I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

30 marzo 2007

quote of the week

il premio per la citazione della settimana va a Ossimorosa, lapidaria nei commenti di livefast:

Nemmeno Tagged mi si fila

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Maestrini in ambascie

Davanti alla necessità di cambiare stampante di rete (ethernet), i Maestrini si trovano davanti al solito, irrisolto dubbio: comprare una laserjet e poi farsi spennare dal toner, o comprare una inkjet per spendere poco di cartucce ma farsi poi spennare dalle testine?
Voi da cosa vi state facendo spennare, e con che criterio? C'è una soluzione per stampare in modo un po' veloce che costi meno delle altre? C'è un modello o una marca che potete consigliare in modo un po' più articolato di "io mi ci trovo bene"?

Svicolare in bicicletta, pedalando con gran fretta

In questi mesi sto assaporando l'adrenalina del successo, l'eccitazione sessuale del potere e le endorfine della stima e del lavoro ben fatto.
Ma non c'è niente, niente come svicolare in bici tra le macchine incolonnate facendo il dito medio al camionista che ti ha suonato nelle orecchie.

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28 marzo 2007

Egosurfing & Googlebombing

Clicca Luca Vanzella e rimanda il vanz al primo posto dei risultati su Google.

(lo so, di solito non si fa, ma vedilo come un esperimento scientifico. e inoltre sono invidioso del successo del mio omonimo coneglianese, ottimo fumettaro)

apdeit: Mafe mi ricorda giusatamente di linkare il libro dell'ominimo Luca Cosplay Culture, che ora mi acchiappo pure io.

apdeit 2: state cliccando Flavia Vento più di me, bastardi.

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Avvistamenti topici

Ha iniziato Pierluigi di ZeusNews, che ha visto i nostri libri nella vetrina:
della libreria Artè di Torino (quella che si vede nel fim Santa Maradona), in Via S. Francesco, traversa di V. Garibaldi, ed è sempre molto aggiornata.

Sono (stati) in vetrina anche nella Mondadori di Taranto, ma forse perché è del fidanzato di mia sorella. Nelle Feltrinelli (Milano) sono molto ben posizionati, ma in settori diversi (eros, umorismo e informatica). Alle Messagerie Musicali (Milano) sono in Informatica, sempre faccia in su e vicino al Maistrello.
In una libreria centrale di Monza sono vicina alla cassa, così come in una grande libreria di Corso Buenos Aires (grazie Auro).

Se vedi Il Mouse e la Topa o Lui non sa chi sono io in vetrina o in evidenza, ce lo dici?

PS: pensavo di essere incorruttibile, poi Laura ci ha costretti a farci questa foto.

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27 marzo 2007

Forzare la mano al virale (Tagged è pessimo)

I furbetti cominciano ad abbondare nel quartierino dell'Internèt 2. Sempre più spesso incontro siti che usano la funzione (comodissima, se usata bene) di importazione dei contatti di Gmail tramite API per forzare la viralità, anche contro le intenzioni dell'utente. L'unica cosa che ti preme è la viralità del tuo servizio? Fai un bel sito 2.0 con un nome 2.0 e costringi il registrante a passare attraverso la procedura di invito ai contatti di mail, con un qualche trick non troppo evidente. In Tagged (già che c'erano potevano chiamarlo Taggd) è il presentarti la lista dei contatti già presenti sul servizio, e sotto, un po' separata, mettere quella dei contatti non presenti con la casellina "invitalo" già checkata (marketer: questo è MALE, sia chiaro). Tu sei lì che passi di fretta, e senza accorgertene invii 500 email di invito che non volevi spedire.
Questo significa forzare la mano dell'utente. Peggio: ingannarlo e fargli fare spam. Risultato: un sacco di utenti insoddisfatti che non useranno il servizio e scriveranno un post come questo che dice che Tagged è pessimo, non usatelo. Anche perché cerca di venderti delle cose in continuazione.
Come riconoscere questo genere di siti? Ospitano banner, in particolare, ospitano banner di suonerie o di siti di dating italiani.

