I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

19 dicembre 2003

Il Regalo di Natale dei Maestrini Iacini

Beccati il regalo di Natale dei Maestrini, ovvero il Decalogo del Cinefilo Integralista, originariamente pubblicato su it.arti.cinema per diffondere tra i popolo le buone maniere della Visione Cinematografica Integralista, e tuttora brandito dalle oceaniche masse senza volto con più entusiasmo e partecipazione del libretto rosso di Mao. Cinefilini snob di tutto il mondo, unitevi.

Aprire lo Stage

Sta per partire il nuovo sito di Bookcrossing, e Ron Hornbaker, che non ragiona come una web agency gelosa del proprio lavoro ma ama regalare i propri servigi alla comunità, linka lo stage a questo indirizzo. E se avete dei suggerimenti utili sono certo che sarà lieto di ascoltarli e implementarli. Grafica e spostamento della navigazione a parte, le novità non mi sembrano tantissime, ma non è quello il punto. Bravo Ron.

18 dicembre 2003

Confessioni

Vabbè, lo ammetto: ho comprato un altro paio di stivali. A calza, alquanto fetish, con tacco del sei. Li metterò due volte, cioè le due cene che farò nei prossimi mesi: non credo di essere in grado di camminarci fino al metrò.

Zagat Survey: by popular vote

Zagat, una delle più note guide statunitensi ai ristoranti, particolarmente apprezzata a New York, ha messo online i giudizi meno lusinghieri (o comunque impubblicabili) espressi dai recensori - naturalmente non menzionando i nomi dei locali a cui si riferiscono.
Alcuni esempi:
"Duck must have had a long flight -- tired, tough and took 90 minutes to arrive"
"The lobsters and shellfish on the plate are livelier than the clientele"
o il lapidario "Heart-stopping food in a life-taking neighborhood"
(via FARK)

17 dicembre 2003

Bah

Sto davvero parlando con il project manager di una web agency che chiama la mia mail "la lettera"?

Il mio oroscopo di oggi

Sound a humanistic note and just listen to the music that comes
flooding back at you. Communication between equals makes your world a
brighter place. You might as well bring your other senses into this,
too, with the scent of an excited crowd, the touch of someone's hand,
and the taste of his or her lips. Even if you don't find love with a
person that you normally wouldn't meet, you notice that people get
along better with each other when they're not constantly reminded of
their place in the food chain
. Carry this lesson with you.

Apnea

Tra circa 24 ore lavorative sono in vacanza e non voglio vedere un computer fino al 2004.

The Art of Unix Programming

E' ben aldilà delle mie capacità, ma magari a qualcuno può interessare. E' Creative Commons e liberamente leggibile online
The Art of Unix Programming di Eric Steven Raymond
Interessante (e meno impegnativo) anche il pezzo di Joel Spolski sulla differenza tra cultura Windows e cultura Linux (via /.)

16 dicembre 2003

l'Incubo Gasparri

Sono tre giorni che cerco di articolare un pensiero compiuto su questa cosa della legge Gasparri e sono tre giorni che non ci riesco. La ragione ormai è evidente: non mi interessa.
Cioè non mi interessa qualunque mezzo di comunicazione che non sia collettivo, dove collettivo significa: immediatamente e liberamente accessibile a tutti sia in broadcasting che in partecipazione che in semplice fruizione, distinzione che dovrebbe sfumare il più possibile.
La nuova TV partorita dalla Gasparri o da chiunque altro sarà così? No.
Sarebbe possibile farlo, unendo le infrastrutture di etere, digitale e internet? Sì.
C'è in progetto di farlo da parte di qualche forza politica? No, anzi la tendenza generalizzata, anche a sinistra, è di restringere le libertà di accesso in scrittura all'informazione.
Per quanto mi riguarda, qui finisce il discorso. Se qui si sta a discutere di percentuali di spartizione tra le oligarchie dell'informazione, direi proprio che preferisco occuparmi d'altro.

L'avevo detto io

"Microsoft's ubiquitous software forces people to mutilate data beyond comprehension"
Cioè lo Shuttle crashò al suolo per colpa di Powerpoint? Stiracchiando parecchio.
Piuttosto che è colpa del software, diciamo che è idiota usarlo per certe cose (se vi risulta che Boeing, McDonnell o Airbus lo usino per gli schemi tecnici, fatemi sapere).

Distonica

Non sono riuscita ad andare oltre il trentesimo minuto de La Meglio Gioventù. Regalerei i servigi di un bravo editor a Tullio Avoledo (L'elenco di Atlantide). Non riesco a decidere di dedicare una serata a Caterina va in città.

Mi sento molto lontana dall'essere una brava blogger media...

