I link dei maestrini su del.icio.us (tieni il puntatore sul link e compare la spiega)

31 ottobre 2003

La Borsa dei Cadaveri

La Repubblica online, titolo:
"Un altro morto tra i soldati Usa - le truppe sparano sulla folla"

Nell'articolo:
"I soldati americani hanno sparato all'impazzata sui manifestanti. Hanno ucciso tre civili iracheni e ferito dieci persone - ha detto un infermiere - In seguito i dimostranti hanno aperto il fuoco contro gli americani"

Sinceramente mi sfugge la ragione per cui un soldato morto merita il titolo (cioè è la notizia) mentre i tre civili no. Niente in tutto, ci mancherebbe, è solo un titolo, ma mi colpiscono sempre le regole non scritte del giornalismo in base alle quali certi morti valgono più di altri, soprattutto quando tre morti sono civili e uno un soldato che, beh non vorrei dire che è il suo mestiere, ma almeno l'ha messo in conto di andare al creatore prima del previsto. Per non parlare del fatto (lo dico?) che in fondo in fondo, nella malaugurata ipotesi, insomma, è anche pagato per farlo.

In bocca al micione

Forza Gatta :)

30 ottobre 2003

Il Secondo Non Esiste: la Tirannia di Google

Gugol lo amiamo tutti, e si sa. Magari "amare" è una parola grossa: se non altro lo usiamo tutti, e di regola non usiamo altro. Gugle non solo funziona bene, ma è anche simpatico: non ha le connotazioni negative di altre corporation ed è probabilmente, insieme ad Amazon, il più grosso quasi-monopolio esistente su Internet.
I monopoli sono una cosa negativa, ma quando sono monopoli di fatto per questioni di merito è difficile metterli in discussione. E quando c'è un primo della classe che ha un successo così travolgente, è difficile che il secondo riesca ad avere i riconoscimenti che merita.

Nel campo dei motori di ricerca però c'è imho un validissimo secondo, che è totalmente oscurato da Guggl. No, non è Altavista né Yahoo (che è una directory) né, non scherziamo, Virgilio (che come motore è una skin di Gughel) ma si chiama Vivisimo. Quanti di voi l'hanno mai usato alzino la mano.
Ora ci sono almeno un paio di cose per cui Vivisimo è altrettanto valido se non migliore di Guggl: organizza i risultati della ricerca oltre che nella finestra principale anche in un frame sulla sinistra, dove li raggruppa per argomento. Li categorizza e riunisce per ambito.

In realtà Vivisimo non è un motore vero, ma un aggregatore di motori di ricerca: se ricerco Blog, Vivisimo va a pescare su diversi motori, a dirla tutta forse un pochino scrausi (MSN, Netscape, Lycos, Looksmart, Overture), e raggruppa i risultati sotto le seguenti categorie:
blog (163) Blogger (10) Host (6) Updates (7) Google (8) Design (5) Science (7) Bit (5) Life (6) Technology (6) Iraq (5).
Come si vede non è una categorizzazione manuale, ma automatica. Oserei dire che come approccio è interessante almeno quanto il page ranking di Goggle.

I risultati, certo, sono pochini e lontani dalla precisione di Gogl, ma la divisione in argomenti è sicuramente utile se non so bene cos'è che sto cercando e voglio un quadro complessivo (la ricerca di Yamaha per esempio mi riporta sia la categoria Motor per le motociclette che quella Music per gli strumenti musicali che quella Marine per i motori nautici).

La seconda feature è la preview: per ogni link, un clic sulla voce preview apre un frame sotto alla voce, che carica il sito relativo. Niente back sul browser, niente control-click per aprire in una nuova tab: vedo subito di che si tratta.
Io lo trovo comodo e ogni tanto lo uso, ma la diffusione di Goghl ha creato una situazione di secundum non datur. Peccato, perché Vivisimo secondo me meritava di più.

Carmageddon

Pare che nella Home of the Brave sia stato inventato un apparecchietto che fa diventare verde il semaforo. O almeno così sostiene il Detroit News (via /.). E in effetti pare che il cosiddetto MIRT sia già sul mercato anche se non sembra acquistabile direttamente in rete.
Originariamente progettato per le ambulanze, se dovesse diventare di pubblico accesso (come gli scanner radio, per dirne una) rappresenterebbe una notevole accelerata verso il caos automobilistico totale. Ovvio che là da loro non succederà mai, ma non posso fare a meno di pensare a cosa succederà quando cominceranno a fabbricarlo a Napoli.

Help

Cercasi urgentemente Twisted Nerve come suoneria per un Nokia 6510. Lauta ricompensa. Astenersi ironici.

Cialtroni che parlano di cazzate, direbbe qualcuno

Un noto iaciner, professore di storia della filosofia, ebbe a dire anni fa, con sdegno traboccante da snob saccente "Matrix, tra qualche mese sarà dimenticato". Non si parlava ancora di trilogia, che lui adesso usa come scusa per l'errata predizione, ma sarei lieta di conoscere la sua reazione al convegno DENTRO LA MATRICE. L’ipotesi metafisica del mondo esterno e la sfida filosofica della realtà virtuale, alla Facoltà di Filosofia di Milano, con, tra gli altri, Giulio Giorello, Carlo Sini e Paolo D'Alessandro.
Sarà anche filosofia che si trova nelle patatine, quella di Matrix, ma evidentemente le patatine piacciono anche ai palati fini :)



Il premio per l'atto di giornalismo - ehm - meno geniale della settimana va al quotidiano usa-e-getta Metro, che ha avuto la brillante idea di andare in giro per Milano a porre a incolpevoli passanti il seguente, attualissimo quesito:

"Lei ha paura del tapis roulant o continua a prenderlo senza problemi?"

Probabilmente batte persino i sondaggi sul cristo in classe.

Wow.
Non sarà che sta per esplodere?

more here

29 ottobre 2003

La presentazione di Pop War

Stasera alle 18 alla Feltrinelli di Piazza Piemonte c'è la presentazione di Pop War, di Arianna (Dagnino) e Stefano (Gulmanelli). Ci saranno anche Stefano (Porro) e Franco Bolelli. Il libro è "Una rassegna delle varie forme di “Net-attivismo”, cioè di attivismo politico-tecnologico, che ha i suoi strumenti e il suo campo di battaglia nella Rete."
A me queste cose interessano molto, ma stasera non posso proprio andare: se qualcuno ci va, poi racconta?

Soufflé

Per capire gli uomini, ogni donna dovrebbe provare a farne venire un'altra.

28 ottobre 2003

Una Questione di Genere

Qualche giorno fa mi è capitato di scambiare una rapidissima polemichina a botta-e-risposta sui commenti di un altro blog (quale sia non lo dico perché riattizzare la polemica è l'ultima cosa che mi interessa) riguardo al fatto se l'hip hop sia un genere che meriti rispetto o meno. Quello invece che sto facendo in questi giorni è un ragionamento sui gusti, sui generi e sulla critica (non solo musicale, ma limitiamoci).

Anche a me è capitato in passato di esprimere giudizi tranchant su interi generi musicali e cinematografici: vent'anni fa non avrei ascoltato pop da classifica neanche con una pistola alla tempia e dieci anni fa sarei stato disposto a fare un post di fuoco su quanto tutto il country and western (o addirittura tutto il folk) sia merda; tuttora fareste molta fatica a vedermi avvicinare a più di cinque metri dalla sezione di lirica di una qualunque Feltrinelli.
Però se c'è una cosa che so è che vent'anni fa ero giovane e parecchio stupido, dieci anni fa probabilmente pure, e se anche oggi dovessi non esserlo, l'aver conosciuto nel frattempo persone intelligenti che amano la lirica fa sì che non mi avventuri nella personale messa all'indice di un genere che ancora prima di apprezzare so di non capire.

Ma aldilà di un dovuto rispetto per i gusti personali che tenderei a dare per scontato tra persone adulte in regime di democrazia, sento che c'è di più sotto, e cioè il senso di disagio e di imbarazzo nel quale mi mettono le critiche tout-court ai generi e non ai singoli artisti, o ai singoli brani. E' davvero possibile affermare la negazione di un intero genere musicale, aldilà dei gusti personali (che sono appunto del singolo e quindi non generalizzabili, in un senso e nell'altro)?
Ancora di più, se è sicuramente legittimo sostenere che "per me John Denver non è degno del titolo di artista", è altrettanto ragionevole affermare che tutto il country fa schifo solo perché personalmente preferisco un calcio nei denti?

A parte che si cambia ma certe affermazioni restano (vent'anni fa mai avrei creduto che un giorno avrei posseduto un CD che contiene il brano dal titolo "the Last Cowboy Song" che sto ascoltando ora), un genere musicale è un sistema di riferimenti così complesso e vasto - e può essere così legato a culture locali delle quali è probabile che non sappiamo nulla - che ora mi sembra davvero difficile sostenere che una struttura musicale complessa e articolata come un genere, con tutti i suoi riferimenti ritmici e melodici e diversità di percezioni culturali in parti del mondo molto diverse da quella in cui viviamo, possa essere definita "brutta" in modo assoluto, o addirittura relativamente a quello che noi stessi ne penseremo da qui a sei mesi.

