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16 ottobre 2003

Duro da ammettere

Sono circa tredici anni che vago da sottoscale a lussuose sale riunioni ascoltando le persone più diverse che mi raccontano tutto di loro sperando che io seduca altri trasformando confusi e orgogliosi particolari in parole scritte di senso compiuto.

Ho fatto brochure per idraulici, multinazionali e negozi; scritto oroscopi per l'144 e discorsi di inaugurazione di nuove fabbriche; raccontato drammi sindacali, policy aziendali e matrimoni virtuali; composto lettere che volevano convincerti a comprare benedizioni divine, mutui a tasso agevolato o abbonamenti a riviste specializzate. Ho scritto spot pubblicitari, voci fuoricampo di documentari, cd-rom sull'euro e milioni di righe di chat (pagata per farlo: la cosa più vicina alla prostituzione).

Sono tredici anni che scrivo per conto terzi, e questa è la mia attività principale, anche se insieme ho fatto e faccio tante altre cose, tra cui scrivere (molto) per conto mio, ma adesso soprattutto progettare siti e i loro utilizzi. Ma sono tredici anni che cesello e taglio e allungo e accorcio e lavoro per quel mix di persuasiva semplicità e originalità linguistica, sangue e sudore per testi che nessuno leggerà mai veramente e che spesso mi fanno orrore.

E' duro da ammettere, ma mi piace da morire. Mi è sempre piaciuto. Mi piace scrivere, ma soprattutto mi piace ascoltare e scoprire le cose più strampalate, mi piace soprattutto lavorare per i piccoli imprenditori che amano visceralmente quello che fanno, anche se fanno blister per medicinali. So tante cose strane, perchè ho scritto di loro. E' come un puzzle ed è ogni volta diverso: mi lamento, sogno la fuga, ma comunicare per conto terzi a volte mi salva la vita (anche se mi rende difficilissimo comunicare me stessa, come ben sapete).

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