I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

30 gennaio 2007

Rosling: i magnifici e progressivi destini dell'umanità

La cosa più interessante vista a Le Web 3 non riguardava neanche Internet, quindi figuriamoci, ma è stata la presentazione di Hans Rosling, Professore di International Health, Karolinska Institutet, Stockholm. Che nel tipico ottimismo di un paese nordico e genuinamente socialdemocratico come la Svezia ha dimostrato come la situazione della salute e della ricchezza del (terzo) mondo non stia andando verso la catastrofe ma verso un netto miglioramento, grazie alla scienza e alla democrazia.
Devo dire che all'inizio un minimo sospetto di fanatismo positivista l'ho provato, ma i dati son dati e la presentazione ne è ottimamente supportata. Chi volesse provarla la trova sul sito di Gapminder (o qui in fullscreen, anche meglio).


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Cercasi assistente

Stiamo cercando una persona giovane, sveglia, paziente, simpatica e solida per aiutarci nei prossimi mesi che si annunciano di superlavoro. Ci sarebbe utile una specie di assistente personale che si occupi:
  • di gestire la posta cartacea e l'archiviazione dei documenti
  • di fare da filtro telefonico ai venditori
  • di avere cura dell'ufficio (fa caldo, fa freddo, è finita la carta igienica, manca il toner nella stampante - NO pulizie)
  • di tenere in ordine l'indirizzario (mail e numeri di telefono)
In pratica, una specie di angelo custode per gli angeli custodi (Daimon vuol dire anche questo). Se interessata a Internet e alle community meglio. All'inizio part time (da decidere insieme se mattina o pomeriggio), poi vediamo. Sede di lavoro: Milano Bovisa (comodissima con i mezzi pubblici).

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28 gennaio 2007

Sondaggiaci con SWG e l'UniTS

SWG e l'Università di Trieste hanno messo online questo sondaggio che ricevo via EdTV/Pat e rimpallo a te, giovine ed entusiasta lettrice, poiché:

- non è tirato via come sono solitamente i sondaggi online (parecchie domande, se decidi di rispondere su tutti i 14 blog proposti)

- cerca di evitare le domande vaghe e ambigue, e il solito "sono più affifabili i blogger o i giornalisti?" (ci prova ma non ci riesce sempre)

- per qualche ragione ci sono anche i maestrini, sui quali avrai modo di dire peste e corna se partecipi

(mi viene in mente che sarebbe carino se gli istituti cominciassero a anche diffondere i dati disaggregati - cosa che se non sbaglio finora non fanno - in modo da consentire a chiunque di fare gli incroci tra i dati e i mash-up che gli pare).

26 gennaio 2007

E adesso sorprendetemi

In tre giorni quella simpatica acrobazia alchemica che è il governo con DS + Margherita + Rifonda (e frattaglie sparse) è riuscita a darmi tre ragioni per andare al mare la prossima volta che si vota:

- l'ampliamento della base di Vicenza, senza nemmeno far finta di negoziare sull'extraterritorialità, proprio nel momento di minimo supporto interno a Bush - e mondiale alla Nato - motivato contemporaneamente con:

1. "è un impegno che aveva preso il governo precedente" (cioè "l'ha detto il Banana": congratulazioni)
2. "spetta al sindaco decidere, noi non c'entriamo"
3. "ho già deciso e si fa così"

- l'altrettanto squallida ritorsione di RC, Comunisti Italiani e Verdi nel legare l'approvazione del rifinanziamento della missione in Afghanistan alla questione della base di Vicenza: mele e pere. se l'Afghanistan non va rifinanziato - possibilmente senza far cadere il governo - è per ragioni proprie: cosa mi rappresenta questo mercanteggiare?

- la prima legge della Repubblica (anzi no, ma bisogna tornare parecchio indietro) che punisce un reato d'opinione. e quando metti un Mastella a sfrucugliare in cose così delicate ne esce prevedibilmente una mastellata. come se con la minaccia del carcere qualcuno fosse mai riuscito a far cambiare idea ai nazisti dell'Illinois.