Esempio da manuale mi sembra sia l'hip hop, complessa rete di culture e discipline artistiche strettamente autoreferenziale e fortemente legata a stile di vita e tradizioni musicali di un popolo (quello nero metropolitano statunitense) del quale, diciamocelo pure, noi italiani siamo ancora parecchio digiuni. Lo siamo non solo rispetto alle sue radici musicali - qualche decennio di musica nera underground che girava nei ghetti quando da noi al massimo arrivavano il progressive inglese, la disco più sputtanata e i pezzi più melodicamente comprensibili di James Brown - ma rispetto allo stile di vita, alle condizioni sociali e ai condizionamenti culturali che tanta parte hanno nella genesi di quella vastissima rete di relazioni che costituisce il genere musicale che in Italia definiamo riduttivamente rap.

Il rap è ritmica prima che melodia, campionamento prima che strumentazione, soprattutto è scrittura prima che cantato: noi che volenti o nolenti siamo per tradizione e cultura ad anni luce di distanza, possiamo davvero capire senza un minimo di applicazione di che cazzo sta parlando Eminem? I Public Enemy fai fatica a capire cosa dicono anche se hai sotto i testi e sei nato nel Queens.
Se poi conosciamo la lingua ma non ne sappiamo di rime e stili di rappata, di citazioni ritmiche e riferimenti allo stile di vita la questione non è tanto se possiamo davvero essere in grado di apprezzarlo (personalmente non vedo perché no); ma se siamo in grado di dichiararlo cattiva musica con cognizione di causa.
Visto che parliamo di sistemi di riferimento, immagino che questo valga per l'hip hop ma probabilmente anche per il folk tradizionale neozelandese, per il free jazz o per l'europeissima classica contemporanea informale, che nasce ben prima dell'hip hop ma rappresenta tuttora un mistero ben più insondabile per l'orecchio medio). E forse tutto ciò fa della faccenda una questione di strumenti di cui disponiamo per capire, prima che di gusti. Poi se capire sia necessario per apprezzare è una deriva del discorso che francamente non so se sia nelle mie competenze.

C'è anche un altro discorso, e cioè che magari potrebbe sorgere il dubbio che i milioni di persone che ascoltano un dato genere musicale forse non saranno milioni di cretini. Ma qui non vorrei cadere acriticamente nell'estremizzazione opposta secondo la quale chiunque venda dischi trova nel riconoscimento del mercato una legittimazione artistica; d'altra parte, avendo visto le Lollipop cantare a Sanremo sarebbe una posizione difficilmente sostenibile di fronte alla mia coscienza. Ma qualcosa di vero c'è, se non fosse che qui sento arrivare un abusato e logoro (oltre che fuori luogo) detto popolare sulle mosche e la merda che preferisco evitare di suscitare.

Certo è che prendi un sciur Brambilla a caso e chiedigli che immagine ha del folk pakistano e se sarebbe interessato ad ascoltarlo, e vedi che ti risponde. Però poi se il sciur Brambilla lo porti a Katmandu e lo metti davanti a Nusrat Fateh Ali Kahn che canta dal vivo, secondo me (oltre, sospetto, a cambiare idea) a quel punto avrà qualche motivazione e strumento in più per esprimere un giudizio sul folk pakistano. Ma non vedo nessuna situazione nella quale potrebbe avere buone ragioni (magari evito di tirare in ballo i diritti e l'onestà intellettuale) per affermare che il folk pakistano è cattiva musica. Se poi è stato in Pakistan ci sono maggiori probabilità che non abbia la tentazione di farlo, ma questo è secondario.

Questo a meno che il sciur Brambilla non sia un fervente sostenitore del Bossi, nel qual caso probabilmente ti risponderebbe che quegli straccioni farebbero meglio a rimboccarsi le maniche e mettere su una bella fabbrichetta (giuro: per il Brambilla le fabbriche della Brianza sono esteticamente belle) invece di miagolare quelle nenie senza senso. Ma qui mi vedo scivolare pericolosamente verso una generalizzazione che ho appena stigmatizzato, quindi meglio che la chiuda qui e me ne vada a dormire.
Della apparentemente ripugnante etica gangster che sfoggiano i signori qui sopra magari disquisisco un'altra volta, che è un discorso lungo pure lì.

Associazioni d'idee

Ieri sera guardando ER ho razionalizzato il fastidio insanabile che provo per chi porta gli occhiali da sole a mascherina, peggio se trasparenti. Mi sembra di parlare con la mia dentista.

27 ottobre 2003

C'è un'azienda contro la quale diverse centinaia di persone che prendono il passante a Porta Venezia, Milano inveiscono tutte le mattine. L'azienda in questione a rigor di logica dovrebbero essere le Ferrovie Nord, che pur nella loro lombarda efficienza si divertono a fare ogni mattina il giochino della disinformazione sui treni in arrivo.
Regolarmente, infatti, e per regolarmente intendo tutte le mattine con una costanza e precisione che definirei svizzera o anale se le due cose non coincidessero, i cartelloni segnaletici marca "Solari Udine" indicano in arrivo i treni sbagliati.

E' un gioco, ormai è chiaro: il solitario operatore che presidia tutto solo la tecnologica stazione, nel suo bunker di vetro si annoia, forse ha sviluppato una sindrome paranoide che lo porta a odiare il mondo intero. E si vendica giocando a fare il Sismi, cioè segnalando il treno delle 14:25 alle nove di mattina e - oltre al danno la beffa - annunciando al microfono tautologiche prese per il culo come "informiamo i signori passeggeri che i cartelloni indicatori sono temporaneamente fuori servizio".
Tutti sanno che i cartelloni segnano il treno sbagliato da anni, si fanno due risate e l'operatore, sbirciando le reazioni dei passeggeri nei suoi monitor verdastri, sogghigna.

Il punto è che spesso i viaggiatori non sanno che treno è quello in arrivo, e allora s'incazzano. Li vedi titubanti che non sanno che pesci prendere, incerti se salire o restare, che lanciano strali, invettive e maledizioni delle peggiori verso i cartelloni indicatori, poiché sui binari l'azienda Ferrovie Nord non è rappresentata da alcun responsabile o simbolo. I cartelloni vanno quindi a rappresentare il ritardo. I cartelloni sono di marca Solari Udine.
Io sono uno dei passeggeri che s'incazzano. E mi rendo che ciò che ha finito per rappresentare il ricettacolo di tutto il mio odio, l'obiettivo materiale e visibile contro il quale si concentra la mia ira di passeggero cornuto & mazziato non sono più tanto le ferrovie, ma per estensione il cartellone, prodotto e commercializzato da Solari Udine. Sono i nomi e i marchi che restano in testa, non gli operatori invisibili.

Razionalmente lo so che la colpa dei ritardi è delle Ferrovie, ma a un qualche livello subcosciente nella mia matta testolina la colpa della disinformazione è di Solari Udine.
Per quanto mi riguarda, anche se facesse ottimi prodotti, mai in vita mia comprerò qualcosa marchiato Solari Udine. Già il nome è irritante, vero? E la sola vista del marchio mi risveglia istinti assassini, mi causa nausea e disagio fisico, mi suscita l'irrefrenabile istinto di prendere in mano un piccone. Magari fanno pure buoni orologi, ma io di certo non lo saprò mai.

L'Ultimo Clint

Mystic River di Clint Eastwood, invece, è su Filmagenda.

BlogLines

Ehi, quelli di BlogLines sono fighissimi: non solo ti chiedono il parere e leggono subito e rispondono ai tuoi suggerimenti, ma li implementano anche in tempi record. Giovedì gli ho suggerito di importare i favicon al posto delle iconcine standard a fianco dei blog, e stamattina l'hanno già fatto, con tanto di mail di rigraziamento :-)
Io l'ho già detto ma lo ripeto: BlogLines è un sistema comodissimo per leggere velocemente le proprie fonti di informazione. Ti costruisce una veloce rassegna stampa su misura che ti leggi in 5 minuti invece di dover navigare tra bookmark e aspettare caricamenti e server lenti. Ed è gratis.
Interessa dare un'occhiata, qui ci sono tutti i miei RSS navigabili, e qui il mio file OPML se desiderate importarlo dopo la registrazione come punto di partenza.

Kill them

Una donna e un uomo si stagliano come ombre cinesi, entrambi brandiscono una spada, la sua è lunga, eretta, potente, ma trema, dio come trema, trema sempre di più finché lei gliela fa a fette e lo caccia via a sculaccioni. Nascosta alla fine di una lunghissima sequenza di lotta, ecco la tremenda rabbia delle donne, la sempre meno nascosta paura degli uomini, ecco la vendetta, fredda e spietata. Hai voluto il frutto del mio ventre? Ti ucciderò per questo. Vi ucciderò tutti.

