Feticci
Dicembre 1987. Trascino un'enorme valigia rossa alla fermata della 54 per poi prendere il metrò per la stazione, nei miei percorsi complicati dei primi mesi a Milano. In cuffia, una voce cullante, una cassetta che Federica mi aveva mollato brusca come regalo di Natale, il primo ritorno a casa dopo tre mesi in collegio, con quella musica nuova a significare quant'ero diversa. Mi sembra impossibile abbandonare Milano e tutto risuona del freddo, degli alberi con la brina, nel mio delirio ancora adolescenziale la città mi culla, si scompone e si ricompone come quella voce e quella musica incredibile. A 18 anni non percepisci ancora bene i confini tra te e il mondo: tutto era per me, il traffico e il freddo e la fatica enfatizzavano il dolore di tornare a casa e sapere che lui era gia' con un'altra, ma quella musica straordinaria mi restituiva il piacere, il puro piacere di essere viva, di essere sola, di essere lontana da Taranto, di andarci per Natale, ok, ma con il biglietto di ritorno in tasca. Tutto era per me, anche Brilliant Trees.
Per me David Sylvian ha sempre cantato a colori: suoni lisergici ma senza ansia, un letargo felino, come farsi una canna all'lsd. E ieri sera David ha cantato a colori davvero, accompagnato da due schermi con immagini a tratti banali, ma sempre ipnotiche, a tratti molto belle, i cavi brulicanti di luci, le due meline dei powerbook a illuminare i volti timidi e sommessi dei tre artisti sul palco. Non so ricostruire la scaletta, molti pezzi nuovi, ai bis gridiamo titoli dei classici, ma è chiaro che è storia passata e ci salutiamo dopo due ore di carezze algide ma dritte al sangue. Come ha detto Chuck Palahniuk, niente è più affascinante e ignoto dell'interno del corpo umano: la voce e la musica di David Sylvian sono come una presa di ossigeno che circola felice per le tue vene, accarezzando le sinapsi e distendendo tutte le anse dell'intestino.
Un grazie a 2Night, che mi ha regalato il concerto: complimenti per la professionalità e la gentilezza, ottimo posto, alla prossima :)
Lo Smeraldo continua a non piacermi, però se hai le gambe lunghe, ricordati di prenotare il posto 14 di ogni fila, sfasato rispetto al resto, si vede anche benissimo.
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