I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

27 dicembre 2008

Bibbidi-bobbidi-bu (Frammento # 6)

L'uomo intero, olistico, panico, l'uomo che sapeva amare al punto da non poter fare altro che amarsi e amarmi e amarci, l'uomo che o è sì o è no, l'uomo che la realtà non esiste, ma non vedi che non sei qui, pillola rossa, pillola blu, fa la magia tutto quel che vuoi tu.

L'uomo che ricomponeva realtà a piacimento imparò a tessere doppi legami.

Il primo giorno le disse, ti aiuterò. Il secondo le disse, spiacente, non posso farlo. Il terzo le disse, non c'è motivo per non vederci lo stesso. Il quarto le disse, no way. Il quinto le prese le mani e i piedi e si intrecciò a lei come due mozzarelle. Il sesto sparì, non posso sopportare la tua presenza. Il settimo le disse, non temere, ti amo. L'ottavo, non sei neanche capace di sparire davvero. Il nono lei si riprese il suo Tempo e ne fece una cuccia. Prendila così, no, ma così no, ma così per me neanche. 

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26 dicembre 2008

Dialogo tra un'atea e un credente alla Vigilia di Natale

Credente. "dai, che alla fine c'è una Grande Ricompensa"
Atea: "la Morte?"
 

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Sindrome di Stendhal al MOMA

Il bello è che entri e c'è subito Hopper. Come a dire: ok, questo sarà anche il MOMA, culla e tempio della pittura contemporanea e quindi astrattismo, informalità e concettuale a manetta, ma questi sono pur sempre i vecchi Stati Uniti d'America, dove una pompa di benzina è una pompa di benzina, un faro è un faro e una donna nuda seduta su un letto in una stanza spoglia inondata di luce è prima di tutto esattamente quello: una donna nuda seduta su un letto in una stanza spoglia inondata di luce.
Siamo pragmatici e concreti, qui, nei vecchi States.

Poi cominciano a fare sul serio, e inizia l'ottovolante, ovvero un labirinto di stanzoni talmente zeppi di sorprese inaspettate dietro ogni angolo che ti chiedi se non segua leggi fisiche tutte sue, tipo cinque dimensioni o geometrie non euclidee.

E giri un angolo e c'è lo shock fisico dei segnacci neri di Franz Kline che ti investe, e allora per sfuggire a tanta intollerabile violenza (che hai semopre troppo amato) cambi stanza e t'accolgono in un abbraccio le sfumature ambient di Rothko, che ti par di sentire Brian Eno che suona nella stanza a fianco, che poi però quando giri l'angolo, ci sono. Tre. Persone. Sedute su una panca. E una fottuta parete intera di ninfee di Monet che le inghiotte e ti inghiotte.

Scappi che ti manca quasi l'aria e nella stanza successiva ti prende il desiderio di stappare una bottiglia di vino per un simpatico déjeuner sur l'herbe, perché è come se fossi entrato nel negozio di giocattoli dell'impressionismo. Che hai sempre rispettato ma mai amato, quindi fuggi un attimo in cerca di pittura più amica e non devi fare molto: dovunque vai, qualunque angolo giri, trovi tutta gente che veneri da quando avevi 14 anni e hai aperto il primo libro di storia dell'arte.

Uh guarda qui, ho appena passato questo stracazzo di capolavoro assoluto di Picasso senza nemmeno fermarmi, uh guarda là in fondo che intravedo un quadro praticamente fondamentale per lo sviluppo dell'universo a noi conosciuto, uh, forse mi fermerò cinque minuti in preghiera davanti a questo Kandinski, sempre che quel Klee non meriti di più. Uh, guarda "quelle incredibili mele e pere dipinte da Cézanne" che cita Woody Allen in Manhattan.