E fin dall'inizio del film, accreditando il "la vendetta è un piatto che va servito freddo" ai Klingon, mischiando l'Hagakure a Twin Peaks, le Charlie's Angels alle Volpi Forza Cinque, disattivando la narrazione come solo lui sa fare, fin dalle prime inquadrature Tarantino ci avvisa che la violenza delle donne viaggia su talmente tanti binari paralleli che solo lui sa maneggiare materia tanto incandescente. E dolorosa. E comica. E seriale.

Film incontenibile, insostenibile, indimenticabile. Esci e ne vuoi ancora e ce ne sarà, oh, se ce ne sarà.

24 ottobre 2003

Buy Vicodin Now

Se un criterio di valutazione dell'efficacia di un prodotto può essere quante volte compare nei subject delle mail di spam e contenenti virus per far abboccare gli allocchi, questa cacchio di molecolina qui che compare sotto i nomi commerciali di Vicodin e Dilaudid (peraltro ampiamente pubblicizzati anche da E.R.) dev'essere davvero un gran bel viaggio, tanto che sarei quasi tentato.
Non che venga via esattamente a buon mercato, e nemmeno a dire che faccia propriamente bene alla salute.

Una Vera Delizia

Spuntino in zona: 40 grammi di pane integrale, 20 grammi di bresaola e 2 nocciole tostate.

Batta questa lettera e guardi questo film, cara

Un amico ben addentro le storie di AudiWeb mi ha raccontato che Felice Lioy, presidente UPA ma anche Audiweb, ha candidamente affermato in un'intervista che Internet è un'utile strumento che lui però fa usare alla segretaria.

Non posso pensare che lui abbia scambiato la rete per una macchina da scrivere avanzata: spero che la poverina sia ben pagata e che vicari il capo anche con libri, film e televisione.

23 ottobre 2003

Leggo in un racconto di David Foster Wallace che a Bloomington, Illinois ci sono chiese di tutte le confessioni, e ce n'è persino una per agnostici.
Cosa prega un agnostico? La Conoscenza?
Alla parete al posto del crocifisso c'è un enorme punto interrogativo? E come sarà una cerimonia religiosa per agnostici?
Che so, c'è un tipo in borghese che con fare incerto dice "cari, uhm, fedeli? siamo qui riuniti per - er - testimoniare (forse) la venuta... la potenziale venuta tra noi di Crist... ehm... Budd...

...Kalì?"

Bavetta

Domani al cinema Mystic River e Kill Bill. E forse domani sera ci sarà sciopero delle sale, ma fino a sabato sopravvivo :)

Spiritualità e fede

Ci sono momenti in cui mi piacerebbe essere credente: banalmente, quando ho bisogno di aiuto. Non perché mi aspetterei di riceverne (ho detto credente, non cretina), ma perché la fede stessa è una forza, quando è intelligente, spontanea e non superstiziosa.
Ma davvero non credo in niente? Mi sa che la mia fiducia nella vittoria nel lungo periodo del bene, dei buoni e dei giusti è più ingenua, idealista e contraddetta dai fatti di un qualunque credo deista. Credo nella bellezza; credo nella struttura che connette.
Mi sa che la mia fiducia che comunque andrà tutto bene è davvero da cretina :) però, che dirvi, mi aiuta e mi viene spontanea, nonostante le innumerevoli prove contrarie accumulate negli anni.

Effetto frizer

Bisogno di infradito, pinocchietti e ore di sole. Volete davvero dire che per sei mesi farà freddo?

22 ottobre 2003

Paura delle donne

Io ho paura delle donne, che la mattina quando vado a prendere il metrò mi guardano come se fossi aliena. Ho paura delle donne a cui ho fatto male perché non sapevo più cosa dire loro. Ho paura delle donne fragili, delle donne furbe e delle donne aggressive. Ho paura di quelle che non sanno farsi rispettare e ancora di più di quelle che non rispettano la sensibilità degli uomini, come se fossero tutti bestie per colpa di uno. Ho paura di quelle che non hanno la patente e le devi andare a prendere e riportare, di quelle che mangiano poco, di quelle che non fanno l'amore con le mestruazioni. Ho paura di espormi troppo e di quello che possono fare, dire, pensare, di me e non solo.

Ho paura delle donne, ma ieri sera sono stata benissimo, e poi ho pure dormito bene e adesso ho un fantastico gatto nero che mi guarda da sopra il computer :)

21 ottobre 2003



Uff

Uno sguardo all'agenda mi convince che la mia vita sarà insostenibile almeno fino al 7 novembre. Già che ci sono, mi metto a dieta, così soffro tutto insieme.

Studio del Customer Respect Group

Da Unonet: "Uno studio rivela che spesso in Rete manca il rispetto delle aziende nei confronti dei propri clienti. La compagnia che ha mostrato la maggiore attenzione per i clienti è stata Hewlett-Packard, seguita da IBM e Electronic Data Systems. Va notato che il 33% delle aziende non risponde affatto alle richieste online dei clienti. Tra quelle che lo fanno, invece, il 44% risponde solo dopo oltre 72 ore."

E' un po' come con gli uomini, no? Se non caghi le aziende, ti martellano, seducono, perseguitano, manipolano. Quando sei tu a voler qualcosa da loro, una volta su tre squilla a vuoto, e quando ti richiamano, è troppo tardi.

20 ottobre 2003

Farfalle e terremoti

Se una soncina sbatte la testa a Milano, oltreoceano ricamano sul tema: "sfigati perché non pagati e wannabe".
Scott Rosenberg (via 4 Banalitaten)
Jay Rosen
Doc Searls (via Onino).

E, caro diario, questa frase mi piace tanto che la riscrivo anche qui:

Online phenomena do not have to make money to be of value to people.
Online phenomena do not have to make money to be of value to people.
Online phenomena do not have to make money to be of value to people.
Online phenomena do not have to make money to be of value to people.
Online phenomena do not have to make money to be of value to people.
Online phenomena do not have to make money to be of value to people.

Per Guia, non c'è che da ripetere "(s)He's not listening. (s)He doesn't want to get it." Ma incazzarsi, no, suvvia.

Una Rana Morta

Wu Ming scrive su Rekombinant degli sprechi, dei consumi, del cosiddetto fabbisogno energetico e del perché il Capitalismo è una Rana Morta

Noi siamo dentro e lui è fuori (ma purtroppo no)

Ogni volta che leggo un'intervista ad Adriano Sofri mi viene il magone, ma non ne parlo mai per uno strano pudore, mi sembra di entrare in casa d'altri, e soprattutto in dolori altrui. Ma poi leggo cose come "In galera non solo si chiama aria l'aria che respiriamo, si chiamano 'aria grande' e 'aria piccola' le poche ore destinate ad andare all'aperto. Abbiamo due arie come Taranto ha due mari." e scopro incredibili ricordi d'infanzia comuni, il magone cresce e un dolore privato diventa anche mio, e pubblico, e finché Sofri è in galera, mi ci sento un po' anch'io.

Ciao, Manuel

Non so se Carvalho sarebbe stato così affascinante anche al cinema, ma faccio nostro questo saluto di Webgol, causa nodo alla gola che mi impedisce di scrivere (ma non di mangiare).

Letargo

Sabato pomeriggio, all'improvviso, era inverno, e io ero in giro a Rimini con pantaloni di cotone a vita bassa e giacchina di pelle, anzi no, giacchina di pelle e gonna nera e scarpe rosse a tacco alto perfette per il pavè scivoloso di pioggia. Ci casco ogni anno: il mio rifiuto dell'inverno si manifesta con reiterate stupidità di abbigliamento e il rifugio in un letargo alcolico, a bilanciar le proteine da carne rossa.
Ottima quella mangiata sabato sera a La cucina dei teatini, nuova entrata nella top five dei ristoranti riminesi preferiti dai maestrini. Una volta realizzato che non era colpa di un principio di congelamento, ma che sul menu c'era scritto proprio "chateau brillant" me la sono mangiata lo stesso, e fanculo le finezze, era buonissima, e in fondo si pronuncia allo stesso modo. Deludenti le altre esperienze gastronomiche, ottima come sempre la conversazione, battuto il record di pisolini.

Spam Adorabile

Welcome everyone, it's us again, now we extended our offerings, here is a list:

1. Heroin, in liquid and crystal form.
2. Fake currencies, such as Euros and US dollars, prices would match competition.
3. Also, as always, we offer widest range of child pornography and exclusive lolita
galleries, to keep out clients busy.

ATTENTION. Clearance offer. Buy 30 grams of heroin, get 5 free.
Prepay your batch of rockets (air-to-air) and recieve a portable rocket-launcher for free.

17 ottobre 2003

Non linkatela

Non leggerla, so che sarà impossibile (parlo della replica della Guia). Ma se la linkate, beh, poi non lamentatevi se chi vende giornali pensa che siete un po' pirla :)

Le grandi domande del venerdì

Ma le fontane di Corso Como sono arrugginite dopo neanche dieci giorni per conscia provocazione artistica, o hanno sbagliato materiale?

Brutte Parole: "Forumizzazione"

Massimo Mantellini denuncia la forumizzazione del blog di Gaspar Torriero, sostenendo che questi commenti a un post segnano "un salto di qualita' (verso il basso) col quale prima o poi si dovra' fare i conti".

