I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

28 settembre 2005

Chi, io?

Recentemente ho dovuto cambiare medico della mutua: quello che avevo scelto probabilmente il giorno in cui gli hanno dato la job description aveva l'influenza.
Nel senso che tu andavi da lui, facevi ore di coda per poi sentirlo lamentarsi un cinque minuti di tutta quella gente in coda, ma cosa voleva da lui? E tu gli dicevi tu cosa volevi da lui e lui reagiva come uno in coda di là in anticamera, tipo "eh, anch'io ho avuto problemi al ginocchio" oppure "sapesse mia moglie, con tutte queste cistiti".
Poi all'improvviso era come se gli avessero caricavato il modulo "Carter 3.0" e stava lì a menartela che tutti sanno che l'Idroquark 5 garantisce protezione tubulare solo a concentrazioni che dovresti prenderti la scatola e che l'rx torace è inutile, e simili. Era il momento delle ricette, e pur di rosicare budget ed evitarne una si ricordava a memoria tutti i sintomi delle malattie tropicali rare.

Altero Matteoli mi ricorda il mio ex medico della mutua. Ha sempre quella faccia lì, come a dire "Ma cosa volete che ne sappia io di ambiente? E perché pensate me ne freghi qualcosa?". Ieri era da Ballarò a parlare della finanziaria, e giustamente ha ripetuto per tutta la sera "Ma cosa volete che ne sappia io della finanziaria? Ma pensate davvero che io mi possa ricordare tutti quei numeri? E scusate, la stanno presentando adesso alle parti sociali, come faccio io a parlarne qui?". Spiazzante. Ci fosse stato Bertinotti, o anche Fassino, l'avrebbero fatto a pezzi, invece c'era Rutelli e quando c'è Rutelli non trovo luoghi interiori in cui rifugiarmi a pensare con lucidità, sorry.

PS: che poi, per inciso, l'unica cosa furba sul mercato del lavoro ieri l'ha detta Floris (che la riforma orientata alla flessibilità fatta dal centro sinistra poteva funzionare solo in un momento di espansione e che andava ripensata in un momento di crisi, non resa ancora più estrema), ma ovviamente non se l'è inculato nessuno.

26 settembre 2005

Ma(i)ferPlay

Come fa star bene comportarsi bene: produce endorfine mentre lo stai facendo, non in una vita futura.

Regala sorrisi, porgi l'altra guancia, condividi ciò che hai - merci, conoscenze, tempo - con generosità e senza aspettarti neanche un grazie.
Ringrazia chi ti fa vedere i tuoi errori e i tuoi difetti, ma non restituirgli subito il favore.
Non cercare di vincere, nè di perdere: costruisci e sii parte di ciò che hai costruito insieme agli altri.
Mangia ciò di cui il tuo corpo ha bisogno; compra solo ciò che userai spesso e con piacere, e in questo caso non badare al prezzo (anche se è basso).
Coltiva l'Attenzione: assapora con lentezza ogni singola esperienza. Mastica bene le tue giornate prima di ingoiarle.
Restituisci il veleno e il male, ma omeopaticamente, diluito milioni di volte in acqua pura.
Quando senti l'esigenza di una reazione uguale e contraria, che sia vendetta o spiegare meglio ciò che pensi a chi chiaramente non ascolta, rifugiati in un luogo interiore dove poter pensare con lucidità e ricordare che tu sei ciò che sei, non ciò che gli altri pensano di aver capito.
Sorridi a chi vuole ucciderti, qualunque sia l'arma, e passa oltre senza un ricordo.

Swim Music

Per Ange e altri piscinomani, finalmente si può ascoltare musica anche nuotando.

23 settembre 2005

Massaggiami e di bazi saziami

Help: qualcuno conosce un bravo massaggiatore a Milano che non costi uno sfracello? Bravo bravo, però.