E domande che ti devi porre di continuo:
- sarà più appropriato vomitare per l'emozione davanti a un Warhol enorme o a due piccolissime statuine filiformi di Modigliani?
- i si noterà di più se, accecato dall'invidia, aggredisco a coltellate un Mirò, un Rauschenberg o un Bacon?
- uh, guarda lì les Demoiselles: quanti Picassi potrò tollerare prima di crollare al suolo in crisi epilettica?

Aspetta che vado a rilassarmi un attimo in questo stanzone che che a prima vista parrebbe vuoto e privo di pietre miliari dell'arte del ventesimo secolo, non fosse per il fottuto capolavoro assoluto di Dance (I) di Matisse che occupa un'intera parete di uno stanzone completamente deserto, cagato da nessuno, e che sta per tramortirmi.

Faticosissimo, il MOMA. Non so mica se ci torno.

23 dicembre 2008

Fanciullini

La vivibilità di una strada è inversamente proporzionale al suo tasso di Pascolamento. Per Pascolamento intendiamo quella particolare situazione in cui una o più persone ti camminano lentamente davanti, ondeggiando a ritmo inverso a te per cui se cerchi di superarli ci sbatti contro e sembri una pazza. Più strade pascolate, meno vivibile la città. A Roma pascolano anche i motorini, a Torino pascolano anche se si è sottozero, a Firenze pascolano in comitive, a Milano (escludendo Corso Buenos Aires e Via Torino) si sopravvive, ma non a dicembre.
Distinguiamo varie forme:
  • Pascolamento Singolo: può portarti alla follia. Un solo essere umano, su un marciapiede anche grande, può ondeggiarti davanti a una velocità laterale tale da azzerare lo spostamento verticale e impedirti di procedere. Cercare di attraversare è pericoloso perché sei talmente scosso da rischiare l'investimento.
  • Pascolamento di Coppia: di solito lei ha il culo grosso volgarmente fasciato e lui gli occhiali a mascherina e le mani sul culo di lei a sostenerlo, quindi non è invidia. Le Coppie Innamorate non pascolano, si baciano nei portoni.
  • Pascolamento da Vecchia Signora: particolarmente frequente nel mese di dicembre, è reso complicato dalla tua educazione formale per cui è disdicevole superarla bruscamente. Lei però tende a insidiarti le caviglie e il sistema nervoso. Le specializzate pascolano alle fermate di metro e tram impedendoti di salire con bruschi scarti laterali insospettabilmente veloci. 
  • Pascolamento Adolescenziale Intrecciato: da due a cinque ragazzotte che si tengono sottobraccio occupando tutta la sede stradale. In alcune regioni italiane investirle con il motorino o con la motosega è depenalizzato.
  • Pascolamento sotto i Sei Anni: è l'unico che strappa il sorriso, anche perché in caso di forte velocità li scavalco velocemente e mi alleno per la Corsa a Ostacoli.
  • Pascolamento con Frenata: è la causa principale di tutti gli atti di violenza inusitati, quando i vicini dicono "era così una brava persona, sempre sorridente".
  • Pascolamento con BlackBerry: depenalizzato, lo faccio anch'io.
  • Pascolamento Offeso: quando il Pascolante sente il fiato sul collo e commenta ad alta voce il tuo livello di nevrosi.
Per consolarvi ieri ho pianto di felicità vedendo uno che nella nebbia tornava sui suoi passi per rialzare una bicicletta caduta.

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18 dicembre 2008

Cosa regalare a un geek + 3 cose che ho scoperto o imparato ultimamente e che condivido perché potrebbero un giorno esservi utili [lungo]

Primo, non denunciare il tuo cliente
Il nuovo modello di business del mercato musicale trova finalmente la sua prima applicazione: le major del disco stanno stringendo accordi con le università americane per la stipula di contratti di licenza collettiva: ogni studente potrà scaricare tutto quello che desidera per un fisso annuale. E' il modello del Voluntary Collective Licensing, proposto nel 2003 dall'Electronic Frontier Foundation e che le major per oltre 5 anni hanno masochisticamente ignorato, perdendo e facendo perdere agli artisti milioni di dollari in introiti, e portando in tribunale centinaia di propri clienti. In questi 5 anni non ho mai trovato nessuno, anche addentro alle questioni di Internet e musica, che fosse a conoscenza di questa proposta dell'EFF.