E io non capisco. Non ho mai capito e continuo a non capire perché uno metta i commenti sul blog per poi lamentarsi se ci scrivono molte persone, o la stessa persona molte volte; non capisco esattamente cosa ci sia di male nel fatto che chiunque desideri dire la sua - anche se dovesse farlo ripetutamente e in modo aggressivo - su quello che io ho postato; non capisco dove stia il problema se i "lettori" (che già mi sta sulle palle chiamarli così, perché alcuni scrivono almeno quanto me) di Tribook usano i commenti per dialogare tra loro; non capisco perché se ne lamenti Massimo visto che il blog è di Gaspar; non capisco la stessa differenza tra "molti commenti" e "forumizzazione".

Se io dò la possibilità di commentare il mio blog (anonimamente, per di più) vuol dire che ho già "fatto i conti" con la forumizzazione, con i commentatori multipli e metodici, persino coi probabili troll che prima o poi capitano a tutti perché questo non è un mondo perfetto.

E il fatto che io sia contento a prescindere quando un mio post è molto commentato non solo significa che io e Massimo la vediamo diversamente, ma che abbiamo una percezione fondamentalmente diversa della partecipazione altrui ai nostri blog.
Se non temessi di riesumare polemiche stantie, probabilmente sarei tentato di attribuire questa differenza al fatto che Massimo è un giornalista e io un niusgrupparo d'estrazione, ma non lo farò, oh no: non lo farò.

16 ottobre 2003

The Magic Number

Stavo pensando che se c'è qualcosa di più sfigato che usare come colonna sonora del proprio spot l'imitazione vorrei-ma-non-posso di un singolo di successo di sei mesi fa (In da Club di 50 Cent), è ingaggiare come testimonial un personaggio totalmente rimosso dalla memoria collettiva come Antonino Zichichi, ovvero - se non ricordo male - quell'ex-alfiere del nucleare in Italia che una volta comparve sui TG per circa 30 secondi.

Lo fa 3, ovvero H3g, ovvero l'operatore di telefonia mobile UMTS con finanziamenti da Hong Kong che, raffrontando queste cifre alle vendute dei cellulari UMTS, potrebbe aver fatto il passo più lungo della gamba.

Certo è in buona compagnia: tra l'orrendo spottone Tim con quella ex-something di Naomi Campbell e l'insostenibile cane che parla napoletano, e l'ancora più offensivo spot Omnitel, capolavoro del non-sequitur con una tizia che per qualche imperscrutabile ragione mixa i dischi su un'elicottero, il vorrei ma non posso di 3 forse non si distingue per particolare nefandezza.

Io però le parole dell'Amministratore Delegato sul fatto che l'UMTS raddoppierà entro i prossimi cinque anni il valore delle aziende del mobile me le segnerei. Mica per sfiducia: è che si dà il caso che previsioni simili le abbiamo già sentite in passato.

:)

Nonostante hangover pesante e preoccupazioni serie di vario tipo, mi è tornato il buon umore. Perché una certa cena a cui tenevo si fa, martedì, e non ci si sperava più. Perché sono stata a Casa Rustici, e buon dio, sedata l'invidia è bello sapere che qualcuno lavora in un posto così. Perché ieri sono andata in libreria per comprare questo libro per un mio amico, e ho trovato La Sposa Liberata in economica, e non me l'aspettavo così presto. Perché sono circondata da amici che amo sul serio, e pazienza se non sopporto nessun altro oltre a loro: sono tanti :)

Eroe del mondo libero?

E' sempre piacevole quando i personaggi di culto che per qualche ragione sono stati "eletti" da un popolo adorante si dimostrano genuinamente umili e fanno di tutto per smontare il mito costruitogli addosso, soprattutto quando sembrano sinceri. Wired pubblica una luuunga intervista a Linus Torvalds che magari non è da leggere proprio tutta, ma da piluccare qua e là per farsi un'idea del personaggio.
E così scopriamo che il padre di Linux si definisce noioso e poco utile: "un ornamento sul cofano di Linux". (via /.)

Duro da ammettere

Sono circa tredici anni che vago da sottoscale a lussuose sale riunioni ascoltando le persone più diverse che mi raccontano tutto di loro sperando che io seduca altri trasformando confusi e orgogliosi particolari in parole scritte di senso compiuto.

Ho fatto brochure per idraulici, multinazionali e negozi; scritto oroscopi per l'144 e discorsi di inaugurazione di nuove fabbriche; raccontato drammi sindacali, policy aziendali e matrimoni virtuali; composto lettere che volevano convincerti a comprare benedizioni divine, mutui a tasso agevolato o abbonamenti a riviste specializzate. Ho scritto spot pubblicitari, voci fuoricampo di documentari, cd-rom sull'euro e milioni di righe di chat (pagata per farlo: la cosa più vicina alla prostituzione).

Sono tredici anni che scrivo per conto terzi, e questa è la mia attività principale, anche se insieme ho fatto e faccio tante altre cose, tra cui scrivere (molto) per conto mio, ma adesso soprattutto progettare siti e i loro utilizzi. Ma sono tredici anni che cesello e taglio e allungo e accorcio e lavoro per quel mix di persuasiva semplicità e originalità linguistica, sangue e sudore per testi che nessuno leggerà mai veramente e che spesso mi fanno orrore.

E' duro da ammettere, ma mi piace da morire. Mi è sempre piaciuto. Mi piace scrivere, ma soprattutto mi piace ascoltare e scoprire le cose più strampalate, mi piace soprattutto lavorare per i piccoli imprenditori che amano visceralmente quello che fanno, anche se fanno blister per medicinali. So tante cose strane, perchè ho scritto di loro. E' come un puzzle ed è ogni volta diverso: mi lamento, sogno la fuga, ma comunicare per conto terzi a volte mi salva la vita (anche se mi rende difficilissimo comunicare me stessa, come ben sapete).

15 ottobre 2003

Pubblicità da autosputtanamento

A proposito di pubblicità che metacomunicano male, tipo "Lettori, non guardoni" di Maxim, imbattibile la campagna buttadentro di PastaRito, l'orrenda catena di fast food con pretese che hanno infestato mezza Italia (e non solo). Mi irrita campanilisticamente l'idea di un Pastarito a Parigi :|

Passo ogni mattina davanti a uno dei più brutti, quello all'angolo di Via Farini. Le vetrine, che di sera denudano tavoli vuoti illuminati allo pseudo neon, sono decorate da questo cartello:

"Ma, ultimamente, ci siete entrati?"

Una geniale campagna da acquolina in bocca. Il prossimo passo è mettere i camerieri fuori dalla porta con pezzi di cartone con scritto a pennarello "tengo famiglia", "sono sieropositivo" e "mia moglie ha il Parkinson".

Il Gioco delle Coppie

Non ci sono solo i 100 migliori romanzi dell'Observer ma anche (per quanto discutibili) i 100 migliori film di tutti i tempi secondo l'AFI (American Film Institute). L'idea però sarebbe di incrociarli e andare a verificare che associazioni casuali ne risultano.

Vengono fuori delle combo niente male, a cominciare dallo scontro di personalità forti che occupa il primo posto: ho idea che quello tra Don Chisciotte e Charles Foster Kane sarebbe un incontro non da poco.

Personalmente trovo di mio gusto l'accoppiata epica-etnica-pathos di Moby Dick e Furore di John Ford, da Steinbeck: buona vecchia scrittura di uomini veri, altro che Paul Auster.

E vi pare che Cime Tempestose + la Regina d'Africa non rappresentino un bel programmino per una serata di seduzione? Mi fermo qui, ma ci sono parecchie altre coppie casuali curiose e/o bizzarre. Ve le lascio scoprire da soli, se vi va.

Il conto dei classici letti non lo faccio perché sospetto verrebbe fuori un numerino poco competitivo di cui mi vergognerei, ma vado abbastanza orgoglioso dei miei 73 film visti su 100.

Altri simpatici giochi di società che si possono fare con i due listoni:

- A che blogger regalereste quale libro o portereste a vedere quale film
- Inserire nel libro personaggi del film e viceversa (e qui ce n'è da sbizzarrirsi)
- Scommettere con il vostro/a blogger preferito/a a chi ha visto più film/letto più libri. Se invece di scommettere prestazioni sessuali mettete in palio un link nel vostro blogrolling, siete decisamente dei pervertiti.

Guia Soncini, Blogger

E dire che io ho sempre ammirato lo stile della Guia pensando "è la prima giornalista che scrive come se fosse per il suo blog :)
Per me, un complimento: lo svecchiamento dei femminili imho deriva proprio dal passaggio da uno stile formal-generalista a uno stile personale-diaristico, vedi per esempio le "inchieste" di Amica. Prendo quindi il rigurgito di astio sul Foglio come un'autocritica non necessaria: su, su, Guia, in bagno con una rivista ci siamo finite tutte.

