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31 luglio 2007

Al mare



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Ci rivediamo a fine agosto.

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27 luglio 2007

Cose che smetto di fare al mare

  1. avere sempre dietro il portatile
  2. divorare nevroticamente qualunque forma di news
  3. mangiare carne rossa
  4. accendere la televisione
  5. vestirmi
  6. pesarmi
  7. rispondere alle telefonate
  8. mangiare al chiuso

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23 luglio 2007

Fosse un altro paese

C'è una scena che mi ha colpito più di tutte nella precisissima, inappuntabile narrazione di oltre 30 anni di storia della mafia di In un altro paese, documentario di Marco Turro trasmesso poco fa da Raitre. Non sono gli stralci del superprocesso, non sono le interviste a Falcone e Borsellino, non sono le crude foto in bianco e nero di poliziotti e sindacalisti mortiammazzati né la meticolosa e straziante ricostruzione di una strage di stato che dura fin dalla nascita della Repubblica.

E' la scena dei funerali agli agenti della scorta di Borsellino in cui una folla enorme di palermitani - lo stesso popolo che ci viene così facile qui al nord accusare di non ribellarsi alla mafia - assedia Scalfaro e l'allora capo della polizia Parisi, cercando letteralmente di prenderli a cazzotti. Non me la ricordavo dai Tg dell'epoca. Abbiamo tutti nella memoria le sacrosante e liberatorie cinquecentolire tirate a Craxi davanti all'hotel Raphael, ma lo schifo, la disperazione , il senso di sconfitta insito nel cercare di tirare cazzotti a un Presidente della Repubblica non li ricordavo.

Nel documentario le responsabilità politiche nel mettere i bastoni tra le ruote al Pool antimafia emergono tutte: Martelli, Craxi, ovviamente Andreotti, il senatore a vita giudicato colpevole di aver avuto relazioni con Cosa Nostra che oggi sostiene il governo. Ancora più importante, questa può permettersi di essere storia, non cronaca. Ed è uno spettacolo disgustoso, ai limiti dell'intollerabile. Una di quelle visioni che mostrare ai propri figli è un dovere morale, e allo stesso tempo si vorrebbe non dover mai mostrare ai propri figli per non dover dire loro mi vergogno. Per non dover dire loro devi vergognarti anche tu di essere italiano. Devi vergognarti della classe politica che abbiamo espresso in tutti questi anni, devi vergognarti di questo paese. E' a questo livello di vergogna che un cazzotto al Presidente della Repubblica diventa, pur indegnamente, un riscatto dell'intera nazione.

Ampi stralci del programma si trovano a partire da qui. Sarebbe bene che la RAI lo mettesse online da scaricare integralmente al più presto.

La Serata Ignorante[tm]

Ingredienti per una perfetta Serata Ignorante:
  • un padrone di casa rilassato, possibilmente dotato di terrazzo e/o giardino
  • nessun impegno il giorno dopo
  • musica così poco cool da essere cool
  • vino caldo
  • modica quantità di droghe consentite
  • cibo buono, ma nei pacchetti (da dilazionare tenendo conto della fame chimica che certamente sopravviene)
  • smisurate quantità di cazzate interessanti
  • qualcuno che capisce quello che dici
  • qualcuno che ride a ogni cosa che qualcun altro dice
  • qualcuno che sta per partire
  • Amichetti
La Serata Ignorante è un format che si adatta benissimo anche ai tempi lunghi, tipo Sciata Ignorante, Week End Ignorante, Vacanza Ignorante & so on. Mettete solo in conto discreti hangover, qualche chilo in più e una marcata difficoltà al ritorno alla Vita Normale.