- la legge, genuinamente idiota, sulle quote di cinema italiano nelle sale (mai pensavo che un giorno avrei dovuto linkare il Giornale). è forse la peggior stronzata che abbia sentito negli ultimi anni: quanto a comicità batte persino la Cirielli e il falso in bilancio, con l'aggravante di essere anche totalmente inutile. Courtesy of Rifondazione. Fausto, ritorna.

Ditemi voi cosa posso aspettarmi adesso.

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24 gennaio 2007

Prima foto in Explore della mia vita


Condominium, originally uploaded by mafe.

Imparare qualcosa, anche oggi. Soldi, fama, uomini, borse, viaggi, vini: sono tutti obiettivi di corto respiro, che impallidiscono rispetto alla possibilità di accrescere il tuo bottino di idee, competenze, informazioni, tecniche.
Imparare qualcosa è facile, gratuito e quasi sempre divertente: richiede un solo ingrediente, che è una delle poche cose buone, che fanno bene e non fanno ingrassare. L'attenzione.
Soprattutto dopo una certa età e a certe latitudini, fare attenzione diventa apparentemente meno spontaneo. Cambiare modalità di interazione con l'universo aiuta: ascoltare di più se sei una che guarda molto, toccare tutto, andare in giro col naso per aria invece che rivolto al tuo ombellico.
Io a un certo punto mi sono messa a fotografare. Per una persona come me, che vive tradotta e mediata da righe di quel codice che chiamiamo alfabeto, iniziare a guardare il mondo per poter in qualche modo replicare in uno scatto la bellezza e l'interesse di ciò che vedi significa una seconda nascita.
Passo interi pomeriggi sconcertata dall'interesse per ciò che mi circonda e che finora ho dato per scontato. Il cinema ha acquisito un'ulteriore profondità, la realtà mi si squaderna davanti in geometrie, colori, molteplici piani di azione e di significato. Fotografare è ipnotico, è come ascoltare i ricordi di una persona anziana, come leggere un libro avvincente, come scendere da un aereo e non riconoscere nulla di ciò che vedi. Fotografare è solitudine necessaria, ma una solitudine che arricchisce e che ti avvicina agli altri, dopo.
Ogni giorno imparo qualcosa di più sulla strada in cui abito dal 1992, sulle persone che incontro, sui piani alti di una città visiva e nascosta come Milano. Poi torno a casa, scarico le foto sul mio computer e butto il 99% di quello che ho visto, ma non sono stata capace di riportare a casa. Lo imparerò domani.

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22 gennaio 2007

Il mercato e la professionalità

La querelle che contrappone blogger professionali e blogger amatoriali mi ha sempre visto schierata tra i primi, fin dai tempi in cui La Pizia ostentava la gif "la prima regola del blog è che non si parla di blog". Non fosse altro che per la libertà di poter parlare di ciò che si vuole sul proprio blog, non ho mai capito che fastidio potesse dare che un gruppo di persone amasse riflettere sullo strumento usato, soprattutto se coincidente in tutto o in parte con l'ambito di lavoro (o di studio).

Oggi che la querelle pare contrapporre blogger professionisti e blogger amatoriali, mi trovo senza ombra di dubbio tra i secondi, per ragioni che hanno assai a che fare con riflessioni fatte in questi anni tutti insieme sull'economia del dono e sulla serendipità.

Quando dico che un blogger che ha cura del suo blog per obiettivi espliciti di guadagno o visibilità non è più un blogger non intendo nè esprimere giudizi moralisti, tipo "il denaro contamina", nè attribuire particolari connotati positivi alla figura del "blogger" in quanto tale. La mia è una pura definizione tecnica, una distinzione che prende le mosse dal gonzo marketing e dalla sua lode degli amatori e dei dilettanti.