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Tempeste ormonali

Io flirto con tutti. Non riesco a sopportare le persone con cui non posso flirtare. Se non flirto con te, non mi piaci o mi metti in soggezione e aspetto che inizi tu. Di solito inizio io, soprattutto se sei donna o gay, perché il flirt perfetto è quello che non punta a niente e si conclude in sé.

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25 marzo 2007

Quasi dimenticavo!

La (mia) parola di marzo è: grottesco.

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Seminari di tutto il mondo, unitevi

Il bell'editoriale di Marco d'Eramo sul manifesto di oggi fa il ritratto di un Papa disperato e solo. Un uomo fuori dalla storia ormai senza contatto con il paese e con il proprio gregge. Sconfitto e ossessionato dal "relativismo etico" - che i suoi stessi fedeli spesso applicano a scelte importanti della loro vita - incapace di comprendere i tempi, si chiude in una "febbre identitaria" che lo allontana ancora di più dal resto del mondo, una disperazione che lo affonda in una sorta di cupio dissolvi.

Analisi suggestiva che forse trascura il fatto che Ratzinger non è solo e sa di non esserlo. La sua scelta di schierarsi contro l'Europa laica risponde a un disegno preciso condiviso sì da una minoranza del suo gregge, ma una minoranza molto attiva, che ha l'obiettivo di portare lo scontro (di culture e civiltà, perché quelle che si contrappongono sono la cultura confessionale e quella laica) su un piano più alto, partendo dalle questioni etiche fino a arrivare alle scelte politiche, senza mediazioni o compromessi. Chi abbia mai cercato di discutere con la corrente più reazionaria di CL sa cosa intendo.

Non è un rinchiudersi a difesa del proprio orticello: è un'offensiva, certo dovuta anche al fatto che l'orticello si sta restringendo da sé (se sei in difficoltà, provoca un'escalation). E se è vero che la maggioranza dei cattolici italiani non sente sua questa battaglia, è altrettanto vero che c'è una minoranza organizzata che a partire dal laboratorio del Meeting di Rimini e da un'occupazione nepotista a livello locale delle cariche pubbliche e private, da decenni lavora per arrivare a questo punto: è a loro e non al fedele generico che sta parlando Ratzinger. Non farei l'errore di considerare questo Papa fuori dal tempo e la sua battaglia già fallita: è pienamente in linea con un'offensiva globale per aumentare il potere delle gerarchie religiose sulle società civili, fino ad arrivare al governo (chi sta pensando che ci sono già non ha tutti i torti). In passato ci si è riusciti anche in paesi più laici dell'Italia, e si è partiti sempre da qui: l'identità religiosa, le radici confessionali, il diritto di tutte le chiese a deliberare sulle scelte individuali e politiche.

(sorry: il parallelo tra Ratzi e Leonida, condottiero solo contro 20.000 persiani, è di Marco D'Eramo ed era troppo gustoso per non approfittarne)

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22 marzo 2007

Dentro alla merendina

Che i dolcificanti e in generale gli additivi di sintesi chimica siano più dannosi - o almeno rischiosi - per la salute rispetto ai loro corrispondenti naturali basta il buon senso a capirlo, ma quanti di noi sono in grado di riconoscere gli additivi dannosi leggendo gli ingredienti sulle confezioni? In particolare ci sono due ingredienti il cui uso è cresciuto vertiginosamente negli ultimi anni e dei quali in Italia non si parla abbastanza, tanto che non sembra esisterne neanche una traduzione accurata. Domanda: perché sono usati così spesso al posto di grassi naturali e dello zucchero? Risposta (ovvia): costano molto meno, e si conservano meglio.

I grassi Transfatty (grassi trans per gli amici) sono grassi idrogenati di origine vegetale: quanto a rischio di malattie vascolari al confronto lo strutto è un toccasana. Quindi, mamma, è inutile comprare la carne magra se poi in una merendina c'è l'equivalente di danno coronarico di tre costolette di maiale.