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20 luglio 2007

Dedicato

Credo che liberarsi delle generalizzazioni sbagliate fatte da bambina sia la parte più difficile del diventare adulti, sia nel merito sia come atteggiamento. Credere ciecamente a ciò che dice l'Autorità e pensare che tutti vivano come te (pensino come te, sappiano quello che sai tu) è a mio avviso il segnale più inquietante di una società adolescente, e non nel senso che continua a spassarsela.
Per esempio io da piccola ero convinta che i nonni paterni e materni abitassero nello stesso palazzo; che Franco, Pino e Carlo fossero "nomi di zii"; che tutti avessero tre zii paterni e tre zii materni (il fascino indiscreto della regolarita'); che tutti i bambini alla fine della scuola "andavano in campagna" come me, in una grande casa di proprietà della mia famiglia; che la gente di sinistra fosse "diversa" e un po' pericolosa, perche' vogliono farti pagare più tasse, vogliono portarti via la terra e tendono all'insubordinazione.

Ci sono anche conseguenze positive di questa tendenza all'inferenza: per esempio, essendo grazie al cielo onesta, colta e positiva, tendo ad attribuire automaticamente a chiunque altro queste caratteristiche, il che fa di me una campionessa assoluta nello sport noto come "concedere il beneficio del dubbio" a terzi. Certo, questo significa anche che cado dal pero quando scopro che il 90% delle persone che incontro non hanno la minima idea di quello di cui sto parlando (e lo scopro sempre troppo tardi) e che qualcuno non è esattamente buonissimo.

Un'altra categoria di informazioni sbagliate apprese da bambina sono le affermazioni casuali degli adulti che nella tua testa trasformi in verità assoluta, da accettare o rigettare in modo altrettanto assoluto. Per esempio una volta ho sentito mia madre dire con raccapriccio che "in Svizzera mangiano il lesso con la marmellata di amarene", determinando credo per sempre la mia assoluta e totale curiosità verso gli abbinamenti strani di sapori e verso le gastronomie "deboli" (a cui ho convertito anche lei piu' tardi, va detto).

In realtà però volevo parlare di quando ho sentito dire, non so neanche più da chi, che "i milanesi non hanno il mare e devono andare in Liguria" con un tono di tale compatimento che per me fino a una quindicina di anni fa la Liguria era una specie di discarica dove ti mandavano praticamente in punizione, solo perché non potevi andare al mare "vero" (che per i tarantini è lo Ionio, period, "altro che Maldive"). Per anni ho sempre rifiutato di andare al mare in Liguria, limitandomi ad andarci in discoteca o simili: per colmo di sfiga le mie prime esperienze di mare ligure (Riva Ligure) hanno definitivamente confermato l'idea che piuttosto che quel mare lì, meglio l'afa.

Poi a un certo punto il miracolo, lo svelamento, la Fine delle Certezze: Camogli (e le passeggiate). Finale (e la quasi montagna di Magliolo). Valle Crosia (e la deliziosa Dolce Acqua). Lerici (e l'Eco del Mare). Genova, forse tra le città più malinconiche e furbe tra quelle che amo. Scoperte e amate in giugno, quando l'acqua è deliziosamente gelida, cristallina, subito profonda. Quelle spiagge piccole e sovrastate dalla montagna, con i piccoli paesi arroccati, colorati, sempre vivacissimi.

Ogni volta che torno in Liguria mi si spalanca un abisso di amore nei confronti di questa terra incredibile, che ogni volta mi meraviglia e mi seduce ancora. Settimana scorsa Chiavari, con il suo elegante passeggio, un lungomare perfetto per correre e i delfini praticamente in porto. E soprattutto arrivare dal mare a PortoVenere, quell'incredibile canale annunciato da una fortificazione invisibile da terra, entri e scopri la chiesa e questo paesino colorato e protetto da un'isola quasi selvaggia, che al tramonto è ancora in pieno sole mentre la terraferma è già all'ombra e il mare è diviso in due dalla luce che si ritira.

Forse è per tutto questo (e per molte altre cose) che Genova-G8 per me rimane una ferita aperta, anzi, La Ferita, un po' come il disorientamento quando ho scoperto che molti bambini in vacanza non ci andavano proprio, che la gente di sinistra ero io, che davvero le forze dell'ordine (non tutti, ma qualcuno sì) hanno la mano pesante con chi non la pensa come loro (e quindi con me). Lo stesso disorientamento di quando scopri che i tuoi genitori non sono le fonti della verità assoluta e sbagliano e che hai dovuto liberarti di molto di quello che ti hanno insegnato, e che questo non ti impedisce (più) di amarli molto e che questo forse significa che, all'alba dei 38 anni, sei diventata grande, come Carlo non diventerà più, soprattutto se lo dimentichiamo.