Nel momento in cui un blogger gode delle ricadute positive della sua passione, del suo impegno libero e disinteressato, della sua generosità, l'intero sistema ne guadagna e niente viene sottratto alle dinamiche virtuose delle community (di tutte, non solo quelle blog based). Nel momento in cui un blogger perde la sua libertà perché scrive (o usa altri strumenti di comunicazione) in vista di un fine, esce dall'economia del dono ed entra nell'economia di mercato: il suo scopo non è più il divertimento o la riflessione o la scrittura, ma un obiettivo preciso (che può anche essere assai positivo, come la copertura professionale di un argomento, non è questo in discussione).

Pur restando disinteressata a una precisa definizione di blog (o di community, o di social media) sono sempre più portata a identificare la soglia tra il divertimento (in senso letterale) e il lavoro in termini di necessità di mediazione. Meno sono libera di scrivere il cacchio che voglio, più quello che scrivo in rete diventa un lavoro, anche se non produce risultati economici (un buon esempio può essere mantenere posizioni in classifica, non dispiacere i lettori o aumentare la propria popolarità/link/commenti).

Le metriche, utilissime per chi cerca di capire e utilizzare professionalmente i social media (disclosure: io per prima), diventano deleterie nel momento in cui costituiscono uno scopo in sé. Questo è un pericolo più potenziale che reale, perché io continuo a vedere assai pochi esempi di manipolazione delle relazioni a scopo di aumento della propria popolarità. Me ne parlano in molti, ma alla richiesta di esempi concreti ricevo poche risposte.

Quello che vedo più pericoloso, in termini di contaminazione di una dinamica fertilissima di condivisione disinteressata, è l'ambizione di usare il proprio blog come trampolino di lancio per la visibilità sui media, la popolarità e la professione. Pericoloso non in assoluto, ma solo quando genera una scrittura paraprofessionale, la convinzione di dover "coprire" tutti gli argomenti e un'inconscia (ma anche no) mediazione tra ciò che si desidererebbe scrivere e ciò che conviene scrivere.

In quest'ultimo caso a mio parere sarebbe opportuna una maggiore consapevolezza del fatto che, a prescindere dallo strumento utilizzato, si esce da una dinamica sociale per entrare in una editoriale, cambiando a tutti gli effetti campo di gioco. Non ho niente contro i blogger professionisti, il nanopublishing e l'uso dei social media come strumento di diffusione di contenuti interessati (anzi): mi preme solo sottolineare come in questo caso l'abbandono dell'economia del dono determini una responsabilità maggiore e la rinuncia agli effetti positivi in termini sociali della parità con i propri interlocutori (che si trasformano in lettori e raramente riescono a ricambiare con la propria competenza quella messa a disposizione, interrompendo la crescita di valore del sistema). E' una questione di relazione, non di contenuti.

Mi piacerebbe che si avviasse un dibattito sereno su questo tema, anche se mi rendo conto di stare pestando un po' di calli e di rischiare anche l'effetto "da quale pulpito". Sempre più spesso negli ultimi mesi ho sentito l'effetto dell'"inconscia mediazione" di cui parlavo prima, non mi sento affatto esente dal problema, ma continuo ad attribuire un'enorme importanza alla libertà di poter avere uno spazio libero da qualunque interesse, anche dai miei.

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19 gennaio 2007

A spotless mind

Venerdì prossimo sono a Firenze e poi proseguo per Roma. Essendo poco orientata nello spazio e nel tempo, mi ero autoconvinta che il BarCamp fosse sabato prossimo. Poi ho scoperto che oggi non è il 12 gennaio, ma il 19: non l'ho scoperto grazie all'agenda che guardo ogni cinque minuti, ma perché mi sono venute le mestruazioni.

Buon divertimento, io mi sa che è meglio se dormo.

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18 gennaio 2007

MEMEnto mori (con o senza spazi?)