L'HFCS (High fructose corn syrup) è sciroppo di glucosio di frumento ad alta densità, costa molto meno del normale saccarosio ed è più dolce, quindi se ne usa meno: ovvio che sia così amato dalle multinazionali dell'alimentazione. Oltre a essere quasi sempre prodotto da grano geneticamente modificato, è spesso additato come uno dei principali responsabili nell'obesità dei bambini americani: agirebbe a livello ormonale come un grasso invece che come uno zucchero. "Agirebbe " perché naturalmente non sono mai stati condotti studi seri.

Grassi Transfat e HFCS sono presenti in quasi tutti i prodotti da forno confezionati (le comunissime merendine), nelle bibite gassate e in innumerevoli altri prodotti industriali. Come dire: mamma, è abbastanza inutile che ti preoccupi che il tuo pargoletto mangi gli spinaci se poi gli intasi le arterie di molecole modificate in laboratorio. La prossima volta dai un'occhiata in più agli ingredienti: facilmente scoverai grassi idrogenati e sciroppo di fruttosio. Le merendine è meglio lasciarle sullo scaffale.

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No comment

Mio marito porta a casa dalla redazione le cose più strane. Oggi è stata la volta delle mutande Perofil (payoff: cose da uomini) che lanciano il push up per lui:
Speciale costruzione ad effetto push up che assicura un sostegno molto naturale mettendo in risalto le forme maschili.

A scanso di equivoci dalla descrizione parte una freccia che punta al pacco di un giovine (un po' bolso per i miei gusti nervosi).

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Let the conversation begin

Scrivere di Internet per un mensile non è per niente facile, soprattutto se è un mensile che non si accontenta di parlare di cose già molto sentite. Mi fa piacere che la competizione e la competenza in questo campo si sta facendo davvero serrata: L'Espresso e D di Repubblica mi ciulano tutte le idee (hanno un mese di vantaggio) e l'articolo qui sotto non uscirà; lo pubblico anche se per l'"audience" dei blog è veramente basic.
"I'm not just starting a campaign, I'm beginning a conversation. With you." "Non sto solo dando il via alla mia campagna elettorale, ma a una conversazione. Con te". Con queste parole Hillary Rodham Clinton ha ufficializzato la sua corsa per le primarie: non in televisione, non con un comizio, ma con un video trasmesso sul suo sito Internet e prontamente ripreso da YouTube e dai blogger di tutto il mondo. Sarkozy, il candidato premier della destra francese, ha scelto come consulente di fiducia Loic Le Meur, uno dei blogger più famosi e più abili nello sfruttare la libertà di movimento e di espressione dei blog per consolidare la sua reputazione anche offline. La sua rivale, Ségolène Royal, ha concretizzato online la sua proposta di una democrazia partecipativa: il forum sul sito "Désirs d'avenir" vuole essere il punto d'incontro e di confronto tra le sue proposte e quelle degli elettori.

Otto anni fa un gruppo di pubblicitari e uomini d'azienda ha rivoluzionato il marketing degli anni a venire dicendo "I mercati sono conversazioni", l'equivalente del terzo millennio de "Il medium è il messaggio" di Marshall McLuhan. La "conversazione" è quello che differenzia Internet da tutti gli altri mezzi: ogni giorno milioni di persone lo usano per socializzare e chiacchierare oltre che per informarsi.
Non del tutto inaspettatamente i politici hanno capito e imparato le regole del gioco prima delle aziende: al grido di "le campagne elettorali sono conversazioni" hanno iniziato a usare la rete come megafono per la propaganda.