(in memoria di Carlo Giuliani (Roma, 14 marzo 1978 - Genova, 20 luglio 2001)

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19 luglio 2007

Twitter is like proprioception

It's like proprioception, your body's ability to know where your limbs are. That subliminal sense of orientation is crucial for coordination.
Twitter and other constant-contact media create social proprioception. They give a group of people a sense of itself, making possible weird, fascinating feats of coordination.

(...)

So why has Twitter been so misunderstood? Because it's experiential. Scrolling through random Twitter messages can't explain the appeal. You have to do it - and, more important, do it with friends.

(...)

Here's my bet: The animating genius behind Twitter will live on in future apps. That tactile sense of your community is simply too much fun, too useful - and it makes the group more than the sum of its parts.
Clive Thompson, Wired magazine

18 luglio 2007

Fortunate coincidenze

Volevo scrivere un post sulla riforma delle pensioni, se non altro per rompere un po' le palle a Sir Squonk, che mi ha dato il permesso di rompergliele.

Ma sapevo che sarebbe stato un palloso post su assistenza e previdenza, sulla credibilità di un governo che chiede sacrifici ai salariati con un'evasione fiscale al 70% and counting, sul fatto che per rimettere in pari l'INPS (che in realtà se la cava benone nonostante quello che ci raccontano) basterebbe non fare una roba che non si porterà mai a compimento e si chiama TAV, su come tutti i lavori sono usuranti per qualcuno e nessuno è usurante per qualcun'altro.
Lafargue, il diritto alla pigrizia, varie invettive contro l'etica del lavoro cigiellina, una spruzzata di veteromarxismo qua e là, eccetera. In una parola: un post ideologico. Quindi, una palla.

Poi ho letto Leonardo che per non sbagliare la mette sul pragmatico, e c'azzecca più di me su quello che vi interessa leggere.
E allora ho detto, vabbè, chettelodicoaffà, non lo scrivo e vado a rimettere in ordine le tag dell'iPod, che è meno importante delle pensioni ma quest'estate mi serve di più.

17 luglio 2007

Chi sono? Dove sono? Perché sono qui?

Dopo aver cazzeggiato tutto il giorno su quante cose importanti ero riuscita a fare di venerdì 13 senza troppi danni, all'ingresso della Ca' du Luasso a Lavagna vedo la locandina "Venerdì sera concerto di Jobba" e penso, tutta contenta, "grazie al cielo non è venerdì", entro e mi siedo davanti al palco mentre lui canta a squarciagola quella che sembra una versione slow di Maledetta Primavera.

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16 luglio 2007

Ultimi ascolti

L'ultimo Chemical Brothers, scomodamente incastrato a forza com'è tra Depeche Mode, Coldplay, Aphex Twin e Kraftwerk-wannabe, è stanco ancora prima di cominciare a girare. Lieto di averlo ascoltato prima di (non) comprarlo.

L'ultimo Beastie Boys, deliziosa escursione fuori dal seminato in terreno minimal-funk. Suonato e strumentale, vago e impreciso ibrido urban tra il funk vintage alla Tarantino e un James Taylor Quartet d'annata strippato di tutto il superfluo. Comodo come un paio di Adidas vintage del '79. Non un capolavoro come to the 5 boroughs, ma anche completamente diverso. Lieto di non averlo ascoltato prima di comprarlo. Su iTunes, senza DRM, 9 euri e 90.

Etica professionale 2.0

Marco Mazzei ci racconta come la leggerezza di alcune testate nel fare propri contenuti altrui non è un problema che riguarda solo i blogger.
Sarà interessante vedere se il suo invito a un confronto pubblico sul tema viene raccolto e soprattutto se qualcuno dei coinvolti si accorge di essere stato invitato ;-)

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12 luglio 2007

L'ingenuità del giudizio

Quando parliamo di applicazioni sociali, come i blog o le chat o Twitter, tendiamo fatalmente a confondere il medium con l'esperienza: è come chiedersi "a cosa serve un libro?" o "è bello un film?". La qualità del medium dipende dalla qualità del contenuto, il che complica ulteriormente le cose quando il contenuto non è predefinito e uguale per tutti. Abituati alla stampa, che produce copie oggettivamente identiche, tendiamo a porci di fronte a una rete come se fosse una fonte unica e a scambiare il nostro vissuto con la realtà del fenomeno (detto più semplicemente, confondendo "i blog che leggo" con "lo strumento blog").