Il virus del cos'è un blog ce lo passa il sig. Brodo, e un po' perché sono sempre un tantino in soggezione, ma anche perchè so che l'orrore del dover definire il blog è la classica nemesi mafesca, insomma, mi precipito a farlo io. (Meno 1760).
Allora, il blog è tipo un ipotetico ascoltatore robotico telepatico, che sei o sette volte al giorno nei momenti meno adatti ti trovi a dettargli mentalmente una roba intelligentissima che ti è appena venuta in mente, e ogni volta t'incazzi perché sai che la dimenticherai e in quel momento ti sembra che ne dipendano i destini dell'umanità. Poi torni a casa e la scrivi e ti rendi conto che era una stronzata e non la pubblichi, e il blog è anche quello che grazie al fatto di non essere sempre con te a volte ti impedisce di pubblicare stronzate. Per questo sono contrario al moblog. (Meno 1173)
Il blog è una roba che non è mica necessaria per vivere ma più a passare il tempo. Non come il sudoku, però: è una roba che parli a te stesso ma la leggono anche gli altri, e questo fa sì che il bello del blog non è in quello che scrivi tu a te stesso ma il fatto che c'è gente che ti legge e risponde e quindi fai degli amici. Il blog senza commenti non è un blog, semmai un log, magari un og.
Il blog è anche un posto dove ti scrivi giù, possibilmente senza pensarci, poi ti rileggi e trovi una persona completamente diversa da come la conoscevi. Quindi il blog è anche un benchmark, o addirittura una sfida a diventare una persona più simile a come ti vedi (o a accettarti meglio per come non ti vedi). Ecco, io questo non riesco mica a farlo quanto vorrei. (Meno 399)
Il blog è una roba che quando sei lì davanti a qualcuno che ti chiede perché dovrebbe aprirne uno ti viene una specie di languore malinconico come aver mangiato troppo panettone farcito, e vorresti avere le parole per spiegargli perché lo fai, ma ti sei già ascoltato farlo mille volte e lo sai benissimo che non sai trasmetterlo, e allora gli dici "niente, è una roba da nerd, lascia perdere".

Contromano in autostrada

Decido che forse cambierò palestra. Decido di andare a chiedere un ingresso prova in una palestra in centro per sole donne (very relaxing).

Maestrina: ciao, vorrei sapere se posso avere un ingresso prova per la palestra
Receptionist: la faccio subito parlare con una consulente, si sieda lì

Consulente: salve -convenevoli di rito-, qual è il suo obiettivo?
Maestrina: vedere la palestra
Consulente: -sguardo interdetto- Non vuole, non so, aumentare la massa magra, tonificare, migliorare la sua forma fisica?
Maestrina: veramente io faccio sport da quando ho sei anni, sto solo cercando di cambiare palestra, questa è comoda perché è vicina al parco, io vado a correre al parco, mi è comodo che poi vengo qui a fare la doccia
Consulente: -senza parole, lungo silenzio-
Maestrina: magari la cosa migliore è se vengo a fare una prova??
Consulente: ah, per una prova può chiedere direttamente alla reception
Maestrina: -ansiosa, consapevole di aver nuovamente ferito un altro essere umano senza aver capito perchè- Magari vuole dirmi i costi?
Consulente: -mi dice svogliatamente i costi facendomi notare che comunque se non mi iscrivo oggi perderò un'incredibile occasione-

Dove ho sbagliato? Perché gli altri tavoli erano popolati da donne che rispondevano bene a tutte le domande?

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16 gennaio 2007

L'insostenibile lentezza di Fastweb

Sto aspettando da tre settimane che Fastweb si degni di considerarmi e darmi appuntamento per il trasloco (nonostante sia cliente da 5 anni e sappiano che uso la connessione per lavoro). Ogni volta che ho a che fare con l'azienda Fastweb - anche solo per andare sull'orrendo sito - mi vien voglia di passare a Tiscali. Ma poi quando faccio un test di connessione...