Dada Music Movement e Mygazines: content is (almost) free
Me lo segnala un'amica che ci lavora, ma l'ho usato, l'ho trovato ben fatto e utile e quindi ve lo consiglio, anche perché secondo me funzionerà moltissimo tra i teenager che, credo, lo useranno come usano ora YouTube (cioè per ascoltarci la musica: lo sapevate?). A Dada oggi sono abbastanza svegli e illuminati da capire che se dai un servizio completo come Music Movement (ascolto intero del brano, no DRM) utilizzabile anche gratuitamente, poi chi se lo può permettere compra, e chi non se lo può permettere tanto non avrebbe comprato lo stesso (e 33 cents a brano non sono ancora l'ideale, ma cominciamo a avvicinarci).

Non è da tutti. Per esempio non ci sono ancora arrivati gli editori di periodici, che sono persino più gnucchi di quelli di libri e hanno fatto chiudere Mygazines senza rendersi conto che quello che esce dalla porta rientra dalla finestra (infatti ora Mygazines sarà probabilmente acquisito da Google e diventerà la book search per le riviste, con cui gli editori di libri son dovuti venire a patti).
Tutto tempo, soldi e incazzatura dei consumatori (che si traduce in ostilità e mancate vendite) che avrebbero potuto essere risparmiati, se solo le major e gli editori fossero state ad ascoltare quello che gli si diceva non più tardi di due anni fa.


Non regali ma opere di bene
Se quest'anno non ti va di fare i soliti regali (vuoi per crisi, vuoi per noia, vuoi perché sei finalmente diventato un bimbo grande) magari riesci a mettere da parte un cinquantino da devolvere a qualche organizzazione che li metterà a frutto per qualcosa di veramente utile.

Io ti consiglio le mie:

Greenpeace da decenni conduce una battaglia mediatica e legale (ma anche aggressivamente fisica, perché con certe corporation non ci puoi ragionare) contro gli abusi e le violazioni dell'ecosistema e in difesa della risorsa più preziosa che abbiamo, l'unica cosa da cui dipende tutto il resto: il pianeta stesso. Iscriviti qui.

Amnesty International si occupa della seconda cosa più importante dopo il pianeta: la difesa della libertà, della dignità e dei diritti umani e civili. Ancora prima della politica, della religione, della filosofia e di qualunque altra attività umana c'è questo: senza le stesse condizioni di libertà, dignità, accesso alle risorse per soddisfare i bisogni primari di tutti gli abitanti della terra, nessuno di noi può dirsi orgoglioso di appartenere alla razza umana. E siamo ancora molto lontani. Aderisci ad Amnesty qui.

Electronic Frontier Foundation
dal 1990 difende i diritti di tutti noi in Rete: difende la privacy, la neutralità, i nostri diritti di consumatori e di cittadini della Rete, fronteggia le grandi aziende e persino i governi. E come Amnesty e Greenpeace (perché qui parliamo non di politica ma di gente che le cose le FA veramente) li porta in tribunale, e la cosa bella è che VINCE pure. Senza l'EFF, Internet oggi sarebbe ancora meno libera, meno aperta, meno egualitaria. Se ti occupi di Internet professionalmente, o se comunque ci tieni ai tuoi diritti, EFF merita davvero la tua adesione, quindi iscriviti.


Se per forza di cose devi adempiere al tuo ruolo sociale predestinato di consumatore, ecco cosa regalare per natale a un geek
La prima regola è che non si sa mai cosa regalare a un geek perché è praticamente impossibile scoprire quale esatto modello di quale esatto oggetto il geek desidera (e lui desidera quello e solo quello). Quindi il (o la) geek le cose se le compra da solo, o – se è tuo figlio o un parente – è molto meglio se gli dai i soldi e non fai figure squallide cercando di indovinare.