Le radici ca tieni

Viaggiare lentamente è la mia nuova frontiera (e "Un indovino mi disse" di Terzani l'ho letto dopo averlo scoperto): il piacere di far fatica e di arrivare stanchi in un posto, in treno, in nave o in macchina (e l'anno prossimo forse a piedi), dopo aver ingoiato palmo a palmo i cambiamenti dell'aria, della terra, del modo di parlare, delle case, della luce. Se la destinazione è la Bretagna e ci arrivi da Barcellona in macchina, lo choc è soprattutto la luce.
Credo che in futuro viaggerò solo alla ricerca di quella particolare luce per cui basta un piccolo squarcio tra le nuvole e anche la polvere si illumina: l'ho trovata in Australia, in certe albe in Kenia, in certi tramonti in Puglia, a Porto Selvaggio, in giornate particolarmente felici anche in Bovisa, uno dei pochi punti di Milano dove il cielo sgomita e trova spazio.
Viaggiare lentamente, come quest'estate, cercando di bilanciare soldi, impatto ambientale e tempo: in macchina da Taranto a Civitavecchia, in traghetto da Civitavecchia a Barcellona, e poi Andorra, La Rochelle e finalmente la terra baciata da fate e maghi e druidi e dalla morte (grande protagonista, presente e quasi amica). Una terra dolce dagli abitanti aspri e sorridenti, che ci ha annusato e capovolto per far uscire la merda ingoiata in tempi vicini, risputato stanchi e ripieni di idee nuove, energie più lente, quasi mistiche.
In Bretagna, nonostante una richiesta fortissima e in continuo aumento, i prezzi restano buoni e l'offerta alberghiera scarsa, integrata dalle "chambres d'hote" e dalle "gites" che chiaramente sono le prime a riempirsi. L'ospitalità bretone tollera poco gli albergoni e le catene, che infatti, se presenti, restano sempre ai margini dei paesini e scontano prezzi decisamente più alti della media (e aver dovuto cedere a un Ibis resta per me fonte di immenso dolore, 75 euro di banalità, dopo aver ingoiato 16 "nous sommes completement complét"). Un momento di pigrizia (non andare a Monza a prendere la tenda) pagato duramente.

In Bretagna restringono i sentieri più amati dei turisti (il sentiero dei Doganieri a Perros Guirrec) per lasciar spazio alla brughiera; ricostruiscono ciò che è stato distrutto (Saint Malo) senza fantasiosi rinnovamenti; non cedono alla tentazione di trasformare le coste in una Romagna oceanica, non so se perché non glielo permettono o perché non vogliono, ma di fatto il risultato è una regione vera, dove l'amore per gli spazi pubblici che caratterizza l'intera Francia è anche negli occhi dei turisti (in gran parte parigini, a nord molti inglesi).
Arrivi a Pointe du Raz e ti accolgono queste enormi case cieche, senza finestre dai lati dove soffia il vento, isolate in questo promontorio che si restringe fino a portarti alla Baie des Trepassés, una delle più belle spiagge che io abbia mai visto (e dove insegnano a fare surf anche ai bambini di cinque anni, per gli interessati). Arrivi a Dinan e ti sembra di essere in quella puntata di Fantasilandia dove il desiderio dei protagonisti è di tornare al Medio Evo, guardi la macchina fotografica e ti sembra incongrua. Arrivi a Carnac e senti le note di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Un'ora alla Plage de l'Ecluse a Dinard a giocare con le onde e le ombre, per poi tuffarsi nell'acqua gelida in mutandine e reggiseno mentre i bambini ridono di te e vecchie signore giocano a tai chi chuan, e sei pulita. Dieci giorni in Bretagna e hai l'impressione che tutta la bellezza rubata del mondo sia finita lì e che tu ne possa godere senza rovinarla.