15 gennaio 2007

Evangelizzazioni forzate

L'idea che sia opportuno spingere più persone possibile ad aprire un blog o a frequentare "la parte abitata della rete" non mi ha mai convinto del tutto: pur essendo convinta dell'importanza di combattere il digital divide (generazionale e non) con la divulgazione, sono fondamentalmente restia a rompere le palle agli altri con le mie passioni/convinzioni. A meno che. A meno che non colga quella scintilla di interesse potenziale, l'unica molla che mi garantisce che chi ho di fronte non annuirà per tenermi contenta e soprattutto che gli sto facendo davvero un favore. Va anche detto che dire "no, guarda, non è roba per te" è spesso l'unico modo per ottenere l'attenzione di qualcuno. Anche in aula e con i clienti detesto la parte di quella che vuole "convincere" l'interlocutore che farebbe meglio a darmi ascolto: se non ci riesco con la forza dei contenuti, stupido pensare di imporsi in termini di relazione (tipo: mi paghi per non fare quello che ti dico, che rimane un diritto del cliente).

Comunque, che ne sia convinta o no, parlo fin troppo di quanto Internet (non solo i blog) ha migliorato la mia vita personale e professionale e la parte dell'evangelista esaltata la faccio spesso o volentieri: per esempio oggi Marcella, che ha un negozio delizioso dove vende le sue creazioni (soprattutto cachemere, ma non solo) mi ha chiesto un consiglio per migliorare il suo sito. A parte compiacermi per la mia migliorata socialità (sto passando da fissare il muro a chiacchierare nei negozi), l'ho supplicata di aprire un blog in cui ci racconta le sue giornate di stilista artigianale in una corte dei Navigli. Le ho anche detto di telefonarmi se ha bisogno di aiuto (gratis) e spero di non averla terrorizzata (l'economia del dono fa paura, la prima volta che ci inciampi).

Più che stressare chi mi sta intorno con le sorti magnifiche e progressive di chi sceglie di diventare parte dei media, invece di limitarsi a subirli passivamente, preferisco scrivere (vedi anche alla voce "timidezza"), fermamente convinta che una delle qualità della scrittura di cui siamo meno consapevoli è che parla solo a chi già vuole ascoltare (manuali universitari a parte).
Per esempio, ci sono un tot di pagine su Vogue gennaio di cui mi prendo la responsabilità (in solido con Alberto e Serena): prego solo chi pensa che in Italia nulla cambi di notare che Vogue (Vogue) ha praticamente dedicato un intero numero a Internet, dando voce anche a chi Internet la vive e la pratica tutti i giorni. Con un'entusiasmo, una curiosità e una dialettica sorprendenti (ma anche no).
Se siete feticisti, ombelicali e autoreferenziali, nel mio articolo su come cambia il galateo con i social media ci sono le foto di un centinaio di blogger, forse vale la pena di dare un'occhiata :D

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14 gennaio 2007

Video killed the wannabe blogstarZ

Oh my god. Sei autorizzato a prenderci per il culo fino alla fine del tempo.

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11 gennaio 2007

5 cose che non sapete di me

Ho cercato di resistere, ma l'invito di Luca M. mi guardava colpevolizzante dalla finestra; ecco il mio autosputtanamento:
  1. Ho trovato il coraggio di tuffarmi di testa per la prima volta a 29 anni. Tuttora staziono su bordi piscina o trampolini per circa dieci minuti, facendo finta di meditare mentre cerco il coraggio di tuffarmi. Entro i quarant'anni spero di riuscire a scavalcare quella specie di spalliera che staziona nei parchi, che ti arrampichi da una parte e dovresti scendere dall'altra.
  2. Nell'estate del 1996 ho lavorato per il Messaggero di sant'Antonio, realizzando un package completo di direct marketing. Il claim "Un Santo per amico" è interamente di mia responsabilità. Sono stata pagata molto bene.
  3. In prima liceo ho vinto il premio per il miglior tema della scuola, 100.000 lire. La mia popolarità, già bassa, è ulteriormente precipitata: altissima, strana e pure secchiona.
  4. Al test per entrare a Scienze della Comunicazione nel 1994 sono arrivata ottava su oltre 2000 candidati. Come sempre nella mia vita, in un primo momento mi sono stupita, poi mi sono innervosita perche' non ero neanche la prima tra le donne.
  5. Sono timidissima.
Invito GionniPeppe, Mucho Maas, laVale Lisagialla, Marcom e Stronza a fare lo stesso.