Se tipo è un moroso/a e non puoi dargli soldi, considera uno dei seguenti oggetti:

Un media player, ovvero hard disk per giuardare film e serie TV direttamente sul TV senza passare dal computer (ma non comprargli un Lacie, che è a rischio sòla).

Una Internet radio wifi, per ascoltare direttamente sulla radio migliaia di webradio da tutto il mondo.

Un lettore di e-book, che comincia a essere sensato&utile, ma apprezzerà soprattutto in quanto figo da usare sulla metro e in treno. Migliaia di titoli scaricabili anche in public domain garantiscono anni di lettura senza mai più comprare un antiquato e antiecologico libro di carta.

Un router o media player con bittorrent integrato. Per l'appassionato di serie TV, praticamente il paese di Bengodi. (Non so consigliarti un modello o una marca quindi se hai esperienza su questo o uno degli articoli qui sopra, fammi sapere e aggiorno il post)

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13 dicembre 2008

Un giorno solo ti vorrei

Assai ispirata dalle 91 tesi [Mini]marketing continuo a lavorare ai materiali didattici del Master Ifaf-Apogeo in Digital Marketing & Communication. Per chi si fosse sintonizzato solo adesso è un Master di 15 giornate, coordinato da me e con docenti come Sergio Maistrello, Antonio Sofi, Roberto Venturini, Giacomo Mason, Elvira Berlingieri e Michele Ficara. Dimentico qualcuno? Sì, Luca Mascaro e Federica Bellagamba. (un giorno metterò i link)

Il Master inizia il 17 gennaio, la novità è che, considerate le numerose richieste in merito, è possibile adesso comprare anche solo uno o più moduli:
Non solo: ho individuato 5 giornate che possono essere frequentate indipendentemente dal resto del corso, perché più tecniche o adatte a chi già esperto sente il bisogno di approfondire un particolare aspetto. Sono:
I costi sono sul sito, così come le offerte: per qualunque dubbio sui contenuti, stressate me.

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12 dicembre 2008

Tutti InPausa

A volte ci sono progetti che nascono leggeri nella testa del cliente, tu li sviluppi con persone che stimi, sopporti meglio le inevitabili complessità e tieni alto lo spirito fino ad andare online e provare il sottile piacere di leggere con gusto qualcosa che produci tu.

E' con lo stesso spirito che stasera InPausa partecipa alla Girls Geek Dinner: qualcosa di fresco da portarsi a casa dopo una bella serata con le amiche. A volte succede.

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10 dicembre 2008

Il Post sotto l'Albero 2008 ("ma ancora?!?")

Come ogni anno, e come molti di voi sanno già, la crème della blogosfera italiana si congiunge virtualmente, unisce le pance e le menti e, al termine di un lungo mese di frenetici scambi di mail, sessioni di scrittura notturne e riti orgiastici vari, espelle - sotto le cure ostetriche di Sir Squonk - il manufatto qui sotto linkato, ovvero il Post Sotto l'Albero, antologia e raccolta di scritti e foto in totalòe libertà sul/dal/per il Santo Natale.
Perfetto per gli oziosi pomeriggi festivi (e stavolta causa lungo ponte festivo ce ne saranno un casino, che bello :)

Io quest'anno - come quasi sempre, causa orrenda pigrizia, maleducazione e scarso senso civico - non partecipo, quindi posso consigliarlo e diffonderlo senza conflitti d'interessi. Però mafe c'è, con una foto a pagina 80 (un po' pigra pure lei, quest'anno). Prendete e leggetene tutti. Amen.

I numeri:
72 post, 116 pagine, 1.451 paragrafi, 4.135 righe, 41.954 parole, 208.616 caratteri spazi esclusi, 249.743 caratteri spazi inclusi.



Fate buone feste. Buon Natale non ve lo dico perché è piuttosto evidente che quest'anno porta sfiga.

