Buon Ponte
Un diario dove cazzeggiamo annotando onori e orrori della vita su internet (e non solo), dal nostro osservatorio privilegiato di maestrini per caso.
Online il video del nuovo singolo di NAS, con un ritornellino tratto da Beethoven e cori di ragazzini, tra De La Soul e Soul to Soul.
E adesso che abbiamo il patrono, tutto andrà bene: basta troll, basta fregature, avremo la fila di clienti interessanti che finanziano progetti divertenti godendosela pure loro, flame allegre che finiscono davanti a un bicchiere di vino, il GCN ammette "ok, abbiamo scherzato, in effetti ci stiamo comportando come bot senza upgrade da troppo tempo", Metitieri sorride e paga da bere a tutti, Brontolo accarezza i bambini. Abbiamo il patrono, ragazzi, qualcuno da pregare quando butta male, ceri da accendere quando butta bene, medaglietta da regalare ai compagni di blog. Il patrono di Internet sembra che sia Don Giacomo Alberione, prete editore e giornalista (ma avrà avuto la Patente??) beatificato fresco fresco il 27 aprile. Un santo no, non ce lo meritavamo, nonostante i pedofili frequentino in equal modo i tratturi digitali e le parrocchie, ma siamo contenti istess', noi gente di rete siamo nerd di bocca buona, abituati a esser felici con poco: una connessione, fuffa fresca e regolare, una tastiera dal buon tocco.
Per il mio osservatorio sullo spam socialmente dannoso, non posso ignorare questa simpatica istigazione a drogarsi appena giuntami:
Appena fatto il test delle affinità su Blog Aggregator, e, a differenza del Mantellini che brontola lamentandosi che il test è rotto, direi proprio che funziona, visto il risultato ottenuto:
Giusto per tenerli tutti da una parte, mi sa che da oggi traduco e bloggo qui gli alert di J. Nielsen, sempre meno interessanti, ma comunque ottimi per forma (adoro le pillole di informazione) e autorevolezza. A volte mento ai clienti e dico "l'ha detto Nielsen", e loro assentono pure se è la mia ultima pensata partorita al momento*.
Visto che la critico sempre, avevo giurato a me stesso che avrei dato notizia del primo comportamento positivo ed encomiabile di Microsoft, e lo faccio.
Era un bel po' che non facevo un viaggio in autostrada, e la tratta rimini-milano mi è servita a capire senza ombra di dubbio una cosa: odio i fuoristrada. Soprattutto quei mostruosi orrori metropolitani chiamati SUV, ma anche tutti i fuoristrada e jeep e gipponi o anche le monovolume particolarmente grosse.E non solo per questioni ecologiche o di sicurezza (inquinano il 30% in più, vanno troppo forte e in caso di incidente sono letali), ma anche per una questione di arroganza simbolica.
Rallegrata da un giornale locale (cioè riminese) che ogni giorno titola con estro e comicità involontaria tutta provincial-romagnola (l'altroieri "Il Meteo fa del Terrorismo", ieri "Turisti: Sono Pochi e Non Spendono Molto"), la mia breve vacanza al quasi-mare si farà ricordare più che altro per un temporaneo abbandono della Zona (e questo per dire quanto le mie attività marinare siano eccitanti).
Niente bagno in mare, niente gita in campagna, però la mamma ha fatto la pasta al forno con le melanzane :)
Non ci sono stati santi: Natale senza la mamma, ok, "però vieni a Pasqua". E tra SARS, guerre e pestilenze non è in effetti un gran sacrificio rinunciare alla Thailandia o altre mete trendy e prendere l'Eurostar (nove ore di libri e relax) per tornare nel borgo natio, tra coccole, sole caldo e complimenti, e se continua così (il tempo) domani faccio il primo bagno a pasquetta, come quando ero gggiovane (ho vissuto qui fino ai 18 anni). Come ogni volta, tornare in questa città mi colpisce per i prezzi (un caffé 50/60 centesimi di euro, mezzo chilo di pasticceria mignon sei euro, una rosa un euro, ma quel fioraio lì "è carestoso, sei pazza?") e per gli sguardi degli uomini, soprattutto quelli anziani, che ti si mangiano con gli occhi e mormorano a mezza bocca frasi irripetibili. Affascinanti anche i residui di fiducia da piccolo paesino: Taranto cuba circa 300.000 abitanti, ma quando compri i pasticcini e la commessa ti dice "sei euro", tu vai alla cassa e dici "sei euro" e nessuno controlla, affascinante, vero? Pure dai Princi è così, a momenti te lo tatuano in fronte, lo scontrino.