14 ottobre 2003

Doveva succedere prima o poi. Dal primo gennaio 2004, la storica piazza di Vienna da sempre denominata Karlsplatz cambierà nome. Non per necessità toponomastiche, ma perché qualcuno se l'è comprata e le darà il suo nome. Questo qualcuno è Nike, che costruirà un enorme "multigender concept store" (trad: un negozio) chiamato nikeground (clicca su vienna se non ci credi). E occhio, che il prossimo obiettivo è Roma.

Due domande:
1) è mai possibile che Nike non si renda conto di quanto questa scelta genererà nei viennesi prese per il culo, battute sarcastiche, genuino risentimento e caratterizzazioni negative, il tutto per vendere qualche migliaio di scarpette da ginnastica in più?
2) un essere umano che acquistasse una piazza per darle il suo nome non sarebbe diagnosticabile di delirio di grandezza, clinicamente appartenente alla sindrome paranoide?

Aggiornamento: Profeta mi rivela che si tratta di una bufala a cura di 0100101110101101.org. E effettivamente il dominio risulta registrato a Mateusz Birkut di 0100101110101101.org.
La pagina che svela il bufalone al momento è giù, mentre per ora resta in piedi nikeground.com, almeno finché non si svegliano le cenerentole dell'ufficio legale di Nike.

Resta la delusione di Pippo per il mancato colpaccio, che avrebbe ancora una volta (se ce ne fosse stato bisogno) dimostrato la superiorità del sistema di scambio basato sul libero mercato al quale noi tutti aderiamo con entusiasmo e gratitudine rispetto al baratto, all'economia centralizzata sovietica e all'uso della conchiglia come moneta.

grandi dolori da niente

Malinconica citazione di Achille della lista dei "grandi dolori da niente" dell'ultimo Benni. Non riesco a non pensare ai miei:

- non saper cosa dire a un'amica
- mio marito che non gli piace Scrubs
- qualcuno che pensa che tu, e invece
- la volta che ti incazzi, ed è colpa tua
- dover bere prima delle altre a fit boxe o a step
- la gomma della bici bucata
- quando in Puglia d'estate non è più tramontana
- le calze smagliate
- aver voglia in momenti diversi di (qualunque cosa)

Ecco, mi viene da piangere. E sono tutte cose da niente.

Molti Nemici Molto Onore

Evidentemente gli Stati Uniti reputano di non avere ancora abbastanza nemici sul pianeta (oppure che molti nemici molto onore), e visto che le cose in Iraq vanno lisce come l'olio, hanno deciso di aggiungere ufficialmente altri tre stati alla loro lista nera, ovvero quei cosiddetti Stati Canaglia che rappresentano l'Asse del Male, o il Lato Oscuro della Forza o altre categorie filosofico-politiche similmente mature.

Tanto per non far torto a nessuno e per garantire un equilibrato effetto di destabilizzazione generalizzata dell'intero pianeta, ne hanno scelto uno in medio oriente (guarda caso la Siria, chissà su suggerimento di chi), uno vicino a casa (Cuba, vecchia passione di ogni presidente Usa) visto che sul versante interno il rischio di attentati andava scemando e, premurosi come sono, anche uno nel mediterraneo che possa impedire sonni tranquilli all'Europa: nonostante il basso profilo tenuto negli ultimi anni, Tripoli bel suol d'amore torna ufficialmente a rappresentare una minaccia.
E buon divertimento a tutti, sembra concludere la Casa Bianca in questa nuova genialata di politica estera.

Coscienze sporche lavate in pubblico

La pubblicità è l'arte di dire solo quello che sei orgoglioso che si sappia, nascondendo, nel modo più ipnotico possibile, ciò che vuoi che venga ignorato o dimenticato. La chiamo arte perché spesso lo è, e in ogni caso, operando per sintesi, sottrazioni ed ellissi, iconiche e linguistiche, mi affascina e mi affascinano i bravi creativi. Per chi si guadagna da vivere con le parole è difficile non apprezzare un Pirella, una Testa o gli spot Nike (che sono prima di tutto ben scritti).

Ecco, mi sto lasciando affascinare di nuovo, invece volevo parlare di ciò che vuoi che venga ignorato e della regola non scritta che intima di non essere mai negativi. Regola clamorosamente smentita dall'uso della Famiglia Addams come testimonial per il minivan Honda: il loro "NON COMPRATELA" è stato uno dei più grandi successi pubblicitari di tutti i tempi. Ma c'è una situazione che fa venire i capelli dritti a tutte le direzioni marketing (i veri responsabili delle campagne belle e brutte): la vera coscienza sporca, il luogo comune negativo, Ciò di Cui NON si Deve Parlare, lo scheletro nell'armadio, la polvere sotto il tappeto. Non sono sempre bambini che cuciono palloni o popolazioni sterminate per un impianto petrolifero: molto spesso basta un alone negativo, un pregiudizio, un vorrei ma non posso troppo facile da scherzare.

Ci sono in giro due campagne di affissioni che parlano di ciò di cui non si deve parlare: Maxim e Generali Vita. Se la sfangano in modo molto diverso.

Il "lettori, non guardoni" di Maxim è tremendo: in tre parole leggiamo tra le righe una vita di sguardi imbarazzati dei colleghi, di copie nascoste sotto al Sole 24 ore, di ambizioni frustrate, di riunioni di redazione dove si cerca di dimenticare che si lavora a un giornale venduto finora dal calendario. Che tristezza. Una dichiarazione di stentato orgoglio che spera che basti una bugia, lettorinonguardoni, per cambiare i fatti. Io non ho mai letto Maxim ma quell'affissione ha confermato tutti i miei pregiudizi. La pubblicità parla, ma non dice quello che c'è scritto.

Tutt'altra storia, direi una sinfonia, per il ramo Vita delle Assicurazioni Generali, magari solo per motivi personali. Mio papà gestisce l'agenzia delle Generali di Taranto e fin da piccola, mangiando grazie alle polizze, ho sempre patito del fatto che si associano gli assicuratori a degli avvoltoi che lucrano sulle disgrazie. E' tutto il contrario: se ti succede qualcosa, per le assicurazioni è un'inculata. O no? L'assicuratore è una specie di angelo custode interessato, rappresentato in modo delizioso da queste scritte enormi che sussurranno di non arrabbiarti, non prendere freddo, portare fiori a tua moglie, tutte firmate da agenti di assicurazione che ti hanno venduto una polizza vita. Altro luogo comune negativo, ma in questo caso affrontato con una grazia e una delicatezza che mi strappano un sorriso ogni volta che ne trovo una (e sono ovunque). Mi scopro tenera nei confronti di mio padre che ha fatto per tutta la vita un lavoro abbastanza arido, e adesso che ha compiuto 65 anni (sabato) e a dicembre va in pensione, vuole continuare a farlo a tutti i costi.

NB: non sono riuscita a trovare online le due campagne, maghetti di Google, Help :)

13 ottobre 2003

Finalmente identificati "i sette difetti che fanno litigare mogli e mariti" (quando si dice il grande giornalismo, eh? checcefrega der Niu Iork Taimes: noi c'avemo er Corrierone). Pare che uno di codesti comportamenti forieri di litigi e separazioni sia la frenesia da zapping del coniuge maschio. Parallelamente vien fuori che far interagire umani e scimmie con gli oggetti grazie alla forza del pensiero è ora possibile e il cerchio si chiude. Signore, sappiate che i vostri mariti presto zapperanno alla velocità della luce. E niente simpatiche battute sulle scimmie, prego.

(Se questo post ti sembra perlomeno stiracchiato, hai ragione: è stato generato in base al secondo punto della legge di Spiritum sul bloggare non avendo niente da dire).

No, no, no e NO!

Perché ci sono cose che, a distanza di anni, riescono ancora a mandarmi in bestia? No, cara, te lo assicuro: non ti ho fatto pagare una confidenza fatta per sbaglio. Mi sono sinceramente e razionalmente allontanata da te, perché non sei la persona che mi avevi fatto credere.
Punto.

Se ti stai chiedendo se è il caso di investire 7,25€ sonanti in La Leggenda degli Uomini Straordinari o the Dreamers di Bertolucci, trovate linkate le opinioni del mafe e della vanz. Qui invece le visioni dello scorso finesettimana: Elephant e Anything Else.
Se poi pensi che ti sia utile essere informato ogni settimana sui migliori film in TV, al cinema e a noleggio, la GNUsletter di Filmagenda è quello che ti serve: te la stampi o te la mandi a casa e ti aiuta a programmarti le serate di cinema per tutta la settimana successiva.

12 ottobre 2003

Solitudine

Ho bisogno di stare sola almeno tre ore e un quarto al giorno, ma non di più. Meglio se sola fisicamente, ma anche stare tra la folla - tipo lezione di step o Zara il sabato pomeriggio - è un buon succedaneo. L'importante è non dover parlare, non dover ascoltare, non dover annuire per almeno un quinto del mio tempo da sveglia. Per tutto il resto della giornata, ho bisogno degli altri.
Credo che sia questo, il motivo per cui - nonostante Woody Allen - resto dell'idea di non fare figli, in questa vita perlomeno.

11 ottobre 2003

E poi non dire che non te l'aveva detto

Se arrivo a 50 anni conciata come Marion, non potrò prendermela che con me stessa.