Fallimenti indicizzatòri

Sarebbe interessante capire perché l'operazione M1serabile Fall1mento dei blogger italiani sembra - ironicamente - fallire, mentre quella dei blogger USA ha funzionato. Sto spulciando la blogosfera ma non ho ancora trovato spiegazioni: a giudicare dalle istruzioni postate sui blog americani, il nostrano "m1serabile fall1mento" avrebbe dovuto funzionare. Del come farlo (un normalissimo a href) parlano tra gli altri colui che parrebbe essere l'inventore del googlebombing Adam Mathes, Microcontent News sia qui che qui, e One Fine Jay, blog bushiano (riguardo all'uso avanzato di permalink e blogrolling per il googlebombing).

E allora perché Google lista i siti origine del link italiano ma quelli target del googlebombing USA? Non lo so, è roba troppo tecnica per me, ma sarebbe utile che qualcuno investigasse. Io posso solo sparare a caso delle ipotesi, ma tutte quelle che mi vengono sono complottistiche, e allora evito di rendermi ridicolo :-)

Update: Carlo nei commenti suggerisce che la ragione è che Google non ha ancora aggiornato il database coi nuovi link. In effetti si direbbe sia così.

15 dicembre 2003

Words can't bring you down

Nel mio personale percorso di rivalutazione del pop merita sicuramente menzione come singolo (pop) politicamente corretto del 2003 Beautiful di Christina Aguilera (già autrice di quella Genie in a Bottle che imho è e resta uno dei più fulminanti singoli pop degli ultimi anni).
Che sia perché sto rimbecillendo, perché diventando il mondo sempre più spietato sento sempre più bisogno di correttezza politica, o semplicemente che ascolto con meno pregiudizi di una volta, questo dovevo.
La ballad in sé, va detto, beh, non è un granché.

Reminder

Visto che sembro non imparare mai, prendo un appunto qui, non si sa mai che scripta manent e me lo caccio in testa: quando sei già triste e di cattivo umore, non metterti nelle condizioni di rimanerci male facendo cose che sai che poi ci rimani male.

Ci fosse un modo per mandarmi periodicamente un sms con questo consiglio, tipo una volta al giorno, mi sarebbe assai utile.

Abitare in una porta

Mio fratello, Marcellino detto Marcello, è una delle persone più strane che conosco; anche mia sorella, ora che ci penso. Siamo strani tutti e tre. Eccentricità a parte, dopo il film su Bombay Marcellino sta girando un altro documentario sul FreeOpera Brera, la squadra di calcio del carcere di Opera, che gioca - sempre in casa - in terza categoria.
Mio fratello - come me e a differenza di mia sorella, che tiene al Milan - non capisce niente di calcio, né gli interessa: in realtà sta girando un documentario su quei detenuti e io lo odio perché si scrive le impressioni su un fottuto Moleskine invece di bloggarle. Sarebbe un bel blog, anche se lui è poco avvezzo a esprimersi per iscritto: sabato a cena ci raccontava dell'intervista al detenuto che tira le righe del campo (malessere), che non comunicava granché, finché mio fratello per aiutarlo a superare la timidezza gli ha chiesto di "ambientare" la sua stanza nella porta, risvegliando il suo interesse (forte disagio) alla scoperta che "è più grande la porta".

Nel carcere di Opera, in una stanza di nove metri quadri ci abitano in due (ansia). Nel carcere di San Vittore, in sei (vergogna).

Umanizzare i simboli

Qualcuno - spero - lo dirà meglio di me, ma quello che le televisioni di tutto il mondo hanno instancabilmente prodotto ieri è una ristrutturazione del campo semiotico "Saddam Hussein". La reiterazione dell'immagine di quell'uomo stanco e sconfitto, rassegnato, che si fa frugare in bocca consapevole del senso dell'operazione, trasforma il crudele e sanguinario dittatore in una persona dalle evidenti ferite fisiche ed emotive, allontanando i desideri di vendetta e di punizione solo perché abbiamo incontrato uno sguardo umano.
Come sempre, oltre a ragionare sul significato di un'immagine, mi chiedo se la sua produzione è consapevole o casuale, e in questo caso davvero non so rispondermi.

12 dicembre 2003

il Title, vivaddìo!

Visto che le lezioni del Nielsen sembrano essere servite a poco (magari tra qualche decennio...) e nella maggior parte dei siti Web aziendali vige la regola dello "sbattiamoci dentro più che possiamo, tanto è gratis", mi sembra opportuno spezzare una lancia in favore di una semplice ma imho utilissima tag html chiamata "title".
Per intenderci: perché sul sito del 190 di Vodafone devo cliccare e aspettare tempi di caricamento biblici per capire che cacchio significa "Hai bisogno di Bis - Talete - AlterEgo?"