Ieri sera in TV guardavo esterrefatto il comportamento molesto, aggressivo, sterilmente polemico e irritante di Carlo Rossella (direttore di quel gioiellino di alto giornalismo che è il trash magazine Panorama).
Ieri sera sgarro settimanale alla Zona per provare il Lucca di Via Panfilo Castaldi, ristorante tosco-francese abbastanza scic e pretenzioso. Il giudizio è neutro: così so cucinare anch'io, è molto bello mangiare in un ambiente elegante, specchi e lampadari e candele e non dover lavare i piatti dopo, ma ne vale la pena solo se paga qualcun altro :) (42 euro a testa primo-secondo di pesce e dolce) Inquietante e affascinante uno dei camerieri, che ha flirtato ai confini della realtà con il Manz offrendogli-negandogli-regalandogli una sigaretta, riuscendo immediatamente dopo a litigare con un altro commensale, con urla e abbandono di tavolo. Peccato che erano in un angolo, mi avrebbe divertito vedere la stessa scena al centro del locale.
Interessante articolo di Pat Bateman su "La vita ai tempi di The SIMS", che riprende anche i temi sociali da noi accennati in "pillola blu o pillola rossa?". Continua a esserci tantissimo snobismo e mancanza di curiosità nei confronti di chi gioca sul serio, ma per fortuna gli appassionati sembrano fregarsene. Si parla sempre troppo di shooter e di splatter, quando moltissimi giochi (soprattutto i MMORPG e i giochi di ruolo) richiedono un impegno e un'elasticità mentale e fisica che sconfina nella matematica pura :)
Sono mesi che Fassino si lamenta che di qualunque cosa faccia o dica, ai suoi elettori non va mai bene.
E' un po' che non si parla di globalizzazione e forse - f o r s e - anche i media e i politici hanno ormai digerito che il movimento new global (di cui mi sento parte integrante e convinta) non combatte la libera circolazione delle persone, idee e merci, ma solo le sue conseguenze peggiori: libera circolazione di armi, evasioni del fisco e dei diritti dei lavoratori. La dogana è forse il miglior simbolo della globalizzazione: ha una sua utilità, ma risulta alla fine un pesante limite per la libertà personale senza reale vantaggio per la comunità e senza costituire un reale deterrente per il crimine.
Odio con tutte le mie forze andare in bici quando c'è vento. Mi incazzo come se ce l'avesse con me.
Se Mozilla Rules, Phoenix non è da meno. E' online la versione 0.5 ("milestone", quindi l'equivalente di una beta avanzata in un progetto non giunto ancora alla prima versione ufficiale) di Phoenix, ovvero il browser open source basato su Mozilla che ha l'interessante caratteristica di essere molto leggero (6 mega zippati per lo scaricamento, 11 Mb una volta decompresso) e di girare da dentro la sua cartella senza bisogno di una vera e propria installazione. Il che lo rende perfetto per stare su un CD da viaggio ed essere rapidamente copiato su qualunque PC ci si trovi a lavorare (non so segiri direttamente da CD, ma non è da escludere).
Ah, questi vetero che guardano la vetrina e non la carta di credito: combattendo le commesse furbe e prepotenti io compio una profonda rivoluzione situazionista, orientata ad abbattere le barriere tra produzione e consumo, punto di transizione il taccheggio, punto di arrivo il saccheggio!! Come puoi non capirlo?
La rubrica Mystery Shopper di mafe è quanto di più snob e spandimerda abbia mai visto su un blog: fare shopping in boutique iperstronze è già una roba di cui vergognarsi, ma vantarsene pure pubblicamente è da esilio in Siberia. Ma tornerà la rivoluzione socialista un giorno, e allora le fashion victim avranno l'onore di poter ripavimentare la strada verso il sol dell'avvenir.
Passando da "draft" a "current" Blogger mi aveva cancellato il post precedente (e il mondo ne avrebbe sofferto). Grazie alla potente history di Mozilla l'ho recuperato, e i posteri sapranno tutto dei miei pomeriggi di shopping.