Non è possibile leggere tutti i blog o vedere tutte le foto di Flickr e nemmeno averne un'esperienza estesa e condivisa e stabile nel tempo, simile a quella che abbiamo per i libri o per le soap opera (il che ci permette di dire che, in genere, i primi hanno più valore della seconde). Questo - forse - verrà con il tempo. Ma forse no: un medium sociale che associa contenuti sociali a contenuti informativi, alto e basso, permanenza e volatilità, spontaneità e interessi e in cui ognuno aggrega la propria versione del reale potrebbe essere inconoscibile qualitativamente e restare meramente "descrivibile" (in termini di cosa permette di fare e cosa no e come, che non è poco).

Vediamola da un altro punto di vista: Internet è un metamedium sociale che mette insieme la distribuzione/fruzione di contenuti non mediati con la frequentazione di un ambiente vissuto cognitivamente come "luogo". La qualità di un'esperienza sociale dipende sicuramente anche dalla qualità dell'ambiente in cui si svolge, che però non può neanche essere considerata una condizione necessaria: è sicuramente meglio essere tristi e soli alle Maldive che in coda in tangenziale, ma con la giusta compagnia si può essere molto più felici in coda in tangenziale che alle Maldive.

Twitter, blog, second life, flickr in sè non hanno promesse nè garanzie di qualità dell'esperienza: questa dipende dalle persone e dalla qualità (ingestibile) del contenuti/esperienza che popolano la mia rete (diversa da quella di tutti gli altri).
Credo che la maggior parte delle difficoltà di interpretazione dei media sociali da parte di chi ne rimane al di fuori (o ne ha un'esperienza parziale) sia proprio accettare che l'esperienza di ognuno è unica e imparagonabile a quella degli altri, perché ciascuno legge e segue un insieme diverso di persone (e con motivazioni diverse). E' vero anche a partire da medium stampati (sono io con la mia personalità che completo un libro, un film, un'opera d'arte etc), ma qui alla personale interpretazione aggiungiamo l'incredibile complicazione di un'esperienza per definizione sempre e comunque unica, personale e mutevole.

Anche per questo qualunque valutazione di merito dei contenuti e del valore di un media sociale è, nella migliore delle ipotesi, ingenua: quel che si valuta è in realtà la propria personale selezione e la propria capacità di trovare persone interessanti, o di trovare interessanti le persone.

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11 luglio 2007

33%

Avete visto lo spot Somatoline? C'è qualcun altro che si sente preso per il culo in modo francamente poco tollerabile?
Lo riassumo: la solita modella scheletrica nella solita casa di favola si spalma languidamente il suo Somatoline e si sdraia a letto in topless. Ripresa aerea che mostra quanto sono in rilievo le sue costole e quanto sono lunghe le sue tibie.

Con preso per il culo non mi riferisco al fatto che l'unico modo per dimagrire è mangiare meno e meglio e fare sport: quello lo sappiamo tutti ma abbiamo comunque il diritto a farci consapevolmente illudere. Mi riferisco alla cosiddetta selling proposition: "snellisce fino al 33% in 2 settimane". Qualcuno mi spiega 33% di cosa? Del peso corporeo? Della circonferenza delle cosce? Di visibilità delle costole? Di quanto si peserebbe se si mangiassero salsicce a colazione tutti i giorni? (Poi magari funziona, eh? Non sto discutendo questo).

Lo cito solo perché mi ricorda un discorso che si faceva qualche sera fa paragonando lo spot D&G che si chiude con un ciak (secondo la mia interlocutrice un raffinato svelamento della falsità cinematografica e quindi pubblicitaria, secondo me una boiata) con lo spot Dove Evolution (secondo me un brillante ed efficace svelamento delle falsità del mercato dell'immagine, secondo lei una boiata).