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10 gennaio 2007

[Recensione pagata] Comunicazione personale e collaborazione in Rete.

Repost da Dschola. A Fabio questa mia recensione non è piaciuta, dice che l'ho scritta di fretta e senza leggere il libro. Boh. A me pare bellissima (come tutto quello che scrivo, ovvio ;-)

Titolo "Comunicazione personale e collaborazione in Rete. Vivere e lavorare tra email, chat, comunità e groupware"
Autori Fabio Metitieri
Editore Franco Angeli
Pagine 224
Anno 2003
Prezzo 19,50 €

"Ricorda le norme di convivenza sociale, utilizza in Rete gli stessi schemi di comportamento che useresti in un incontro reale, renditi conto di essere nel ciberspazio, rispetta i tempi e gli spazi delle altre persone, sii gradevole in Rete, condividi le tue conoscenze, aiuta a mantenere i flame (scontri accesi) sotto controllo, rispetta la privacy delle altre persone, non abusare del tuo potere, sii indulgente con gli errori degli altri". Sono i consigli di comportamento in rete proposte da H. Rheingold e rielaborate da V. Shea nel 1994, quando per la maggior parte degli utilizzatori odierni Internet non esisteva. Oggi che ogni giorno milioni di persone interagiscono tramite computer senza praticamente rendersene conto capire cosa vuol dire padroneggiare dal punto di vista sociale strumenti potenti e limitati insieme è sempre più importante e sempre meno diffuso.

E' proprio questo il primo pregio dell'ultimo libro di Fabio Metitieri: diffondere la consapevolezza che usare bene la posta elettronica, i forum di discussione o gli ambienti di lavoro collaborativo è un'abilità che va appresa con umiltà e attenzione e che per essere padroneggiata richiede tempo, esperienza e pazienza. Per molte persone questa è un'assoluta novità: si tende a dare per scontato che lo strumento funzioni da solo, ignorando la complessità del gestire uno scambio di informazioni (ed emozioni) dovendo rinunciare a tutti i canali non verbali. La storia degli strumenti di comunicazione mediata dal computer si intreccia così utilmente ai consigli per utilizzarli tutti in modo efficace, individuando i più adatti alle diverse situazioni e modi di essere: la velocità impermanente delle chat, la scrittura ragionata delle mailing list, l'ubiquità della mail. Basti pensare che la grande maggioranza degli utenti della posta elettronica - lo strumento in assoluto più usato in rete - pensa di poterla consultare solo dalla propria postazione di lavoro, ignora le potenzialità argomentative del quoting, viola la privacy dei propri colleghi con cc inopportuni. Grazie a questo libro sarà possibile scoprire i misteri dei reply to all (la risposta a tutti i destinatari in cc), risolvere le angosce del forward (l'inoltro di una mail) e magari coronare la nuova competenza con un bel flirt online.

Questo libro non è però solo una agile guida agli strumenti di comunicazione e agli ambienti di community online, argomento ampiamente trattato nella prima parte "Gli strumenti e gli ambienti della comunicazione". Nella seconda parte "Stile, dinamiche di gruppo e comunità virtuali" Metitieri propone una rassegna ragionata delle principali teorie in materia di socializzazione online, integrando con la sua esperienza gli studi e le osservazioni di psicologi, sociologhi ed esperti del settore. Verifichiamo così che è corretto immaginare la rete come un luogo, anche se siamo ancora lontani dalle visioni gibsoniane del ciberspazio: un luogo in cui ci si incontra, ci si conosce e a volte ci si innamora, per lasciarsi dopo una notte di sesso o mai più. Metitieri supera l'aneddotica da pagina di costume approfondendo le tematiche spinose del gender, del razzismo e della costruzione di una personalità digitale più che virtuale: priva di un corpo, ma pienamente reale e vissuta. Una realtà fatta di numerosi ambienti spesso sovrapposti, creatrice di nuove modalità linguistiche a prescindere dalla lingua di appartenenza, calda e vivace nonostante l'algidità dei bit: una realtà assolutamente interessante e civile, a patto di conoscere e rispettare quelle regole definite da Rheingold ormai quasi dieci anni fa.