Ho amato la Bretagna da qualunque punto di vista, autonomismo destrorso di matrice celtica compreso; è vero, ho skippato la zona più turistica (il Golfo del Morbihan e il Quiberon), ma peggio di La Rochelle non può essere, e La Rochelle è meravigliosa, anche se è lì che abbiamo capito che trovare da dormire non sarebbe - mai - stato facile. Ma con quella luce :-)

22 settembre 2005

Car sharing

Con una triste storia di rottamazione simile a quella di Lord Marquant, ho brillantemente risolto in modo affine il problema della mobilità cittadina. Lui ha scelto il Car Sharing di Lega Ambiente, io Guidami del Comune di Milano (che non chiede fastidiose caparre).
Il giudizio sostanzialmente positivo è lo stesso e in due mesi ho preso la macchina solo tre volte :-)
Certo, io e il Vanz abbiamo scovato sulla nostra pelle un fastidioso bug del sistema di apertura, ma di questo forse vi parleremo con un po' più di calma (e dopo aver verificato che sia stato risolto).

20 settembre 2005

Sviluppo sostenibile

Nel 1991 mi sono (brevemente) laureata con una tesi sul marketing ambientale. Il mio orientamento politico era liberal-qualunquista, per la natura avevo un amore generico e il mio principale interesse era trovare una specializzazione rivendibile. Avevo già praticamente trascinato a conclusione una tesi di gruppo su bambini e televisione, ma anche solo l'idea mi annoiava a morte: credendo di farmi un dispetto il mio relatore mi disse "ok, ma cavatela da sola: tra tre mesi voglio la tesi finita".
Tre mesi dopo, esaltata e col prof in visibilio, ero ormai sul cammino che mi ha portato a soliloqui incompresi finché non ho incrociato i movimenti no global.

Non so se è per la passione di lunghissima data per i temi di base dello sviluppo sostenibile che mi rende particolarmente sensibile al tema, ma vorrei che tutti noi, quando pensiamo alle conseguenze dell'inquinamento, mettessimo da parte l'effetto serra (che esiste, non esiste, dipende da noi, non dipende da noi, ha relazioni, non ha relazioni). O davvero qualcuno pensa che l'effetto serra sia l'unico problema di una società il cui ossessivo sviluppo è basato su agenti ferocemente inquinanti?

Non dobbiamo inquinare perché se affitti un appartamento devi lasciarlo al proprietario come l'hai trovato; non dobbiamo inquinare perché l'aria che inquini la respiri, perché nell'acqua che inquini ti ci fai il bagno e ci cuoci la pasta e se non hai soldi te la bevi, perché le scorie nucleari non puoi metterle neanche sulla Luna senza rischiare conseguenze ben più gravi di qualunque incidente a un reattore.

Non dobbiamo inquinare perché le altre specie hanno diritto al loro habitat intoccato, e questo vale anche per i nostri figli e per i nostri nipoti (e se non ne hai vale lo stesso).

C'è davvero chi pensa che non si deve inquinare perché se no i ghiacciai che si sciolgono allagano le città? Lo sviluppo sostenibile è una questione di etica, non di interesse: e se dev'essere interesse, che sia quello immediato di vivere in un ambiente non completamente cementificato, plastificato, puzzolente. Stiamo negoziando le conseguenze presenti perché quelle future sono incerte.

Non c'è alternativa a bruciare idrocarburi? Benissimo (cioè malissimo), ma almeno non ci nascondiamo dietro a querelle "scientifiche" se l'effetto serra o il buco nell'ozono esistono davvero o no. Anche se non esistessero o se non fossero conseguenza dell'attività umana, ci sono mille e uno altri motivi reali per cambiare strada, subito.

18 settembre 2005

A tendency to be unhappy

Non fai in tempo a pensare "che figata di concerto che sarà" che i biglietti sono già finiti :(

16 settembre 2005

Re-feed: RSS to Atom

Niente da fare: il feed RSS s'è rotto. Come una lavatrice. Nessuno qui se lo spiega: è difficile si tratti del calcare. E visto che non abbiamo il cacciavite giusto per ripararlo dobbiamo sostituirlo.
Molto brutto dover cambiare il feed, ma lieti dell'occasione di passare a Atom.