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03 dicembre 2008

Xperia X1: impressioni d'uso*

Che fare la recensione di un cellulare alla fine si rivelasse un lavoro che ti porta via un sacco di tempo lo sapevo, ma non ho mai avuto uno smartphone touchscreen e volevo provarlo, quindi quando la multinazionalona (usando subdolamente il tenero Zioburp al quale non si può dire di no ;) ha proposto a tot persone di usarlo per qualche settimana, ho detto di sì. Smadonnandoci da subito, perché la rubrica simil-outlook che monta il telefono non prevede nessun sistema di importazione da formati standard, e per importare i mille e più contatti dal Nokia precedente son dovuto passare attraverso 2 software intermedi su XP.

Peraltro non è un caso che le uniche 2 cose che avevo chiarito preventivamente a Sony fossero:

a) che già non consideravo Windows XP e Vista veri sistemi operativi, figuriamoci Windows mobile
b) che adottarlo invece di Symbian mi sembrava una baggianata.

E qui tanto vale che ci togliamo subito il dente: ok che il telefono è mirato a una clientela business che presumibilmente usa Outlook, ma la scelta di adottare Windows mobile, oltre che tecnologicamente è anche commercialmente discutibile. Perché tra gli altri difetti (virus, crash, tendenza a imbolsirsi e corrompersi) Windows è un sistema chiuso, che rende difficile importazione e esportazione dei dati, che non se la cava bene con gli standard, che ha scarsa usabilità d'interfacce e che gestisce in modo maldestro alcune funzioni che su un cellulare sono vitali, come la rapidità di accesso (in termini di tempo e di numero di click) alle funzioni e alle informazioni. Anche se su quest'ultima cosa neanche Symbian se la cava granché bene.

Ne deriva che l'interazione tra difetti di Windows, scelte discutibili di programmazione del BIOS (o equivalente che gestisce le funzioni a basso livello nei cellulari) e qualche difettino del middleware Sony che gestisce i panel può causare qualche frustrazione a un utente poco tollerante e poco paziente come me, che al minimo problema di usabilità si innervosisce. Grave, per esempio, il fatto che il sistema non tenga in primo piano la schermata iniziale di inserimento del PIN, e che a causa di ciò capiti di trovarsi ad avere il telefono inattivo a lungo prima di ricordarsene.


un esempio della definizione della fotocamera

Peccato, perché l'hardware è davvero ottimo, a tratti spettacolare: tutto in metallo solido, fotocamera 3.2 megapixel con obiettivo notevolissimo (ma gestita con troppa lentezza dal software) tastiera QWERTY completa tutta in metallo + tastierino software in due misure diverse (e che devo ammettere ho usato - tramite lo stilo - persino più di quella hardware, facendomi ripensare le mie esigenze reali). Inoltre, scrittura a mano libera e funzioni di riconoscimento della scrittura manuale che non ho nemmeno osato cercare di educare.

Il fatto che sia un winphone fa sì che la disponibilità di software sia molto ampia: in mezza giornata sono riuscito a replicare la batteria di software che uso comunemente sul computer: opera mini (Firefox mobile non esiste, e usare Explorer non esiste), feed reader, gmail, google maps (sia con GPS esterno che con quello integrato del telefono, un po' più lento a freddo), qik per le dirette video, nimbuzz per il messenger multipiattaforma, mobipocket perché io sono un pervertito e leggo gli ebook su cellulare, fring (che installo sempre ma non uso mai perché mi fa un po'paura), splash shopper di cui non posso più far senza, e Metro, che dà direzioni e indicazioni per tutti i mezzi pubblici del mondo ed è uno status symbol più che una utility.