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09 gennaio 2007

Ehi, tu, uomo dell'anno

Sì, dico a te. In pieno hype da eccesso di autoreferenzialità, il nostro editore ha rifiutato qualunque proposta per la prefazione dei libri. Metitieri, troppo politicaly correct. Baricco, inflazionato. Chomsky, troppo concettuale. Gentiloni, troppo ministro. Veltroni, troppo richiesto. Pulsatilla, troppo famosa.

Per la prefazione vogliono te. L'uomo dell'anno 2006. La donna dell'anno, pure. Lo so, lo so, di questo libro non ne potete già più: e prima il titolo (presto sveleremo i titoli scelti), e poi le storie. Adesso pure la prefazione.

Però, ecco, se ti scappano 500 battute e vuoi provare a recensire un libro che non hai mai letto, partendo da quello che hai capito di Mafe+Vanz in questi anni di frequentazione, la mail la sai (ma va bene anche nei commenti).

Grazie :-)

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08 gennaio 2007

Parti gemellari

Partiti, consegnati, andati: versione per lui, versione per lei. Riscriverei tutto e il Vanz riscriverebbe me. Adesso arriva la parte più ansiogena: le bozze.
Sopportatemi ancora un po', ok?

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07 gennaio 2007

I consigli non richiesti dei Maestrini

1 Quando si arriva in un nuovo newsgroup o in una nuova lista di distribuzione via posta elettronica, e' bene leggere i messaggi che vi circolano per almeno due settimane prima di inviare propri messaggi in giro per il mondo: in tale modo ci si rende conto dell'argomento e del metodo con cui lo si tratta in tale comunita'.
Detto in altri termini, se vuoi seriamente polemizzare su *qualunque cosa*, prima assicurati che le tue brillanti e radicali invettive (vedi tormentone su mappe & co, ma non solo) non siano già state proposte in precedenza (fenomeno noto anche come "2.5 - il problema del bello oggettivo"). Farai miglior figura partendo da dove ci si era lasciati l'ultima volta (Google è pure amico tuo, no?) e la conversazione potrà avanzare, per il bene di tutti, anche per il tuo.

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02 gennaio 2007

Fatti plagiare!

Come forse abbiamo già detto, io e il Vanz stiamo scrivendo per ScrittoMisto un libro su come si trova l'amore in rete. Lo stiamo scrivendo praticamente nelle vacanze, perché siamo violentemente autolesionisti, e adesso ci mancano circa 30.000 battute per finirlo, per cui siamo a caccia di espedienti come al liceo, tipo citazioni lunghissime, parafrasi da autori coreani e veri e propri plagi da vite altrui.

Vuoi essere plagiato? E' facilissimo, basta aver trombato (fisicamente, non virtualmente) almeno una volta nella vita con qualcuno conosciuto in rete. Se ti è capitato, raccontacelo scrivendo a questa mail:
  • spiega il più precisamente possibile dove e come
  • dicci se state ancora insieme e da quanto (o quanto siete stati insieme)
  • precisa se vuoi essere citati con il nome o le iniziali (avendo cura di dirci il nome o le iniziali di entrambi)
  • se sei schifosamente autoreferenziale e a caccia di traffico, dicci se hai un blog e se sì quale (e se vuoi che sia citato)
  • massimo mille battute, entro sabato sei (alle sei, se ci sei)
  • se non hai voglia di scrivere, bastano i particolari, poi l'insieme lo mettiamo insieme noi (siamo giornalisti dentro :D
Ecco, grazie, che il Vanz sta traslocando e io ho una forma assai virulenta di blocco della scrittrice :-)

PS: buon 2007!

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