10 ottobre 2003

è ufficiale



A tutti quelli che sono indecisi se fare i superiori riguardo all'elezione di Schwarzenegger a Governatore della California o se mostrarsi genuinamente indignati, vorrei ricordare che una ventina d'anni fa noi abbiamo eletto al parlamento europeo tale Ilona Staller.
Voglio dire, nome d'arte Cicciolina, non so se rendo: una che al confronto Schwarzenegger è Winston Churchill.
E secondo voi, se Maradona ottenesse la cittadinanza e si presentasse alle elezioni per la Regione Campania, cosa succederebbe?
Ecco, quindi andiamoci piano a fare i superiori.

Piccoli deliri

Vi ricordate il PARADOSSO DI ARIANNA [pdf]? Se non sa niente di blog scriverà un articolo sui blog? Ecco, sono un po' colpita da reazioni un po' scomposte di questi giorni, e sono costretta a concludere con il:

COROLLARIO DI LUCIANO
Se non ha letto Linked, ne parlerà molto male.

Non è che sia la Bibbia, o un testo indiscutibile, o la Parola che cambierà il Mondo: è solo spiazzante doverne discutere con persone che lo criticano senza averlo letto, solo perché "se ne parla troppo".
In effetti, mi meraviglia che ciò mi meravigli, ma ad alcuni comportamenti non ci si abitua mai.

Comunicazione di (dis)servizio

Causa definitivo sfracellamento, i nostri commenti passano da Enetation ad Haloscan. Per non perdere gli archivi, negli ultimi post troverete sia i commenti di Enetation (numero tra parentesi), sia il nuovo sistema. Fate casino come vi viene meglio :)

Collezionali tutti!

PERMAL[os]INK

Syndication Killed the News Stars

Stamattina le impiegate dell'ASL stavano quasi litigando davanti a me perché una aveva più icone delle altre nella barra di sistema di Windows (l'icona galeotta in eccesso, hanno scoperto dopo attenti studi mentre noi stavamo ad aspettare in fila, era quella di WinZip), e mentre attendevo da buon cittadino paziente pensavo quant'è tristemente comico che noi siamo qui a preoccuparci di accessibilità e rispetto delle regole W3C mentre era chiaro che queste "utenti medie", qui osservate nel loro ambiente naturale, probabilmente non sanno nemmeno che c'è qualcosa al di fuori di www.libero.it, sempre che sappiano far partire un browser.
E mentre aspettavo ragionavo su come noi power user abbiamo una visione "distorta" dell'uso del Web, almeno rispetto alla visione dell'utente base. Ma anche su come questa visione (la nostra da power user) stia cambiando il nostro rapporto con il mondo, per esempio il rapporto con le notizie e con lo strumento che finora ce le aveva comunicate con maggiore immediatezza: la televisione.
Per esempio, mi sono reso conto che da qualche tempo, da quando uso un aggregatore news che in 5 minuti mi aggiorna dalle agenzie stampa su tutto quello che è accaduto nel mondo nell'ultima mezz'ora - syndication in tempo reale, altro che CNN - non mi serve più il telegiornale. Stasera il TG l'ho visto, dopo diverse settimane che lo evitavo come la peste, e devo ammettere di essere rimasto sorpreso del fatto che non mi ha detto nulla che non sapessi già grazie agli RSS.
La syndication ha reso obsoleta l'unica ragione per cui prima guardavo il TG, cioè sapere cos'è successo. Perché ovviamente il TG non approfondisce e non spiega: si prende giusto il tempo minimo necessario per dirti cosa è successo e dove (cito: "la televisione va sempre di corsa: è per questo che fa tante stronzate").
Ora questa è una cosa buffa, perché se è vero che i tanto (da noi) esecrati piani delle major di trasformare Internet nella cugina povera della TV sono falliti, è altrettanto vero - imho - che Internet si stia trasformando non in un surrogato ma in una valida alternativa non solo testuale ma anche multimediale alla TV.
Come strumento di informazione, sì, ma anche di approfondimento, perché Internet non è costretta a stare entro una schedule di tempi prefissati e molto brevi.
E se una volta l'idea di un'Internet che in qualche modo surroga o assomiglia alla TV mi raccapricciava, ora trovo che un uso audiovisivo ragionato del Web mi permetta di scoprire (vedere, sentire) più e meglio di quanto avrei potuto sapere grazie alla TV. Il New York Times per esempio impiega il flash in percorsi multimediali piuttosto interessanti, come nel caso dell'interactive feature sul voto di recall californiano.

09 ottobre 2003

The Sheltering Sky

Molti pensano che il cielo di Milano sia sempre della stessa sfumatura di grigio. Naturalmente non è vero: chi ci abita sa che va dal dal grigio metallizzato BMW a quella peculiare sfumatura di grigio biancosporco che si trasferisce al lenzuolo steso ad asciugare. Eccetto in Bovisa. La Bovisa ha dei cieli tutti suoi, con una drammaticità da west coast che sembra non esistano in altre zone della città.
Magari è per effetto di qualche incidente industriale, come in Rumore Bianco di Don DeLillo, dove a seguito di una nube tossica si verificano tramonti bellissimi. Però chi ha letto il post di ieri di GiulioZu, sappia che è più o meno questo ciò che il nostro eroe vide l'8 ottobre 2003 affacciandosi dalla sua finestra di Bovisa, Milano, Italia.






Mi sa che meno blog

"Il modo migliore per buttare via la vita è prendere nota. Il modo più facile per evitare di vivere è stare a guardare. Cercare i dettagli. Riferire. Senza partecipare."
C. Palahniuk, Ninna Nanna

Mamma mia come si vede male questo blog con Internet Explorer. Ma proprio male male. Dovremmo mettere una gif "pessimizzato per Internet Explorer".

non posso non quotare, dai commenti di un post un po' più sotto:

Miiii pure le faccine ti devo insegnare, basta che scrivi due punti e parentesi e ti viene (giuro che se lo scrivi per esteso muoio)

..)

La Credenza Condivisa del Vanz



battutone, eh?

A me questa roba che Puff Daddy avrebbe organizzato l'omicidio di Tupac mi fa un po' ridere (e ancora più il fatto che su Indymedia mi citino il TGCOM).
Cioè, vabbé che loro son gangsta e ok, però quella della kattiveria rappettara l'ho sempre considerata più una montatura di marketing che una vera vocazione criminale.
Che poi, voglio dire, te lo immagini Mino Reitano che organizza l'omicidio di Bobby Solo? Per mano, ovviamente, di Califano.

LE BALADIN

Ieri sera ho assaggiato la birra artigianale SUPER BALADIN, decisamente buonissima!

Belle serate

Io sarò più che mai Alice in Wonderlands, ma continuo a conoscere persone di grande successo, personale e professionale, totalmente meritato.

08 ottobre 2003

Mumbai Masala

Quel gran fico di mio fratello ha vinto il Premio Chatwin con il suo documentario sull'India, Mumbai Masala :)
Tra l'altro, cerca una camera in affitto a Milano per il mese di novembre: qualcuno è interessato? Per le single, è un bel ragazzo, un po' stronzo, ma fa figura nel portfolio.

Credenza condivisa - anche io pippone

Per considerare un ambiente come qualcosa di organico è necessario che tutti abbiano le stesse informazioni: una classe, un paese, una squadra di pallavolo, una community web based, una mailing list, un condominio. In tutti questi casi le regole e le informazioni utili per la convivenza sono a disposizione di tutti e a portata di mano; in molti casi il sistema dei media di massa permette di dare per scontato che la maggior parte delle persone sappiano chi è il presidente del consiglio, il portiere della nazionale o Miss Italia.
E' parte di quello che in scienza cognitiva si chiama "credenza condivisa*" ed è un presupposto della comunicazione umana: un insieme di nozioni che ci permettono di non negoziare in continuazione il significato denotato o connotato dei segni che usiamo. In Internet questo sistema di nozioni condiviso non esiste ancora, o meglio, esiste solo per piccoli gruppi consapevoli di essere tali e di conseguenza autoregolati. Questo avviene un po' per la sua natura di multiverso, per cui persone simili fanno un uso molto diverso dalla rete, ma soprattutto perché le informazioni non sono in un solo posto e a portata di mano e trovarle sta all'iniziativa e agli interessi del singolo. Chi non le cerca, non solo non le trova, ma quando ci sbatte contro tende a non volerle accettare, abituati come siamo a un sistema di emittenti centralizzato e unidirezionale.

Quello che è vero per Internet nel suo complesso è assai più vero per la blogosfera italiana, da molti vissuta come un insieme organico regolato implicitamente da un'oligarchia di potenti e vassalletti. Questo sistema di poteri non può esistere perché chi dovrebbe esercitarlo non sa su chi, mancando un'anagrafe continuamente aggiornata di blogger reali e uno strumento per raggiungerli tutti: chi arriva non ha modo di assorbire lo status quo, perché non esiste un organo di informazione di massa indiscutibile (quale può essere il regolamento di condominio o la classifica di Sanremo o gli orari dei negozi). Non solo i nuovi arrivati non hanno una fonte certa da cui assorbire la "storia", perchè esistono solo "storie", tutte parziali; anche chi è qui da tempo non possiede le stesse informazioni degli altri, essendo impossibile seguire tutti i blog e mancando la pretesa stessa di un punto di vista oggettivo, di un raccoglitore e diffusore di informazioni, classifiche, graduatorie (che invece nel mondo dei media di massa esiste, e per molti è un'illusione irrinunciabile).