Se Internet è una grande conversazione a cui tutti possono partecipare, non è detto però che questa possibilità sia una garanzia di successo. Quando Le Meur a Parigi ha imposto con un escamotage la presenza di Sarkozy a Le web3, un convegno da lui organizzato, è stato sommerso da critiche per lo sfruttamento a fini elettorali di un momento di incontro e confronto professionale (a pagamento). Sarkozy si è concesso con un comizio più che tradizionale, senza approfittare dell'occasione di "conversare" con gli esperti presenti: niente domande, nessuno spunto di interesse per la platea internazionale.
A maggio vedremo se e quanto l'abilità nell'uso di Internet avrà pesato sulle elezioni francesi, ma soprattutto nel lungo periodo scopriremo quanto il desiderio di "dialogo" rappresenti una vera evoluzione del modo di fare politica o un semplice strumento di propaganda elettorale. In Italia Paolo Gentiloni, blogger da due anni, ha continuato ad aggiornare il suo blog anche dopo essere diventato Ministro: Ségolène Royal continuerà a discutere la politica governativa online anche in caso di vittoria?
Nell'attesa, emerge un chiaro segnale: Internet è ormai parte integrante della vita quotidiana di chi ha qualcosa da dire, non più solo sfogo ludico di pochi (se mai lo è stato), ma ambito e contesto per qualunque tipo di discussione tra pari.

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19 marzo 2007

web 2.0 oltre



Sarà che sono noiosa, ma non riesco a eccitarmi per una manifestazione che si chiama Web 2.0 Oltre e che mi chiede 1340 euro (entro il 16 aprile) con un sito che usa le gif al posto del testo (come nel 1997, o giù di lì) ed esce con link temporanei (come se con i css non fosse facile far evolvere i menu di navigazione).
Gli amici relatori (che spero pagati, e bene) mi perdoneranno, ma credo sia il caso di cominciare a selezionare gli inviti :-)

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15 marzo 2007

Vicinati

Non so se avete presente quella sensazione, un misto di rosico e di gratitudine, tipica di quando leggi qualcosa che esprime alla perfezione ciò che da tempo pensavi di dire, ma con una chiarezza, una competenza e una sicurezza che tu di solito ti sogni.
A me sta succedendo con La parte abitata della rete di Sergio Maistrello, che ringrazio per il gran lavoro fatto e per il notevole equilibrio tra entusiasmo e tranquillità che dovrebbe rendere facile digerire questa deliziosa "guida turistica" anche a chi ha pregiudizi o paure.

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11 marzo 2007

Quote rosa

Forse la censura non è la soluzione, ma sta di fatto che Dolce & Gabbana, Armani & co hanno abbastanza superato il limite del buon gusto. Da questo momento in poi compro solo capi di stiliste donne, o almeno di brand e designer che non abbiano più e più volte dimostrato di odiare le loro clienti e/o di aver perso il senso della misura.
Non mi va neanche male, considerando Prada, Jill Sander, Gucci, Marni, Mariella Burani o Alberta Ferretti. Mi dispiace un po' per i 6267, ma essendo simpatici posso farli rientrare nella white list. Max Mara e Moschino credo abbiano stiliste donne e in ogni caso si sono sempre comportati con eleganza.

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06 marzo 2007

Dico: matrimonio E adozione

Secondo il mio personalissimo cartellino, la posizione "ok ai Dico, ma sono contrario all'adozione" è sostenuta nel 97% dei casi senza uno straccio di motivazione razionale, da appartenenti alla piccola borghesia, preferibilmente sui tram. Sarò grato a chi vorrà spiegarmi in che modo questa posizione è ragionevole, e quindi convincermi che:

- Crescere con due genitori dello stesso sesso è più dannoso per lo sviluppo della personalità che crescere con un solo genitore divorziato single.

- La famosa quanto probabilmente sopravvalutata influenza di un modello paterno non si può applicare a una coppia omosessuale anche qualora ci sia un'evidente differenza nei ruoli e nei comportamenti all'interno della coppia.

- Il rischio di discriminazione nell'ambiente scolastico è una ragione sufficiente per non affrontare il problema della discriminazione, rispetto a cercare di risolverlo con l'educazione alla tolleranza, e perché questo invece non varrebbe per altri tipi di discriminazione.

- Esiste un qualche tipo di cattiva influenza oggettiva o modello oggettivamente sbagliato che una coppia omosessuale può - per il solo fatto di essere tale - proiettare su un figlio.