Eccolo qui, il nuovo: http://www.maestrinipercaso.it/rss/atom.xml

Pls aggiornare feedreaderz e bloglinez, presto, presto!

PS: c'entra gnente, ma già che ci siamo, oggi del.icio.us compie due anni e noi gli auguri glieli facciamo proprio volentieri.

15 settembre 2005

Contro ogni evidenza

Pensa a quante brochure hai letto da cima a fondo in una vita. Rivivi quanto ti annoi quando a un convegno il relatore fa autopromozione senza nessuna utilità.

Elenca i siti che usi di più, e con più piacere. Scommettiamo che sono tutti siti semplicissimi, minimali, veloci da usare e immediatamente utili? Siti come Google, come eBay, come Amazon. Siti di enorme successo come i blog, che non offrono niente altro che tanti piccoli testi; formati pubblicitari come gli AdWords, che hanno permesso a Google di arrivare a 342,8 milioni di dollari di utili nel secondo trimestre 2005.

Eppure i nostri clienti pretendono brochure dai testi lunghi e autoelogiativi, vogliono sfruttare i convegni come mera occasione di visibilità e ci chiedono inesorabilmente siti complicati, colorati, protagonisti a scapito delle informazioni. Vogliono i banner, sempre più grossi, colorati e invasivi. Eppure anche i nostri clienti usano Google, cestinano le brochure e sbadigliano ai convegni inutili. Avranno mai guardato un banner?

Ricordiamoci di non agire contro l'evidenza: Google, con la sua estrema semplicità, è il sito più amato della rete. Annunci pubblicitari testuali hanno fatto ripartire il moribondo mercato della pubblicità online, quasi ucciso dai banner. Dei blog se ne è accorto persino Gartner. Del relatore che ci ha fulminato con un'idea a quel convegno portiamo il bigliettino da visita nel portafoglio come una reliquia, sperando di poterlo presto "comprare".

Quando siamo i destinatari di una comunicazione, apprezziamo la semplicità, l'utilità, la velocità: ricordiamocene anche quando siamo i mittenti e ricordiamolo - con la semplicità dell'evidenza - anche ai nostri clienti.

[Post scritto per il blog della Magia della Scrittura]

13 settembre 2005

Per non morire - confessione pubblica

Ieri in riunione il Vanz ha proposto di usare i pop up e io li ho difesi. Ci siamo pure messi a lavorare sul serio per aumentare le page view di un sito, a volte anche a scapito dell'usabilità, e sto cercando un modo per far vincere il premiowww a un cliente. Ho pubblicato con Sperling e Mondadori. In casa un mobile in legno ospita solo il telefono, dei fiori e un libro di fotografie.
Tempo pochi mesi e manderò un curriculum a Microsoft o a alla Dow Chemicals (ex Union Carbide), comprerò un paio di scarpe di Sergio Rossi, accetterò una comparsata a Unomattina e alle primarie - per non far casino - voterò Prodi.
Salvatemi.

09 settembre 2005

Tagclouding


(su TagCloud, via Cristian Contini)

08 settembre 2005

Perché aiutare - reprise :)

Mi rileggo e mi trovo poco chiara persino io, quindi per una volta provo a spiegarmi, che il tema è doloroso.
La domanda non è "perché mandare soldi": la risposta è "per aiutare chi ha bisogno" (come spiegano bene Gaspar e Delio nei commenti).
La domanda non è tantomeno "perché dovrei aiutare Bush", figuriamoci. Mica aiuto lui: aiuto chi non ha più niente.