Title è il comando che dice al browser: quando il puntatore passa sopra un link - o persino un semplice testo - fai apparire un quadratino ("fumetto") che spiega a cosa porta quel link o a cosa si riferisce quella frase.
Semplicissimo, non necessita di tempi di caricamento (è semplice testo all'interno del codice), non consuma risorse di sistema. In moltissimi casi supplisce all'inutile caricamento di un'ulteriore pagina o pop-up di spiega.

Ma i web designer spesso preferiscono usare quell'orrore dei pop-up, che ti disorientano e poi devi anche chiudere cliccando su un simbolino che non è quasi mai la X standard (quadrati, pallini, "chiudi", c'è di tutto).

I miei 5ç (e domanda al W3c è): perché non consentire alla tag title di contenere un testo più ampio di quel misero numero di caratteri consentiti e dare così un formidabile strumento di spiega in più ai web designer? C'è qualche controindicazione che vi viene in mente?

Dadaismo

La mia diatriba con Dada (che ormai, mi pare di capire con un certo qual sollievo, consideriamo entrambi un esercizio puramente accademico) continua dopo oltre tre anni sui commenti di ZeusNews (per accedervi bisogna cliccare sul pulsante "Leggi X+ commenti").
Finirà mai? Riusciremo a raggiungere una conclusione condivisa prima che io vada in pensione? L'appassionante soap continua su questi schermi, più realistica di CSI e più coinvolgente di ER.

Gia che parliamo di customer care, per par condicio linko qualche risorsa interessante: per esempio l'incazzamento di Massimo "Dot Coma" Moruzzi con Fastweb (c'era anche un esilarante pezzo di satira sempre su Fastweb, postato sui newsgroup, ma al momento non lo trovo).

Di Telecom neanche occuparsi perché è come sparare sulla croce rossa. Riguardo a Vodafone basta andare a vedere il caotico, innavigabile sito per capire che aria tira.

Per finire, c'entra e non c'entra (c'entra, c'entra), ma mi fa piacere vedere che vogliopagare.com è ancora online. Per ricordarci che ancora per moltissime aziende l'unica cosa che conta è, come dice Alec Baldwin in Americani, "farli firmare sulla linea tratteggiata".

Aborti di legge

Donna con partner portatore di malattie genetiche cerca stupratore regolare (cadenza mensile), garantita no denuncia e no responsabiltà. Accettasi anche bingobongo, preferibilmente alti.

11 dicembre 2003

Famosi per 15 persone

Scott Rosenberg su Salon.com discetta sul futuro degli RSS. Moderatamente interessante.
Qui su Google cache (pagina 1, pagina 2), aggirando (del tutto legalmente) la registrazione a Salon.

Il calendario dei blogger (Buba)


Cazzate sparse

Ultimamente ho trascurato un po' la natura principale di un weblog, cioè di propagare cazzate. Eccone un po':

- Gli Usa non firmano il protocollo di Kyoto perché sono avanti. Hanno trovato finalmente la soluzione geniale allo smaltimento del biossido di carbonio: seppellirlo. Non ci si crede, ma è vero. Chissà quanto è costata 'sta ideona.
- Ormai chiunque si butta sull'e-commerce di musica, che già si preannuncia il modello di business fallimentare del 21mo secolo. Poteva mancare Coca Cola?. Sono aperte le scommesse su quanto ci metteranno a chiudere il tutto con tante scuse agli azionisti.
- Il grande taglio giornalistico di MSN Network si riconferma giorno dopo giorno. Ecco un'utilissima lezione su come schiacciarsi i brufoli.
- Creati precursori degli spermatozoi da cellule staminali. Accelera il conto alla rovescia al momento in cui l'uomo non servirà più.
(via FARK)

Le foto della Critical Mass di sabato

Eravamo tanti, belli e colorati: in bici si è felici, come dimostrano le foto della Critical Mass COP9 Milano (6.12.2003).