Ma ancora una volta è sugli standard che Windows mostra la sua inadeguatezza: la sottospecie di Outlook installata non consente di importare nessun formato standard di calendario, né di fare la sincronizzazione online con Google calendar, iCal o Sunbird. E qui veniamo a chi è davvero utile l'X1: il fanatico di Outlook che vive esclusivamente all'interno delle possibilità date da Windows troverà (suppongo) soddisfacente l'integrazione con i software Microsoft e non avrà problemi, ma chi avesse la necessità di importare e usare standard aperti anche piuttosto basilari come feed rss, calendari ics, contatti di rubrica vcard o csv, probabilmente avrebbe non poche difficoltà a adattarsi a un ambiente chiuso agli standard di Rete.

Il che è un peccato, se si pensa che Sony avrebbe avuto non una ma due alternative: percorrere la via nota e testata (Symbian) che avrebbe consentito di sfruttare tutte le eccezionali caratteristiche hardware del telefono senza andare troppo a pesare sull'usabilità (e ho idea che con questo processore e questa RAM Symbian sarebbe stato quasi veloce), oppure osare - e questo mi sarebbe piaciuto davvero vederlo - magari attendendo qualche mese e facendo dell'X1 il primo telefono europeo con sistema operativo Android, che da quello che ho visto sul Google Phone è spettacolare ma soffre parecchio l'hardware scrausino HTC.

Invece la scelta è stata di andare a concorrere con l'iPhone con un sistema operativo non adeguato, in una fascia già affollata e, diciamolo, a livelli di prezzo che definire non accessibili a chiunque è un eufemismo. Il che significa che se è vero che X1 sarà la scelta degli utenti business Windows irriducibili - ma in rapido calo - iPhone probabilmente resta più appetibile a tutte le altre fasce di mercato, in aumento (e i dati di vendita negli States lo dimostrano).


*disclaimer: su commissione, cioè esplicitamente richieste da Sony senza la promessa di nulla in cambio.

02 dicembre 2008

Bruciar futuri

Sono un po' bastian contrario, ma non sempre, sole per le cose importanti. Tipo quando avevo 8 anni e mia zia andava matta per i Bee Gees e io, serissima, "ma ho letto che vendono molto solo in Italia". In un lampo di odiosa preveggenza avevo scoperto che se dici qualcosa con sufficiente sicumera citar la fonte non serve a molto, anche perché nell'era dei mass media, fonte? Basta dire che l'hai letto e ancora molti ti credono sulla parola. Non sono mai così convincente come quando mento, non è colpa mia, anzi, è un serio problema perchè quando dico la verità mi viene uno sguardo da scema.

Bee Gees a parte, quando vedo che qualcuno è molto d'accordo su qualche decisione per me molto importante, mi viene subito voglia di cambiare posizione. Non credo di farlo per cattiveria, anche se il sospetto di odiare segretamente tutti coloro che mi vogliono bene in certi momenti viene. E' che è tutta la vita che quanto più avevo ragione, tanto meno me la davano, e allora quando mi percepisco mainstream mi preoccupo.
Il far-la-cosa-giusta è sempre cosa giusta? Non è più giusto fare il-cazzo-che-mi-pare-e-piace? In senso cosmico, non per infantile principio di piacere.
Questo bastian contrarismo alla fine mi obbliga a non dire più niente a nessuno quando faccio qualcosa. E' un po' come quando hai una bella idea per un articolo o per un racconto, io se la dico, puf, si sgonfia. Non è reticenza, è protezione della proprietà intellettuale e del mio futuro. Se dico "Penso proprio che andrò alle Terme Milano" e qualcuno mi dice "grande idea, sono fantastiche" a me subito viene di non andarci. E poi ti odio, perché per colpa tua non sono andata alle Terme Milano, per colpa del tuo cazzo di sorrisetto soddisfatto all'idea che io facessi qualcosa che tu condividevi così compiutamente. Allora sto zitta - che è anche una cosa che mi fa sembrare molto più intelligente - oppure mento - che mi dà un'aria assai competente riguardo a me stessa. In realtà io non so mai cosa sto per fare, ma so per certo che se lo dico a qualcuno, poi quel pezzo di futuro lì me lo brucio. Non datemi retta, qualunque cosa io dica.

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