Poche balle: gli universi paralleli esistono, semplicemente perché non possono non esistere, e stanno a 10metri alla ventottesima di distanza da qui. D'altra parte l'abbiamo sempre sospettato.
Ho deciso di mettere la mia esperienza di cliente timida ed esigente al servizio delle masse: commesse prepotenti e maleducate, tremate, in negozio vi ho sorriso e ho sofferto, ma qui mi vendico :)
Faccio mia senza esitazione la campagna di Tequila: i 10 euro che (non) spenderemo per il libro della Mazzuccato, diamoli a Emergency.
Il resoconto di GionniPeppe che, a differenza di noi, era a BlogAge è abbastanza sconcertante.
Morto per morto, ieri sera me ne sono rimasta a casa e ho guardato CSI, la fantastica serie sui medici legali, una specie di ER dei morti. A Blog Age nel frattempo avveniva quello strano fenomeno per cui, ogni volta che si parla seriamente di qualcosa, invece di farla, si segnala agli appassionati che è tempo di passare avanti. Non sto cazzeggiando, e che io ci fossi o meno è decisamente poco importante: quello che mi preme è affermare un principio, giusto per annotarlo da qualche parte. Non leggo le interviste ai registi o agli scrittori. Adoro le biografie di chi è già morto, non di chi è vivo. Ieri sera è andata in scena la vera fuffa: blogger che parlano di qualcosa che, per sua natura, è vivo se viene usato, scritto, commentato, non "dibattuto". Mi sarebbe piaciuto stringere mani, sfiorare guance, scambiare battute, associare facce, ma facce e mani di persone, non di "blogger", intorno al tavolo di un ristorante, come ogni vero raduno che si rispetti e che abbia valore, quel valore umano per cui leggo i "diari autobiografici" di sconosciuti :)
Ecco, il commento di Stefano Porro mi ha tolto ogni dubbio residuo :)
Quando si è in missione per conto di Dio, come Bush, si salva una sola prigioniera: bianca, carina e proveniente da un paese che si chiama Palestine. E poi però ci si toglie qualche piccola soddisfazione: che voglia avevano di sparare contro i giornalisti in un albergo che si chiama - toh - Palestine?
La parola definitiva su Blog Age per noi l'ha scritta Marco di Blog.it. E' come se a un incontro sulle community spontanee si invitasse Atlantide, Digiland e Virgilio, invece di it.arti.cinema, Fabula e Woobinda :)
Sono tre o 4 giorni che qui a Tribook ci scotta in tasca un commento su questa questione che parrebbe annosa (vista da qui, solo noiosa) dei rapporti tra blog e giornalismo (machissene), e soprattutto su una certa deprimente istituzionalizzazione della blogosfera, e sulla sconfortante autoreferenzialità dei blog di chiara fama (oltre che del parlar sempre e solo del proprio lavoro, che guarda caso è sempre il giornalismo).
Ho trovato parecchio triste ieri vedere Fassino ricordare a Cofferati che è la Direzione del Partito "il luogo in cui le decisioni vengono assunte unitariamente". L'affermazione aveva lo scopo di accusare sottilmente Cofferati di rifiutare il confronto all'interno del partito portandolo invece sui media, ma a parte il tono sinistramente sovietico di quell'avverbio ("unitariamente": e se c'è dissenso che succede?), se io fossi ancora un elettore DS (non lo sono più da lungo tempo) mi sentirei genuinamente offeso.
Mafe dobbiamo mettere su i commenti: siamo ridicoli a star qui a arringare le folle senza feedback. Questa non è comunicazione su Internet: così senza dialogo sembra più una raccolta di editoriali per special people :-P
Comprar casa è una menata, soprattutto quando sei attaccata alla tua e qualunque altra ti sembra fredda e poco accogliente. E' una menata per i prezzi, per quella calamità naturale nota come "agente immobiliare", per il carico d'ansia che ti porti dietro tra ipoteche, notai e catasto. E poi c'è da andare a vederle, le case, attività che quando si è schiave di una fantasia malata come me basta un niente e sfocia nell'horror.