10 dicembre 2003

Paris Hilton e i Missili su Bagdad

La cosa che più mi colpisce di tutto questo hype che si è creato attorno all'affare del video hard di Paris Hilton è che si tratta di un filmato in buio totale (che delusione: i VIP scopano al buio?) ripreso in intensificazione di luminosità.
Cioè una tecnologia - resa nota dalle famose riprese della CNN del primo attacco su Bagdad (Bush Sr., 1991) - assolutamente inadatta a mostrare alcunché se non masse verdastre in movimento e occhi bianchi.
Ora, che oggidì la sessualità delle masse sia mediata dai fosfori verdi dell'esercito americano è qualcosa su cui secondo me Baudrillard, Ballard, Vonnegut, Palahniuk o De Lillo dovrebbero assolutamente scrivere qualcosa.

una definizione di globalizzazione

due miliardi di persone sul pianeta sul quale tu, o lettore, poggi i piedi, sono affette da tubercolosi, TBC per gli amici.
due miliardi, non due milioni. un terzo dell'umanità.
il mondo occidentale si è liberato della TBC (e quindi delle conoscenze diffuse sulla TBC) molti decenni fa.
dicono che ci siano buone se non ottime probabilità che un medico generico medio non sappia diagnosticarla.
la globalizzazione non distingue tra buono o cattivo. non è suo compito farlo.
non possiamo scansarla, non dobbiamo e giustamente non vogliamo cercare di scansarla, ma siamo sicuri di essere capaci di gestirla?

Perdite

un mese fa mi chiama la giovane PR di una società che distribuisce videogiochi, chiedendo se ci occupiamo di un tale gioco che loro distribuiscono.
la guido per mano sul sito mostrandole come si fa a vedere se ce ne occupiamo.
prende appunti, chiede uno speciale sul suo gioco, le dico che ok, se lo vuole deve mandarmi il materiale, dice che me lo manderà. chiude il telefono. non me lo manda.

oggi mi chiama la nuova collega della giovane PR, chiedendo se ci occupiamo di un tale gioco che loro distribuiscono.
la guido per mano sul sito mostrandole come si fa a vedere se ce ne occupiamo.
mi richiede uno speciale sul suo gioco, le dico che ok, questa l'ho già sentita, ma se lo vuole deve mandarmi il materiale, dice che me lo manderà.
prima che le possa dare la mia e-mail, chiude il telefono. non me lo manderà. è ovvio: non ha la mia e-mail.
tra un mese mi chiamerà la sua nuova collega.

lost time, lost money, lost brain, lost faith. non i miei, ma quelli della società per cui lavora.
è un vero miracolo che il mercato funzioni.

Santa pazienza, direbbe un mio amico

:: Rinnovi approvati in attesa di firma da due mesi - lost money
:::: Appuntamenti sollecitati da terzi che poi non si presentano - lost time
:: Piani editoriali in attesa di approvazione da mesi con costosi siti vuoti online - lost brain
: Vai avanti tu che sei brava, però adesso vado avanti io, ti scoccia? lost faith

Penso che mi farò saltare in aria al galà di Natale ADICO.

Cose da fare nei prossimi giorni

- antimalarica
- ceretta
- preparare corso per giovedì prossimo (bene!!)
- preparare progetto
- comprare candele per albero di Natale
- comprare regali (mamma e alberto)
- non comprare un regalo per il Vanz, che non lo vuole
- latte e mele per colazione
- la mail di auguri di Natale per i clienti con in regalo "Post sotto l'albero"

Attenda Prego. Se desidera attendere prego prema 2

Non ne posso essere del tutto certo, ma chi ha progettato il sistema di risposta automatica di Fastweb potrebbe aver bisogno di urgenti cure psichiatriche. Lo dico perché se prima o poi lo leggiamo sul giornale, non vorrei avere il rimorso di non aver fatto nulla.

il Fotoblog


Ok, è pronto e quindi senza troppe cerimonie lo lancio: ecco il Fotoblog dei Maestrini.

Niente template fichi ché con l'html sono un somaro, niente CMS avanzati ché in Movable Type mi ci perdo; e anche perché il mio (vantaggiossimo, va detto) hoster vuole 40€/mese per il supporto ASP necessario per D-Blog. Peccato, ché D-Blog lo volevo proprio provare.
E allora mi diverto a mano, come una volta, smanettando con Mozilla Composer e Gimp, che va benissimo lo stesso.

Ne deriva che per commenti, permalink e RSS bisognerà aspettare che abbia voglia di scucire i 40$.
W3C compliance, scordatevela. E non guardatelo con Internet Explorer, che fa schifo.

Come dite? Le foto? Le foto sono belle, ovviamente ;-)

09 dicembre 2003

il tradizionale post su Ballarò

Il rispetto delle Regole Intoccabili è la base della Democrazia. Il rispetto delle Regole Intoccabili, portato alle estreme ma inevitabili conseguenze, fa sì che in una Democrazia, per non minarne le basi stesse, non si possano mettere in discussione fuori dal Parlamento le deliberazioni del Parlamento. Trattasi del vecchio, filosoficamente incontestabile discorso per cui vanno rispettate le leggi anche se sono sbagliate.