Il punto non è chi ha ragione, ma quale funziona. Dove ha funzionato viralmente (quella cosa che tutti vogliono ma nessuno riesce a creare a tavolino) perché non dice quello che il pubblicitario pensa che il popolo bue dovrebbe voler sentirsi dire, ma quello che gli spettatori sapevano già e non vedevano l'ora qualcuno gli dicesse apertamente: l'immagine è il prodotto, quello che vi vendono non è una soluzione ma il sogno di poter comprare una soluzione, quindi siamo veramente sicuri di voler continuare a inseguire un canone di bellezza irraggiungibile e vivere nella frustrazione?

Che poi quella di Dove è un'ovvietà, volendo, ma un'ovvietà che parla alle persone vere, che hanno ascoltato e risposto perché sapevano che quello che gli si stava dicendo era vero. Bottom line: sempre più questo genere di pubblicità funziona quando è in grado di proporre un messaggio riconosciuto come vero o plausibile, quindi accettato attivamente dall'audience, sempre meno se il messaggio è ruffiano, palesemente truffaldino o semplicemente privo di contenuto. E, aggiungo, sempre più per essere credibili e accettabili bisogna saper essere, parola temo impronunciabile nel mondo della comunicazione, sinceri. Perché oggi ti sgamano. Oh se ti sgamano. (In realtà secondo me ti sgamavano parecchio anche ieri, ma questo al pubblicitario non glielo diciamo, che non sia mai che mi va in crisi).

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09 luglio 2007

comportamenti umani che non capisco (1)

  • quelli che si fermano a guardare il gioco delle tre carte per strada e giocano davvero la cinquanta euro.

  • quelli che vanno al mediaworld e fanno finanziamenti per cose che non si possono permettere, come se gliele regalassero, e sei mesi dopo si lamentano.

  • quelli che prendono la sim TIM spacciata all'uscita della metro e la mettono davvero nel telefono.

  • quelli che salendo sul bus non riescono a compiere il passo esperienziale - alla portata persino di un criceto - che se non ti attacchi al corrimano, quando il bus parte, CADI.

  • quelli che ormai lo sanno benissimo che Firefox è meglio di Explorer, ma continuano a usare Explorer, e non vogliono ammettere che è per pigrizia, e si inventano scuse implausibili.

07 luglio 2007

Afasia

Succedono cose. Una borsa di Margiela di vernice nera (new collection). Rispondo a domande. Domande interessanti. Una gonna blu marezzata di Miu Miu (in saldo al 50%). Penso e non su commissione (cerco camicette fresche e chiare). Scaletto libri e sogno il tempo per scriverli (sono in dubbio se prendere la Peggy Flora al 50%). So cosa sta succedendo ma non se ci voglio restare (sicurissima di non aver bisogno di un cappello?). Mi lascio affascinare. A volte scodinzolo.

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04 luglio 2007

Mantenere l'equilibrio

Ma tu come reagiresti sapendo che tuo marito è in Francia con una moto e una modella?

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03 luglio 2007

Mi venda quell'abbonamento!

Sono stata tra le prime a passare a Vodafone, millenni fa, quando sembrava una scelta anticonformista e anche un po' coraggiosa. Ne ero fiera, mi piaceva, customer care eccezionale, aria nuova. Poi ho chiuso la Partita Iva e il loro sistema amministrativo non se ne è mai fatto una ragione, per cui qualunque modifica era un calvario di database dei negozi che aveva ancora la Partita Iva e database clienti col codice fiscale.

Poi mi hanno fatto un'offerta, un cellulare nuovo a 6 euro a bimestre, accettata d'impulso in un momento in cui avevo pochi soldi. In negozio chiedo alla commessa, vorrei anche passare l'abbonamento a ricaricabile, "nessun problema!!!" Pochi giorni dopo chiedo di passare da abbonamento a ricaricabile e scopro che avendo accettato l'offerta del telefono per 24 mesi niente da fare, abbonamento o penale (tipo il doppio del valore del telefono).

