi)
- scarsità di risorse per gestione e data entry (quindi, costi)
- difficoltà tecnologiche (quindi, costi ;)
- scarsa disponibilità delle persone a farsi profilare (persino a loggarsi)
- mancanza di standard e di integrazione tra database...

Tutte sensate, ma ben chiosa Mauron: Quando questo “volano” non tirerà più (e forse cominciamo ad arrivarci), si dovrà per forza di cose ricorrere ad altri sistemi per aumentare la “redditività” di ciascun singolo cliente.
Profilare meglio ed essere less evil non è una scelta, quindi, ma una necessità.

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26 gennaio 2009

WD TV: i file video sul TV di casa

Dopo la débacle del Silverscreen Lacie, equipaggiato di un processore talmente insufficiente da renderlo inutilizzabile, mi sono un po' sbattuto per cercare una soluzione per vedere le serie TV sul televisore di casa. La dritta me l'ha data Christian, segnalandomi questo WD TV Western Digital, soluzione particolarmente elegante e (teoricamente) scalabile che dovrebbe durarmi qualche anno.

In pratica, lettore esterno dotato di un processore video sufficientemente veloce (quale sia esattamente non saprei dirvi) da riuscire a riprodurre agevolmente tutti i file che gli ho dato in pasto finora.
(Mi raccomando, produttori, mai scrivere questi dati nelle specifiche, eh? Cosa volete che ci interessino?)

La figata:

- si collega a (quasi) qualunque HD esterno via USB, così è scalabile come storage.
- riproduce i file MKV con sottotitoli inclusi.
- uscita MPEG2/4, H.264 e WMV9 fino a 1920x1080p (full HD).
- la qualità sul mio tubo catodico è dignitosa persino passando per un convertitore scart scrauso.
- Come i DVD, ricorda il punto a cui eri arrivato quando hai fermato il file.
- Ha una funzione di ricerca.


Un po' meno figata il fatto che:

- non riesco a formattare l'HD Western Digital (acquistato separatamente) in HFS, e la FAT32 non supporta video di oltre 4GB (alcuni rip da Blu-ray sono anche 8GB).
- no firewire 800.
- i menu e l'avanti/indietro veloce sono un po' lenti (ma velocissimi al confronto del Lacie).
- le interfacce utente sono ok ma non spettacolari.

Nel complesso funziona bene, è elegante, sembra affidabile, se si rompe l'hard disk non hai buttato dei soldi, ma va visto su un LCD full HD per capirne le vere potenzialità. Un po' troppo windows-oriented, ma si può tollerare.

Costo: da 90 a 120€ (ce l'hanno da media world) + il costo dell'HD (un WD 1 terabyte ormai vien via con 150 euri). Totale 250€ per un accrocchio che dovrebbe coprire le tue esigenze per i prossimi due o tre anni.

Ci guardo i film di buona qualità e i video lunghi di lavoro (conferenze, ecc) ma per tutte le altre esigenze (video da youtube, robe veloci, snippet, clips) continuo a pensare che lo storage online + monitor sia la soluzione migliore, e per quelli conitnuo a usare Reeplay.it (che vi consiglio soprattutto se avete una Wii, per browsarlo sul TV di casa).

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16 gennaio 2009

Time, side [frammento #7]

Questa sei tu, tu e quel sapone buonissimo che hai rubato in albergo e che non usi mai per non consumarlo. Aprilo, butta la plastichina, mettilo nel portasapone. Usalo anche nella doccia, sfiniscilo. Tutto quello che hai tenuto da parte per un momento speciale, usalo o buttalo. Mangia il boccone più buono per primo. Non bere il vino solo perché hai il bicchiere pieno.
Questa sei tu, e il tempo per fare le cose è adesso: hai imparato a godertele quando le fai e ci hai messo 39 anni, non puoi più essere parca di tempo. Apri i tuoi cassetti. Bandisci il nonsisamai, di molto sai, adesso.

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13 gennaio 2009

Regala Little Brother di Cory Doctorow

Hai un fratellino/sorellina teenager? Una figlia, nipote, cugina a cui hai voglia di regalare un libro? Ha tra i 14 e i 20 anni (ma anche di più) ed è appassionata di Internet? Vuoi regalarle qualcosa che sia un romanzo divertente da leggere ma anche utile, cioè le insegni le filosofie importanti alla base di Internet, dell'open source e della libertà di informazione ed espressione senza essere noiosamente educativo e paternalista, ma anzi raccontando una storia divertente e appassionante?

Ce l'ho. Little Brother di Cory Doctorow è il libro più utile da regalare oggi a un/a ragazzino/a (che sappia l'inglese, visto che non è tradotto). Caldamente consigliato dai maestrini.

Inoltre, è liberamente scaricabile in formato digitale, god bless him.

E se qualcuno capace di farlo avesse voglia di offrirsi, ci sarebbe anche da tradurlo (professionalmente) in versione digitale italiana :-)

Qui lo compri su play.com a 5,49€ incluse spese di spedizione.

Qui lo scarichi gratis in digitale.

UPDATE

Content, la raccolta di saggi, articoli e speech sui social media e sul copyright è una lettura imprescindibile non solo per chi lavori su e con Internet, ma per chiunque desideri capire le questioni fondamentali per la libertà d'espressione e di informazione nei prossimi anni.

Se devi leggere un solo saggio quest'anno Se ti occupi di Internet, di editoria o in genere di distribuzione di contenuti coperti da proprietà intellettuale, Content è il libro che devi leggere. E' distribuito totalmente free, ma compralo su Play.com o su Amazon perché il buon Doctorow ha diritto anche lui a essere compensato per il suo lavoro.

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