Tutto quello che sta nella zona grigia tra le Regole Intoccabili espresse da un Parlamento (anche se elettoralmente minoritario) e il dissenso (anche se di una potenziale maggioranza di elettori) rispetto a quelle Regole Intoccabili, non è ambito di discussione della Società, ma campo libero esclusivo della Televisione, una Terra di Nessuno dove non ci sono Regole se non autoregolamentate. Quindi non ci sono Regole.

Su questo terreno, quello del consenso veicolato dalla televisione, si giocano le più sregolate battaglie che i nostri tempi conoscano, sicuramente le uniche di cui veniamo a conoscenza. E attualmente si giocano in un percorso di guerra che si snoda tra i deliri (fuori dalle Regole) del Bossi e le accuse di connivenza al terrorismo per aver osato contestare le Regole Intoccabili espresse dal Parlamento.

Sono convinto che se si continua a rispettare le Regole Intoccabili non se ne esce.
Mi devo sentire un terrorista?

Criteri di valutazione di un ristorante

Se mai realizzeremo la blog review dei ristoranti, oltre alla qualità del cibo, ovviamente criterio di base, mi piacerebbe leggere recensioni basate anche sui miei principali requisiti di un ristorante in cui aver voglia di andare:

- spazio (potersi alzare spingendo indietro la sedia senza dar fastidio agli altri, minimo)
- illuminazione (color cipria, color sole che entra schermato dalle tende bianche, color sabbia)
- silenzio (il che vuol dire pochi avventori educati, certo, ma anche aver ragionato sull'acustica del locale)
- servizio (elegante ed etico (per i consigli, soprattutto in fatto di vino, che mi piace potermi versare da sola)
- bar (perché in Italia sono così pochi i posti dove puoi prendere un aperitivo aspettando il tavolo?)

Ecco, mangiare anche molto bene in un posto rumoroso con la borsa delle vicine nelle scapole, i neon e un cameriere maleducato, preferisco comunque stare a casa.

PS: penso al cibo perché anche oggi se vado di bestemmie mi cadono i capelli; ci sentiamo un po' parte di un esperimento antropologico tipo "quanto ci vuole a far impazzire tre persone", o forse è una luuuuuuuuuuuunga puntata di Scherzi a parte.

X-View

Lost in Translations - L'Amore Tradotto:

E' intraducibile, la promessa di un amore che non ci sarà, perché resta nella pelle di chi la riceve, senza significare nulla per gli altri. E' impensabile tradurre l'amore, che è evidente per chi lo comprende e perso per chi cerca di spiegarlo.

Vedersi e capirsi in una matrioska di non luoghi, quale è una metropoli complessa, un albergo di lusso, una semiotica aliena seppur sorridente, la notte che non concede riposo. Bob e Charlotte si vedono e sanno già giocare insieme, uniti da capo a piedi nella coltre rarefatta dell'insonnia e della paura di vivere, di iniziare e finire a farlo.

Bello vedere che c'è ancora chi sa narrare senza suggerire, chi sa mostrare l'attrazione senza sottolinearla: il pudore di Sofia Coppola è un regalo che ricompensa della violenza urlata dei sentimenti, il silenzio letale di una lama affilata rispetto alla volgarità di un colpo d'arma da fuoco, uscire da un enorme metrò e trovarsi in un tempio dove la sacralitò puo' commuovere, ma non come sa fare l'amore.

08 dicembre 2003

Zeus News, blogger di successo, celibato e singletudine

Un dovuto e sentito ringraziamento a Zeus News per aver ripreso il mio post sull'adsl di Dada.

Con qualche piccolo, amichevole appunto: per esempio ridacchio affettuosamente all'etichetta di "blogger di successo" appioppatami (grazie, ma se esistono oggetti volanti non identificati come i "blogger di successo", avrei in mente qualche altro nome di ben più chiara fama :-)
Noto inoltre che la semplice regola di ecologia del Web del linkare la fonte è ancora lungi dal diventare consuetudine (però Tribook è linkato in un pezzo collegato, quindi i contatti arrivano lo stesso, anche se facendo un percorso un po' tortuoso).
Niente di male, comunque.

Ma soprattutto, per tutti, una cortesia: io e Mafe non siamo sposati.