Cappio al collo, sensazione di claustrofobia, odio, dissonanza cognitiva.

Quest'anno decido di trasferire i contratti privati (usati soprattutto per lavoro) in un unico contratto aziendale. Arriva il "consulente commerciale" che ci fa firmare mille moduli, azzera subito le ricaricabili e si dimentica di farmi firmare la voltura del mio contratto. Tre mesi e innumerevoli telefonate dopo anche il mio abbonamento cambia intestazione, giusto in tempo per spendere qualche centinaia di euro di navigazione & mail a consumo mentre il "consulente commerciale" non si fa trovare e la flat, che da privato attivi via sito, se sei azienda ci vuole il consulente commerciale.

Alla fine, stremata, vado in negozio, faccio la mia brava coda, mi cazziano perché non ho appuntamento, capiscono che non è il caso e mi fanno firmare l'attivazione di due flat umts per me e per il Vanz, dal bel nome di "Vodafone Broadband XL". Wow. Secondo il negozio, sarebbero stati attivati in giornata. Secondo il 190 il giorno dopo, nella giornata del giorno dopo. Secondo il 190 due giorni dopo, entro 48 ore (già scadute). Secondo il 190 tre giorni dopo, ci vuole tanto tempo perché è un contratto vincolante di 24 mesi. Scatta il fax di annullamento. Ieri richiamiamo il 190, se ci assicurate che lo attivate entro oggi resteremo vostri clienti. Ci richiamano, ok, Vodafone Broadband XL è attivo, riavviate i cellulari! Oggi controlliamo via 190, non è vero, continuiamo a pagare a consumo.

Vado da 3. La commessa mi dice che un contratto aziendale è molto complicato, posso ripassare? Vado da Tim, dove tre quarantenni lampadati qualunqueggiano e quando gli chiedo informazioni su come trasferire un contratto aziendale da Vodafone a Tim mi dicono di prendere un appuntamento con un consulente commerciale (procedura sconsigliata dal numero verde, "se ha fretta vada in negozio!!"). Lascio il mio numero due ore fa, ancora nessuno mi ha richiamato.

Al prossimo spot in tv di Vodafone o TIM comincio a perdere sangue dal naso.

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02 luglio 2007

La parola di giugno (in ritardo)

La parola di giugno è "non sono pronta". (ok, non è una parola e ormai è luglio)

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01 luglio 2007

How Addicted to Blogging Are You?

72%How Addicted to Blogging Are You?

Mingle2 - Online Dating

My (Zone) Diet Diary

29 aprile -> 82 kg
6 maggio -> 81,5 kg
13 maggio -> 80,8 kg
20 maggio -> 80,3 kg
27 maggio -> 79,8 kg
3 giugno -> 79,2 kg
10 giugno -> 78,6 kg
17 giugno -> 78 kg
24 giugno -> 77,6 kg
1 luglio -> 77 kg
(update)
8 luglio -> 76,4 kg
12 luglio -> 75,9 kg
19 luglio -> 75,5 kg
36 luglio -> 75,1 kg

dal 29 aprile al 1 luglio:

niente zuccheri, nemmeno nel caffè.
niente pasta, niente pane. zero.
1 pacchetto di crackers al giorno, solo a cena (integrali, meglio un Wasa).
niente fritti (ovvio). unico condimento anche per cucinare: olio d'oliva extravergine.
colazione con: 1 yogurt (LC1), due capsule di omega 3.

pranzo e cena: un secondo di carne o pesce (meglio) meno cotto ed elaborato possibile, verdure (crude, alla griglia o lessate) a piacere (trad: un casino).
molti fagioli conditi pepe, sale e olio.

secondi:
carpaccio e tartare, 150 gr.
pesce, 150 gr., tonno, spada o salmone, alla griglia o al cartoccio.
petti di pollo o meglio tacchino, alla griglia, 150 gr.
bresaola 150 gr., caprese 200 gr.

vino: 2 bicchieri al giorno, quasi niente dal 24 giugno.

privazioni o rinunce (dopo la prima settimana): nessuna.