Abbiamo tutti più che mai un punto di vista parziale e condizionato dalle nostre esperienze: la sensazione di organicità dell'insieme dei blog italiani è un'illusione totale, e decisamente fuorviante.

* Definisco credenza condivisa una credenza che non solo sia comune a tutti gli agenti impegnati nell'interazione, ma del cui essere comune tutti siano anche consapevoli.
...se il bambino non possedesse la conoscenza condivisa come primitiva, e dovesse dedurla attraverso una lunga catena logica, non sarebbe in grado di interagire comunicativamente prima dei 12-13 anni (Bara 1991)

Niente da fare: dalla cialtroneria Web delle corporation resta tuttora difficile sfuggire. Uno penserebbe che Nokia faccia le sue cosine fatte bene, e invece mi registro il nick alla Game Arena di N-Gage per il gaming online, e alla fine del processo di registrazione ecco cosa ti ottengo:

Not Found
The requested URL /n-gage/web/it/customize/profile/reg_validate_email_success.jsp was not found on this server.


Apache/1.3.26 Server at arena.n-gage.com Port 80

BloggerCon


Che si sia o meno abbastanza olssessionati/fuori di testa da andare a leggersi e ascoltarsi tutti gli atti di una conferenza sui blog, la cosa buona è che a BloggerCon (organizzata da Harvard Law School, mica mio cugino) hanno messo tutto online, in formato trascritto e/o audio. Tanto che se si ha abbastanza tempo da dedicarci, è quasi come avere partecipato. Questa sì che è una best practice che andrebbe seguita da tutti.

Insonnia

Tutto inizia con un risveglio, e lì ancora c'è speranza. Forse solo una pipì. Forse solo un po' di sete. Forse solo caldo, o freddo, o rumore. Stringi gli occhi forte forte e tra un minuto dormi di nuovo. Le due. Le due e mezzo. Le tre e 17. Le quattro. Ho paura di tutto, in quelle ore lì. Ho paura di alzarmi. Di essere troppo stanca domani. Di svegliarmi comunque troppo presto, morta di stanchezza ma incapace di dormire oltre. Più non riesco a dormire più mi odio, i pensieri diventano lattiginosi, corpi estranei, cerotti strappati via dalle palpebre.
Ogni tanto riafferro fasi rem disperse, e poi mi risveglio di soprassalto, come se il mio corpo percepisse rumori bianchi, ultrasuoni, segnali alieni per cui è meglio se sto sveglia, sveglia, sveglia, sempre più incazzata, disperata, spaventata. Sveglia e delusa, sveglia e consapevole che domani starò di merda, alzati e lavora, leggi, scrivi, ma niente, perdo il controllo del mio corpo, sveglia e immobile nel letto, è tutto quello che riesco a fare, per ore dilatate e lesioniste.

Mangerò bene, lo giuro, mangerò bene tutte le sere. Erano mesi che non mi capitava, ed è colpa mia (anzi, della Vale :) So cosa devo fare per dormire, idiota persa a non farlo.

a heathen, not a pagan


Che fare queste cose sia name-dropping, piaggeria o un comportamento da VIB-wannabe poco importa, perché questo Rageboy qui lo devo assolutamente quotare:

"I do not seek redemption, no. I have not taken Jesus Christ, Zoroaster, Gautauma, Isis, Walt Disney, Pele, Satan, IBM, or any other two-bit demigod, messiah, guru, or Ascended Master as my personal trainer. Given the chance, I would instruct both Pope and Dalai Lama to kiss my ass or suck my dick, whichever came first. So to speak.
I'm a heathen, not a pagan. There's a difference."

07 ottobre 2003

Un omaggio

Ma poi mi sono detta, ma che sono scema a portare un cane dallo psicologo? Qua forse dovrei andarci io, meno male che l'ho detto solo a una cara amica, la Betty, non di quelle che poi ti ridono dietro e lo vanno a dire a mezzo quartiere, come quella volta che mi e' sfuggito che Gina, la Gina della merceria, quando è andata a Cuba che si è divertita tanto e ne ha parlato per mesi, aveva pagato uno. Io non è che lo volevo dire, l'ho fatto per difenderla, che si diceva che era nervosa per mancanza, ma mancanza di cosa, ho detto io. E poi ho dovuto spiegare, non è bello buttare il sasso e nascondere la mano.
Adesso stavo tutta bella tranquilla a guardare i premi della carta fidati, che non ti dico che figura che ieri l'ho data al supermercato sbagliato, la cassiera ha fatto una faccia come a far finta di non aver visto, ma aveva visto, non ne ho mai abbastanza per i premi che voglio io, pensavo a quanti soldi ci vogliono per andare a Cuba, ognuno ha la vita che si merita, ma perchè non si mettono d'accordo i vari negozi che poi i punti li sommiamo? Con tutto il da fare che ho, con questo cane.

The Smart Sensor Web

Scrive Vincent Tao su geoPlace.com (tramite Slashdot) che quando tutti i sensori che ci circondano (telecamere, sonde meteorologiche, webcam, microfoni) saranno facilmente collegabili a un network globale e i dati raccolti integrabili tra loro, avremo uno strumento potentissimo di orsservazione, misurazione e raccolta di dati sul pianeta terra.

Feticci

Dicembre 1987. Trascino un'enorme valigia rossa alla fermata della 54 per poi prendere il metrò per la stazione, nei miei percorsi complicati dei primi mesi a Milano. In cuffia, una voce cullante, una cassetta che Federica mi aveva mollato brusca come regalo di Natale, il primo ritorno a casa dopo tre mesi in collegio, con quella musica nuova a significare quant'ero diversa. Mi sembra impossibile abbandonare Milano e tutto risuona del freddo, degli alberi con la brina, nel mio delirio ancora adolescenziale la città mi culla, si scompone e si ricompone come quella voce e quella musica incredibile. A 18 anni non percepisci ancora bene i confini tra te e il mondo: tutto era per me, il traffico e il freddo e la fatica enfatizzavano il dolore di tornare a casa e sapere che lui era gia' con un'altra, ma quella musica straordinaria mi restituiva il piacere, il puro piacere di essere viva, di essere sola, di essere lontana da Taranto, di andarci per Natale, ok, ma con il biglietto di ritorno in tasca. Tutto era per me, anche Brilliant Trees.

Per me David Sylvian ha sempre cantato a colori: suoni lisergici ma senza ansia, un letargo felino, come farsi una canna all'lsd. E ieri sera David ha cantato a colori davvero, accompagnato da due schermi con immagini a tratti banali, ma sempre ipnotiche, a tratti molto belle, i cavi brulicanti di luci, le due meline dei powerbook a illuminare i volti timidi e sommessi dei tre artisti sul palco. Non so ricostruire la scaletta, molti pezzi nuovi, ai bis gridiamo titoli dei classici, ma è chiaro che è storia passata e ci salutiamo dopo due ore di carezze algide ma dritte al sangue. Come ha detto Chuck Palahniuk, niente è più affascinante e ignoto dell'interno del corpo umano: la voce e la musica di David Sylvian sono come una presa di ossigeno che circola felice per le tue vene, accarezzando le sinapsi e distendendo tutte le anse dell'intestino.

Un grazie a 2Night, che mi ha regalato il concerto: complimenti per la professionalità e la gentilezza, ottimo posto, alla prossima :)
Lo Smeraldo continua a non piacermi, però se hai le gambe lunghe, ricordati di prenotare il posto 14 di ogni fila, sfasato rispetto al resto, si vede anche benissimo.

Why are Linux and Mac OS X safer?

La risposta su the Register
"There are about 60,000 viruses known for Windows, 40 or so for the Macintosh, about 5 for commercial Unix versions, and perhaps 40 for Linux. Two or three of the Macintosh viruses were widespread enough to be of importance. None of the Unix or Linux viruses became widespread - most were confined to the laboratory."

Bloglines

Non hai voglia di installarti l'aggregatore di fed RSS perché poi hai un ulteriore programma da far partire al mattino e non ne puoi davvero più di programmi aperti sul desktop?
Non sei capace o non hai voglia di installarlo e configurarlo?
Cerchi la soluzione veramente più comoda, rapida e indolore per fareti la rassegna stampa istantanea delle fonti di news più interessanti della rete? Bloglines è quello che ti serve.
Ci vai con un qualunque browser, ti registri aggratis, checki i siti che vuoi vedere nel pannello di sinistra e ogni mattina in 10 minuti ti fai un'idea di quello che è successo, dalla politica internazionale alle news tecnologiche.