Non posso negare che questo equivoco che si perpetua sia lusinghiero, almeno per me, ma Mafe avrebbe anche un marito, che incidentalmente è pure mio socio. Per fortuna non segue Tribook e annessi e connessi, quindi questo continuo attribuirgli il celibato gli è risparmiato, ma per cortesia almeno non negate a me lo status di single, faticosamente difeso nel corso degli anni da innumerevoli (e prestigiosi) attacchi. Grazie :-)

07 dicembre 2003

Paura Civile

All'inizio di quest'anno una rapida occhiata al mio conto in banca mi ha fatto capire che l'euro non mi permetteva, a parità di stipendio, di mantenere lo stesso stile di vita di prima. Ho adottato un triste escamotage: pensare al mio stipendio in lire (dimezzato, ovviamente). Trovandomi retrocessa più o meno a sette anni di carriera fa (mal sicuramente comune) non ho trovato mezzo gaudio, e neanche un quarto, ma solo una crescente consapevolezza della pericolosità sociale di una situazione in cui ci viene proposto (o imposto?) un modello di felicità basata sul consumo che semplicemente non ci possiamo permettere. Il mio stipendio si è dimezzato perché i prezzi sono raddoppiati e lo stimolo ad acquistare (grazie!) per essere veri cittadini del mondo (occidentale) non è certo diminuito.

Ora, ci sono beni di lusso a cui si può rinunciare, non è facile, ma ce la si fa. Ma a mangiare cibi freschi dotati di sapore, devo rinunciare? A leggere? Ad andare al cinema? Sono lussi questi? Per moltissimi sì. Tra i prezzi aumentati a dismisura c'è quello dell'affitto di una casa: a Milano un monolocale in casa popolare di periferia oggi costa come il bilocale con cucina abitabile in centro in cui vivevo dieci anni fa. Già detto, certo, ma pochi sembrano voler vedere la situazione per quello che è: io da mesi ho paura della guerra civile. Ho paura di quando la frustrazione e la consapevolezza di esser diventati poveri spingeranno la pacifica classe media a dare fuoco ai negozi di lusso, ma forse anche ai supermercati. Ho paura non perché non avrò mai una pensione, ma perché ci stiamo avvicinando alla situazione americana per cui se perdi un giro rischi di passare dall'aperitivo al marciapiede. La fine dello stato sociale ce la stanno promettendo da anni, e vabbé, ma perché nessuno parla della misera fine dell'economia di mercato se la stragrande maggioranza della popolazione non ha più soldi per i regali di Natale?

Un primo segnale forte? Lo sciopero "selvaggio" dei mezzi pubblici di Milano.
Un costante segnale debole? La rabbia della persona media al primo intralcio, come alla Critical Mass di ieri, sabato pomeriggio di sole, dove stavate andando per non sopportare di fermarvi un attimo a pensare?

Io ho paura.

05 dicembre 2003

Il mantra di oggi

Ma se io non ci fossi stata, oggi in ufficio, sarebbe cambiato qualcosa? Niente. Quindi, che mi preoccupo a fare? C'ero e ho risposto al telefono e ho beccato la grana, ma il fatto che non possa risolverla, cambia qualcosa? Niente. Quindi, NON mi devo preoccupare.

Uff.

Delazione

Una decina d'anni fa, visitando Belfast in tempi di notevole tensione, ebbi per la prima volta la percezione di cos'è la delazione. Mi fece un bruttissimo effetto.
Quei numeri di telefono scritti a vernice bianca sui fianchi delle autoblindo avevano un solo scopo: mandare qualcuno in galera, farlo interrogare, picchiare, torturare, magari sparire. E il significato di quel numero, il messaggio al cittadino era: véndicati.
Per fortuna tempi e luoghi sono molto diversi, quindi è solo con divertimento e una leggera incredulità che leggo questa pagina della Business Software Alliance.
(Ah, e io qui uso solo free software, non scomodatevi :-)

Recensitrice

Come si fa tra bravi nemici, ho recensito l'ultimo libro di Fabio Metitieri. Consigliato a tutti i blogger :P

04 dicembre 2003

Sodazoo

Grazie a Massimo ho finalmente qualcosa da fare quando mi tengono troppo al telefono.

Autocura

L'altra notte avevo mal di pancia e niente medicine. Ho sognato che in borsa trovavo un'Antispasmina e mi sono addormentata come una bimba sedata.

La sinossi più breve della Storia

"God creates dinosaurs. God destroys dinosaurs. God creates man. Man destroys God. Man creates dinosaurs".
(da Jurassic Park)

domandina

Qualcuno sa come comporre una suoneria per un Nokia 6310i? Se c'è qualche tool online o simili? Il menu del telefono non mi pare lo consenta.
Quelle del telefono sono orrende, e non ne posso più della sigla dei Simpson.

03 dicembre 2003

talk radio

Fare radio è un'esperienza mistica, fare radio solo parlata una responsabilità che piega qualunque essere umano abbia un minimo di senso della prospettiva e amor proprio. Pontificare unilateralmente, soli contro un pubblico di milioni, annulla chiunque sia sano di mente.
In Talk Radio di Stone il metallaro fuso invitato in studio dice "stanno facendo la Tv interattiva: quando la gente potrà vedersi in faccia e parlarsi in televisione, la rivoluzione sarà cominciata".
Ma è arrivata prima Internet, e la rivoluzione è cominciata, solo che nessuno sa capire che volto assumerà.