Audiblog chiude. Lo apprendo da Manteblog, che giustamente si rammarica del termine del servizio. Anch'io, però mi permetto un dubbio, che vorrei rivolgere a chi ha deciso la chiusura.
Sul numero 12 di Pubblicità Italia trovate "Aziende in ascolto", un approfondito e interessante dossier sulle community usate come strumento di marketing. A garanzia dell'utente
Non sopporto di asciugare le mani sotto il getto d'aria calda: ci vuole troppo tempo e il rumore è insopportabile.
Fottendosene della presunta maggiore consapevolezza del popolo di Internet rispetto a quello analogico, questo sondaggio di CoffeeCup dimostrerebbe (qui c'è il campione) che gli americani restano tuttora favorevoli alla guerra. E il 61% non è poco. Ma la cosa che mi fa veramente venire i brividi è il 24% che ha risposto sì a questa domanda. Chi l'ha detto che gli internauti sono più colti, liberal e generalmente meno coglioni della media? E soprattutto, perché mai dovrebbero esserlo? (secondo me c'entra anche che sono quasi tutti maschietti).
Tornando sul sito di Reporters Without Borders (o Sans Frontières per i francofoni) dopo molto tempo dall'ultima visita (occasione per farlo, un post di Weblogz) mi fa davvero un effetto straniante vedere nella schermata iniziale, sulla mappa della libertà d'informazione nel mondo, un'italietta piccola piccola che spicca in color grigio scuro, il colore dei "notevoli problemi per la libertà di informazione". In tre anni di governo, Berlusconi è riuscito a farsi condannare da Amnesty International per violazione dei diritti umani (Genova), a far finire l'Italia nella lista nera di Reporters Sans Frontières e addirittura a far ipotizzare all'Onu l'invio di una commissione di controllo in Italia, se non ricordo male sulla regolarità delle elezioni. Come diceva quel tale, saran coincidenze ma coincidono.
Lacrimoni e grandi risate ieri sera, al Paolo Grassi di Milano, con una grandissima Lella Costa catarrosa ma in splendida forma, "la voglia di palcoscenico supera la cattiva salute". Per raccontarvi lo spettacolo rubo le parole alla mia amica Barbara, che ha ben saputo sintetizzare l'emozione e la rabbia positiva di due ore e mezzo di monologo pro e contro, una rappresentazione della "vigile ripugnanza" di cui la Costa è una delle migliori espressioni italiane, a favore di chi pensa che si possano cambiare le cose, contro chi ci racconta da secoli che "la guerra e la prostituzione esistono da sempre e sempre esisteranno". Non un monologo di stampo televisivo, ma un vero spettacolo teatrale, forte di un'interprete dalla fisicità insospettabile ma anche di una regia creativa e capace (Vacis).
Register ha un articolo piuttosto interessante sull'effetto di Google sull'attribuzione di significati imprecisi alle parole, partendo da un blog americano che grazie a Google avrebbe snaturato il senso del neologismo "seconda superpotenza" (coniato con riferimento al movimento pacifista). Il pezzo fondamentalmente mette in discussione l'autorevolezza automatica attribuita dal PageRank di Google agli autori dei blog, semplicemente in virtù dei click e dei link.
Da ciclista urbana e da cinefila accanita non posso non linkare questo The Bicycle Film Festival, un bizzarro premio dedicato ai film "with a strong theme or character of bicycles". Le regole sono chiare: minimo un minuto, qualunque formato, qualunque genere. Non valgono i film con pochi minuti di scene di bici, anche se belle.
Ci vado a Blog Age? Non ci vado? Dico che vado e poi vado al cinema? Dico che vado al cinema e poi invece scendo nella cripta? Ci vado e dico a tutti che sono Selvaggia? Ci vado e dico a tutti che sono Mantellini? Guia, come mi vesto? Come mi comporto?
Non c'è niente da fare: per quanti sforzi facciano per dotarsi di modalità e forme di comunicazione umane (e ne stanno facendo), a Microsoft c'è sempre qualcuno che, preso da raptus aziendalista, riesce a rendersi ridicolo, sputtanando in tre minuti mesi di attenti sforzi di comunicazione dell'azienda. Cito: "We do view Google more and more as a competitor. We believe that we can provide consumers with a better product and a better user experience". Detto da uno che lavora a MSN, poi, è davvero comico. Segnalato da Slashdot.