- L'omosessualità è devianza, mentre il desiderio di indossare il cilicio - metaforicamente o meno - è un comportamento perfettamente sano e naturale. (Ok, questa non c'entra, era per fare due post in uno).

Oggi sul tram ne avevo altre due o tre ma me le sono dimenticate. Se qualcuno mi vuole aiutare...

05 marzo 2007

[x-view] Uno su due (della serie: quando c'è la salute, signora mia)

Ci sono poche sensazioni più erotiche del perfetto funzionamento del tuo corpo: lo senti muoversi e accelerare, le gambe spingono, le braccia ondeggiano, i muscoli si contraggono e si rilasciano a seconda delle esigenze. La corsa impegna tutto il corpo, come un amante che non si accontenta.
(pezzo tagliato da "Non giocare con la sabbia, in Hard Blog)

A 19 anni ero da poco andata a vivere da sola, dopo un anno di collegio a Milano. Ero euforica per la libertà, ma senza strafare, insomma, studiavo e mi nutrivo pure. Una sera sono uscita con uno che vedevo ogni tanto, abbiamo bevuto troppa tequila e fatto assai sesso. La mattina dopo mi sveglio annientata, un hangover da paura. La sera dopo ero piegata in due dal dolore. La notte deliravo, tre giorni dopo è arrivata mia madre da Taranto e mi hanno ricoverata in clinica. Una settimana dopo, una di quelle settimane in cui capisci cosa vuol dire sbavare al solo immaginare una siringa, sento il medico dire a mia madre "Forse abbiamo capito cos'ha".
Io avevo la febbre a 41 da giorni, diverse coliche renali alle spalli e la convinzione - tipica dei sani - che i medici sappiano SEMPRE cosa fare. Ricordo i brividi per la febbre e una foglia che girava impazzita su un albero, l'ultima foglia rimasta su quel cazzo di albero, un'infermiera sadica che mi annunciava clisteri come se godesse a farli, le crescenti difficoltà a trovare le vene per la flebo, la paura che fosse tutta colpa mia, che ero una bambina cattiva che beveva tequila e scopava in giro. Ho sfiorato il collasso renale, ma il medico aveva capito davvero cos'avevo, anche se diversi altri medici negli anni a venire si sono assai sbattuti per capire se era curabile una volta per tutte (non lo era, almeno, non finora, ma i reni ancora funzionano, per ora). Faccio una cura buffa che si chiama idropinoterapia e vuol dire solo che devo bere almeno tre litri d'acqua oligominerale al giorno (il che vuol dire che in due terzi del mondo sarei già morta da anni). Sono fortunata: posso fare quello che voglio, l'unico imperativo è mantenermi il più in forma possibile, ma ormai è più che altro un piacere. Me la sono vista brutta per molti anni, ma sono sopravvissuta.

Uno di due, di Eugenio Cappuccio, racconta una storia simile. Forse non è un grande film, però è un film importante: perché è vero quel che si dice, che ritrovarsi all'improvviso bisognoso di aiuto anche solo per fare pipì è una di quelle secchiate in faccia di cui poi sei grato per tutta la vita. Se riesci a simulare la secchiata senza farti qualche giorno di ospedale e trovarti davanti a un medico che ci mette minuti interi a leggere le analisi da cui dipende il tuo futuro, è meglio, anche se è difficile.
Non c'è felicità superiore a svegliarsi la mattina e sentirsi perfettamente in forma, non c'è piacere più grande di sentire che - anche oggi!! - il tuo corpo funziona, ma te ne rendi conto solo se un giorno hai davvero avuto paura che non ti saresti alzato (o svegliato) mai più.

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Pentiti!

Ehi, tu, sì proprio tu, guarda che lo so che non hai ancora fatto il tuo dovere con Diario Aperto. Stanno tenendo le porte aperte apposta per te, ancora per un po', però non procrastinare oltre e cogli al volo l'occasione di criticare segretamente i Maestrini in un documento ufficiale.

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02 marzo 2007

Paura

In questi giorni mi censuro praticamente un post su due. Non mi piace per niente.

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