Valium, Tavor, Serenase

Dieci gocce di Valium (per sentirmi meglio)

Dieci gocce di Valium, una per giorno lavorativo da qui al 19 dicembre, magari rinforzata domani (presentazione), il 16 (presentazione), il 18 (lezione di otto ore).
Poi vacanza, lunga vacanza, e domani mattina domani mattina... non svegliarsi neanche?

Ma che cazzo significa poi "Ballarò?"

Importante scoperta nonché scientific breakthrough: con un'adeguata quantità di vodka Absolut rossa (50°) nel flusso sanguigno, il gerarca alle telescriventi Gasparri si transustanzia con morphing digitale in mia zia di ritorno dalla messa domenicale, carica di paraboliche benedizioni in surplus da dispensare agli astanti.
Le cazzate sparate ad alzo zero per il ludibrio delle masse e con grande dispensa di fuoco amico assumono qualità di rumore bianco, e la triangolazione Staino/Forattini/Bondi con il chierichetto Diliberto che officia al rito mediatico sembra non solo possibile ma effettivamente razionale.

L'ectoplasma in collegamento mediatico-medianico dalla skyline newyorkese in blue screen non fa nulla per esorcizzare il diabolico rito satanico, e improvviso et devastante mi investe il satori: sarebbe stato più produttivo cagarsi addosso leggendo Stephen King, il cui tasso di concretezza supera di molte misure la seduta spiritica testé servitami calda in grembo.

Unica certezza: la tensione cervicale di domani mattina. Unico antidoto conosciuto: il live dei Bauhaus a volume 8 della scala Richter-Denon, finché i vicini non chiamano un bullklodzer (bullklezmehr, bulldozer) israeliano a radermi al suolo come misura preventiva.

02 dicembre 2003

Il vertice mondiale sul clima di Milano: do you know Kyoto?

Odio piegarmi alla logica malsana del "far parlare i media a tutti i costi", ma avete sentito niente del COP9? Tra scioperi, guerre e attentati, citato di sfuggita. Se non si paralizza il traffico o non ci si fa saltare in aria insieme a innocenti passanti, non si esiste: devo proprio diventare un'ecoterrorista per portare i problemi dell'ambiente in prima pagina? Non basta una sniffata d'aria la mattina?

Bristolino I love you

In realtà c'è un ottimo motivo dietro la mia serafica accettazione del ritorno a casa da panico di ieri: un pranzo eccezionale al BRISTOLINO di Pesaro.

I tempi del ritorno:
Pesaro-uscita autostrada: tre ore e mezzo (341 km, macchina)
uscita autostrada-fermata Sant'Agostino: un'ora e un quarto (8,4 km, macchina)
Fermata Sant'Agostino-casa mia in Corso Como: 50 minuti (3,7 km, piedi con trolley e ombrello a carico).

Però tra la prospettiva di arrivare a casa e godermi le mitiche due puntate di ER e il ricordo delle delizie mangiate, mi sono quasi goduta la corsettina a ostacoli con il trolley fradicio che cascava ogni due passi :)

Sempre sul fronte gastronomico, io e il Vanz ci siamo piegati alla voce del popolo e abbiamo concesso una prova al Lurido di Rimini: la prova ha provato che il popolo non ha palato ;)
Gli antipasti misti del Bristolino costano come gli antipasti misti del Lurido: 21 euro. Ha ragione Ste: sono già all'inferno degli atei.

il File Sharing: Condivisione del Rischio e Doppio Azzardo Morale (Moral Hazard)

Un'interessante analisi economica del file sharing e dei rapporti tra etichetta, artista e "condivisore".
Tra le altre cose affermate il fatto che chi shara si cautela (condivide il rischio) anche contro un'industria discografica contrattualmente inadempiente. Lungo, ma interessante (e con incredibili errori di ortografia per essere un paper). Ovviamente tramite /.

01 dicembre 2003

La città si ferma? Che si fermi la città.

In questo delirio di polemiche e illustri inalberamenti sulla scelta di fare lo sciopero selvaggio dei mezzi pubblici, dico la mia così non ci penso più: sono stati costretti a fare l'unica cosa che potevano fare.