Finalmente ho trovato la mia home page. Ecco i miei feed (sono ancora un po' mainstream e prevedibili, ma sto facendo il fine-tuning):

Slashdot / The Register / Salon.com / New York Times HomePage / BBC News | Technology | World Edition / Lockergnome's Technology News / Dilbert / Guardian Unlimited / Yahoo! News - Top Stories / Calvin and Hobbes / The Doc Searls Weblog / blogdex - the weblog diffusion index / Scientific American / BBC News | News Front Page | UK Edition / MozillaZine / Linux Journal / kottke.org / Creative Commons: weblog / onlineblog.com / Christian Science Monitor | Top Stories / The Register / Computerworld News / Joho the Blog / Doc Searls Weblog / Doonesbury / The Reverse Cowgirl / C:\PIRILLO.EXE

06 ottobre 2003

La rece di Elephant del Vanz su filmagenda. E qui c'è Anything Else.

Questo è un test della pubblicazione via mail di Blogger, spedito alle
18:18.

Vedi che funziona? :-P

Gus Van Sant

Elephant

Gli unici personaggi tridimensionali di questo film sono i due assassini che una mattina vanno a scuola carichi di armi comprate in rete, desiderosi di sterminare i loro compagni e insegnanti che per tutto il film non vediamo che da dietro o da davanti, senza vita, figurine di un videogioco che vanno giù senza neanche far troppo rumore.

Gus Van Sant ipnotizza mettendo in scena l'orrore che finora solo Bret Easton Ellis aveva saputo raccontare: Gus Van Sant, che per chi non se n'era accorto è un regista ENORME, ipnotizza mettendo in scena il vuoto, portandoci a spasso in una scuola dove nessuno va a lezione, i corridoi riecheggiano del vomito bulimico di chi si rende conto di avere una vita solo quando l'ex compagno di banco scandisce una filastrocca per decidere chi la perderà per primo.

Piacere in due tempi

C'è chi sclera e grida al complotto perché non è un VIB, e chi teme che la blogosfera stia sviluppando confini impalpabili che impediscono ai nuovi arrivati di fare salotto senza invito. C'è chi ci ricorda che l'economia dell'attenzione funziona in modo diverso, in rete, e chi lamenta che comunque la soglia di visibilità dei nuovi blog è ormai minimale.

A tutti consiglio:

- la lettura dell'ormai stracitato Linked, che spiega come e perché si formano e si sviluppano le reti
- di ficcarsi in testa che se Personalità Confusa è stracitato e stralinkato è perché scrive come tutti noi vorremmo scrivere, ed è l'unico (finora) che parlando di sé riesce a non parlarsi addosso, perché sa guardare e ascoltare.
- di essere consapevoli che il successo in genere non è mai immeritato, ma nemmeno assoluto
- di non dimenticare che si è sempre almeno due a fare qualsiasi cosa, tranne quelle che per me rimangono le più importanti.

Scrivere. Leggere.

Chi è qui per qualcosa di diverso (per diventare un VIB???? Ma stiamo scherzando?), dimentica che quello dei blog è un piacere in due tempi.
Il primo piacere non te lo può togliere nessuno, non dipende dagli altri, non è soggetto a vagli, salotti, inviti e classifiche. Io sono qui per scrivere, questo è un posto per scrivere. Io sono qui per leggere e ogni giorno trovo qualcosa che valga la pena di leggere.

Il secondo piacere è essere letti e apprezzati, linkati e contattati e citati e intervistati e corteggiati, certo, ma se sei qui per questo, hai sbagliato posto.
Aprire un blog per avere successo e trovare nuovi amici è come andare in palestra e curare il tuo aspetto perché vuoi sposarti. Cura ciò che fai per il piacere di farlo e tutto il resto verrà da sé, e se non verrà, ti sarai molto divertito lo stesso.

04 ottobre 2003

Casa

Ci sono gesti che compi da undici anni, circa 400 volte l'anno, e continuano a darti lo stesso piacere. Aprire il portone di casa mia e entrare nel cortile.

Abrasioni

Esiste una clinica dove farsi amputare parti di te perse da tempo, ma che continuano a fare molto male? Ho una buona assicurazione medica, nessuna forza di volontà.

03 ottobre 2003

< post scritto giusto per fare un po' di partigianismo da cortile e sfrucugliare gli splinderiani >

è bizzarro ma l'unico sito web di tutta la Internet sul quale non mi funziona la rotellina di mezzo del mouse, quella comoda per fare lo scrolling che puoi anche dirgli di quante righe scrollare per ogni scatto e assegnare un task al click (io ci minimizzo le applicazioni), dicevo l'unico sito Web al mondo su cui non mi funziona la rotellina è Splinder.
e poi non proprio Splinder, cioè non la home page di Splinder che non sarebbe neanche un danno visto che non ci vado mai ma proprio mai, ma solo i blog sotto Splinder.
il perché è un mistero, almeno per me. che abbia a che fare con quella cornicina nera in alto?
poi m'han detto che oltre a non avere gli rss su splinder non puoi neanche temporizzare la pubblicazione dei post e fare FTP. ma allora perché ha tanto successo? perché è in italiano?

< fine post scritto giusto per fare un po' di partigianismo da cortile e sfrucugliare gli splinderiani >

ma che BR

Secondo me già ad avere la tolla di sostenere che le bombette sarde hanno matrice BR (le quali mi risulta non abbiano mai impiegato esplosivi e abbiano sempre e solo mirato a singole figure politiche) significa essere in dubbia fede, oltre che non proprio al massimo della lucidità.

Per non parlare poi della famosa matrice anarchica con la quale ce la menano da quando uno che più che essere anarchico era un suicida tentò di far saltare un qualche re. La storia della matrice anarchica per le bombe italiane ormai è una barzelletta per i servizi segreti di mezzo mondo, e a noi ancora ce la servono calda e fumante in TV.

Quello che mi fa incazzare però non sono i patetici annaspamenti governativi e ripescaggi di fantasmi del passato per coprire azioni "eversive" che molto probabilmente hanno origine diametralmente opposta, ma che il lettore e telespettatore italiano si beva ancora questi liquami disinformativi. E con gusto. Facendo schioccare le labbra in gesto di apprezzamento.

Cioè che il signor Esposito e la sciura Brambilla siano così orgogliosi della propria ignoranza politica, povertà di capacità analitiche, inadeguatezza al ragionamento indipendente da precipitarsi in strada, sugli autobus e nei negozi a ripetere parola per parola l'indignazione (pelosa) di Emilio Fede.

Esposito e Brambilla, ve lo meritate Pisanu. il problema è che ce lo fate ingugnare anche a noi.

banalità #1

Sospetto dei modesti, rispetto gli umili.

Sintonie #2

Gattofili, originalmente smarriti e serenamente ecoterroristi.

Sintonie #1

"Guardare la musica è completamente diverso dall'ascoltarla".

:)

02 ottobre 2003

Momenti di gloria

Ho vinto un biglietto per il concerto di David Sylvian, lunedì allo Smeraldo :) C'è qualcuno che ci va?

(ah, oggi in smau abbiamo incrociato il Confuso travestito da persona seria. Fate attenzione: i danni collaterali di una simile visione possono causare morte improvvisa, soprattutto dopo aver impiegato circa un'ora per ottenere l'accredito religiosamente richiesto un mese fa)

01 ottobre 2003

Un bit di spocchiosa serietà

Il mio Direttore Marketing (sì, anche i maestrini ne hanno uno) mi fa notare che avevo giurato di fare un post Pro ogni dieci Fuffa, almeno sotto Paura di Smau. Lo so che riciclare un articolo di due anni fa non è bello, ma è cambiato poco :)
E già che ci siamo, vi segnalo anche un mio seriosissimo pezzo sul web marketing e un'intervista in cui dico delle cose stranamente intelligenti.

E così sto a posto per trenta post :)

Una classificazione à la Wilde

Se rimane vero che l'unico metro di giudizio è la validità della scrittura, dopo aver sbirciato centinaia di blog personali mi viene divertente classificarli in base all'atteggiamento del loro autore:

- Io sono un'opera d'arte
- La mia vita è un'opera d'arte
- Io traggo opere d'arte dalla mia vita
- Io sono un'opera d'arte (e la vita è una merda)
- Io sono un'opera d'arte, la vità è una merda (e per questo ne distillo capolavori)
- Io sono una merda (e in quanto tale scrivo capolavori)
- Io sono una merda, la vita è una merda, tu che mi leggi sei un povero coglione

In media, i blog "opera d'arte" non hanno commenti, i blog "sonounammerda" sì. I blog con pretese tendono un po' a ignorare il lettore, spesso con una qual certa spocchia: l'ego impazza, lo sguardo latita.
Ottima scrittura spunta spesso, ma i temi restano troppo uguali a se stessi, anche nelle tastiere migliori. Da lettrice, direi che la forma vince sul contenuto.

Disclaimer paraculo: esclusi i presenti, i linkati, gli amici; ci saranno sicuramente eccezioni che ignoro o che non condivido; questo è un parere personale sui blog personali; non faccio esempi neanche dietro minaccia di un completino di pizzo Laperla di una taglia più piccola della mia.