...del marketing d'assalto si interessano ai blog. naturalmente ce l'aspettavamo tutti, ma leggere cose così, ammesse esplicitamente, mi dà parecchio fastidio:
Io sono un asso a dimenticarmi le fonti, ma sono sicuro di aver letto da qualche parte che c'è un piano di parecchie decine (centinaia?) di milioni di euro finanziato dalla comunità europea per la "riqualificazione" della Bovisa, storico quartiere operaio (ora postindustriale) milanese dove noi di Tribook abbiamo installato il nostro caldo nido. Che ce ne sia bisogno si può anche essere d'accordo: le mostruose fabbricone in disuso che io trovo tanto romantiche possono apparire fastidiose all'occhio del cittadino perbene, però il craxismo ha insegnato che quando metti una roba in mano agli architetti milanesi (e la sede del Politecnico è proprio qui dietro) sai come cominci ma non sai dove vai a finire, come dimostrano i famigerati pali della luce storti, probabilmente progettati sotto gli effetti di una notte di baldoria.
Insomma, io per la Bovisa ho paura. Che la dipingano color pastello. Che la riempiano di pali storti. Che la tappezzino di manifesti di Prada. Che si riempia di "Glamour Café". Sarò antimodernista, ma non voglio. |
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Doveva uscire venerdì, ma la nuova versione (1.4) di Mozilla (cioè IL browser) è già sul sito. Non gli si sta dietro. Gestione dei bookmark migliorata, scrolling liscio, nuovo filtro antispam (funziona!) e blocco dei pop-up migliorati, oltre 1000 minibug corretti. Corri corri in tutta fretta.
Era da immaginare che l'avrebbero fatta, ed era altrettanto prevedibile che avrebbe funzionato solo su Internet Explorer. Ma è possibile che Google e Blogger queste cose non riescano a svilupparle anche per Mozilla? Ci sarà una ragione tecnologica a me incomprensibile? Comunque la Blogbar è qui.
La tassonomia dei personaggi di Usenet si arricchisce: è in via di completamento la definizione precisa di "pirla brillante" e di "tennnico", e su it.cultura.cybersocietà scopro questo interessante thread sui net-kook.
E ora il momento dell'edutainment: per la serie "Storia dei Media", Slashdot segnala - e io doverosamente rimbalzo - questo Top 100 April Fool's Day Hoaxes of All Time
Ho deciso di mettere la mia esperienza di cliente timida ed esigente al servizio delle masse: commesse prepotenti e maleducate, tremate, in negozio vi ho sorriso e ho sofferto, ma qui mi vendico :)
Mi ispiro al post di Massimo su Dot Coma (soddisfazione per il servizio Amazon) per esprimere una sensazione, cioè che le cose con l'e-commerce italiano inizino a andare meglio. Tra ieri e oggi ho comprato su IBS (un libro sulla Zona: recapitato a Modena in poco più di 12 ore, con tutte le mail di conferma giuste e repentine) e su ePrice (un centinaio di CD, coi tempacci che corrono), che mi consente di ritirarli quasi subito in un punto vendita vicino a casa mia e senza spese di spedizione.
Su It Arti Cinema qualcuno scrive che lo spettacolo di Luttazzi è da non perdere. Ricordando quanto mi piaccia, mi fiondo a cercare il sito per vedere le date degli spettacoli a Milano. Su Google la ricerca riporta come primo risultato una pagina inattiva (http://www.danieleluttazzi.it/default.htm): probabilmente è stato cambiato il sito e spostata la home. Poco male. Decapitando l'URL a http://www.danieleluttazzi.it/, entro nel sito e m'incazzo subito. Dov'è la navigazione? Come faccio a trovare il programma e le date? E' mai possibile che ancora nel 2003 c'è qualcuno che mi deve far cliccare alla cieca per un quarto d'ora? E quegli splash inutili. La data non l'ho trovata, e finirà che mi dimentico e a teatro non ci vado. Complimentoni.
L'attizzatoio è notevole, ma il più bel pesce d'aprile quest'anno l'ha fatto Marco D'Itri con il post Creazione della gerarchia ot.*: una bella ironia sull'eccesso di off topic nei newsgroup, portata da diversi server di news.