Dopo due anni di attesa per la firma di un contratto biennale (e non credo che l'assurdità della cosa sfugga proprio a tutti), dopo due anni di immobilità dei sindacati che - giudicando almeno dai risultati - pare non riescano a fare il loro lavoro, o almeno non siano nelle condizioni di farlo - e allora lo dicano chiaramente - i lavoratori dell'ATM, spesso sottopagati, in altissima percentuale precari, hanno esercitato il diritto dello sciopero in modo per una volta efficace, cioè come si fa negli altri paesi europei: paralizzando il servizio. La civilissima Francia insegna: uno sciopero è tale se procura disagi e danni economici, altrimenti non serve a nulla.

E un sacco di gente è rimasta a piedi, un sacco di gente non ha potuto - peraltro per giustificata causa - andare al lavoro: anche questo è parte dello sciopero, che se non rappresenta un serio danno economico in Italia non vale nulla.
Io me ne sono andato a casa a piedi dalla stazione (e ok, sto vicino) ma se fossi stato lontano l'avrei fatta a piedi volentieri lo stesso, per solidarietà. Perché quando ci vuole ci vuole, e quando sono in ballo i diritti di una categoria intera, i miei diritti di singolo vengono dopo.

A chi dice che si tratti di una guerra da poveri risponderei: il punto è proprio evitare la guerra tra poveri, dichiarandosi solidali. Questo è l'unico strumento che i lavoratori ATM hanno, o quasi l'unico. Danno economico prolungato all'azienda. A mio parere parallelamente dovrebbero fare anche giornate di accesso gratuito ai mezzi, ma immagino che i controllori siano dei dipendenti privilegiati, quindi ben più difficili da convincere.

Fatto sta che se non altro questo sciopero è servito a dimostrare ai milanesi cosa accadrebbe se tutti quelli che prendono i mezzi cominciassero a muoversi in auto: la paralisi totale. Ecco il valore sociale del mezzo pubblico, che magicamente scopriamo solo quando non possiamo più farne a meno. E aldilà di tutte le polemiche, su questo mi sembra dovremmo tutti rifltettere.

La Banda Stretta di Dada

Vi racconto una storia.
Nel 2000 mi faccio l'adsl: Dada perché costa poco e non mi sembra male. Arriva il modem adsl e in effetti non è affatto male, per uno che aveva arrancato faticosamente dai 9.600 ai 14.4 ai 56k senza mai aver capito la differenza tra Baud e Kbps. Dopo due mesi ancora non mi hanno dato metà delle cose previste nel contratto (per esempio cose secondarie come, che so, un indirizzo e-mail). Dopo meno di 5 mesi chiedo il trasloco a Milano e il tutto smette di funzionare. Niente segnale, nulla.
Scrivo ottocento mail al customer care e telefono ottomila volte, mettendo bei CC sempre più indirizzi pescati a casaccio sul sito, tra cui amministratore delegato e board of directors.

Per mail non mi considerano, al telefono mi promettono di sistemare tutto ma non fanno niente. Li mando cortesemente, come si dice dalle mie parti, a ranare, con rescissione del contratto per raccomandata, restituisco il modem con lettera di fuoco di disdetta, scrivo persino un articolo per Punto Informatico che, non essendo un blog qualunque, qualche potenziale cliente gliel'avrà pur fatto perdere. Per correttezza gli segnalo persino l'articolo, chiedendo all'assistenza e all'ufficio stampa se hanno intenzione perlomeno di difendersi. In risposta, il Silenzio.

Trattasi di inadempienza contrattuale, bella e buona. Mi rassegno, sottoscrivo Fastweb (che almeno funziona) e mi dimentico della cosa. Due settimane fa mi arriva il sollecito di pagamento della fattura. Tre anni dopo.

Domani ho appuntamento telefonico per riparlarne con l'amministrazione di Dada ed eventualmente la solita trafila di ufficio legale e recupero crediti, con possibile strascico dal giudice di pace dal quale eventualmente mi recherò lietamente con tutte le ricevute del caso. La consolazione di non aver - lungimirantemente - pagato in anticipo per un servizio non fornito è nulla rispetto a quella di poter scrivere un altro pezzo su Dada per Punto Informatico.

La cosa che mi incuriosisce è perché si siano svegliati tre anni dopo per sollecitare il pagamento di un'inadempienza contrattuale (da parte loro). Con le mie raccomandate in tutti questi anni ci hanno fatto gli aeroplanini? Da come so già che reagirà domani la loro amministrazione, scommetterei di sì.
Comunque il consiglio è: fate tutto, *sempre* con raccomandata e ricevuta di ritorno, e tenete sempre tutto, anche a anni di distanza.

Ma le vera domanda è: se l'impresa della new economy italiana è stata sempre gestita dai Fratelli Marx, dare la colpa del fallimento dell'Internet italiano alla flat e al "tutto gratis" (tutto cosa, visto che c'è la TUT?) non è un pochino, come dire, depistante?