La vera domanda è: gli USA hanno bisogno di soldi per i soccorsi (lasciamo perdere la ricostruzione, che è un business) perché non ne hanno davvero (così in fretta, così tutti insieme, anche se prevedibili) o perché la politica interna di Bush (e dello Stato della Louisiana) è liberista e no-welfare fino a questo punto?
E in entrambi i casi, siamo sicuri che questo è ancora il modello economicamente vincente, da esportare via Banca Mondiale e FMI?

07 settembre 2005

Grazie dei fior

Era un po' che volevo pubblicamente ringraziare Livefast per post tipo questo. Già che abbiamo gusti simili, mi pare, che ne pensi di Vanessa Beecroft?

06 settembre 2005

Sarà che sono fatta male io...

... ma davvero non vedo perché dovrei contribuire ai soccorsi di New Orleans, quando gli Stati Uniti sono un paese ricco che non dovrebbe contare sulla Croce Rossa (o su altri paesi) per procurare "shelter, food, counseling and other assistance".
Davvero, non sto piccionando, non capisco: è come se a Berlusconi si rompesse la macchina e ci fosse una raccolta di fondi per pagare il carrozziere.

Hanno davvero bisogno di questi soldi? Siamo alla fine del neoliberismo? Abbiamo vinto? O deve cadere ancora qualche aereo "low cost"?
Chiediti perché gli animali allevati crudelmente sviluppano malattie che ci minacciano. Chiediti perché l'aria puzza. Chiediti perché mangiamo frutta e verdura che arrivano dall'altra parte del mondo, raccolti acerbi, ammassati e stipati senza luce.
Di quante "prove" abbiamo ancora bisogno per capire che questo modo di vivere è velenoso e sgradevole per le nostre stesse vite quotidiane prima ancora che per l'ambiente? Che non ci conviene, e a prescindere dalle ideologie e dalle convinzioni: l'aria puzza per tutti.

Ci stiamo distruggendo la cuccia e il paese che ha rifiutato di applicare Kyoto (con alcune eccezioni controverse, tipo Portland) adesso chiede aiuto per gestire un'emergenza annunciata, visto che il suo governo non ritiene di doversi preoccupare di alcune cose: ok, ma poi che si fa?

02 settembre 2005

Bentornati a Milano

Bentornati a Milano
Sarà che ho viaggiato con occhi nuovi (una Canon iXus 50, per la precisione), sarà che l'incipit del viaggio sono stati i due giorni dedicati al culto di Gaudi-ji, quest'anno per me tornare a Milano è stato un enorme, enorme, enorme sacrificio. L'Italia non mi è mai sembrata così malmessa come dopo quindici giorni tra Catalogna, Andorra e Bretagna :(
Sono fuori asse e lo sarò per un po': se non fosse per i miei amici, non sarei tornata.

New Orleans, Bangladesh

La città di New Orleans è piombata nell'anarchia più totale a causa di un evento naturale che era stato previsto e a cui il governo era stato preparato dagli scienziati e dai metereologi meteorologi.

I soccorsi non arrivano o sono insufficienti, anche perché buona parte della guardia nazionale è in Iraq a combattere una guerra che ormai nessuno più vuole.
La guerra serve a garantisi il controllo della materia prima la cui combustione sta causando eventi naturali catastrofici come l'uragano in questione.

La polizia e l'esercito hanno l'ordine di sparare per uccidere chi sia sospettato di sciacallaggio.

Il sindaco di New Orleans mette i senzatetto in una struttura non progettata per un evento simile, ora piena all'inverosimile. Se dovesse crollare, ci sarebbero altre migliaia di morti.

I network hanno all'inizio sottovalutato (secondo alcuni volontariamente) la gravità del fenomeno, e tuttora sono piuttosto cauti a porsi domande scomode (le voci critiche vengono dalle solite fonti).

George W. Bush ha interrotto le vacanze con due giorni di ritardo per sorvolare l'area in elicottero. Se questo non è l'inizio della fine dell'era Bush, quell'uomo è incrollabile.