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11 giugno 2003

a ruthless thug

Oggi ho scoperto grazie a un servizio web (non ricordo più l'URL) che nel giorno che sono nato, al primo posto della top ten UK c'era un singolo dei Kinks. E non mi pare di potermi lamentare, ma nemmeno mi pare il caso di avventurarmi in un equilibrismo astrologico-musicale su cosa questo significhi, anche se naturalmente mi precipiterò a scaricarla e a leggerne il testo traendone oscuri quanto minacciose profezie.
Al primo posto della top ten USA invece c'era Strangers in the Night di Sinatra, il che istintivamente mi sta un po' più sulle palle. Gran voce e un pezzo che è oltre a essere spaventosamente ruffiano è anche, indubbiamente, un superstandard del crooning, certo. Ma da quando ho letto l'ultimo post di Christopher Locke sul suo blog non riesco più a vedere Sinatra con gli stessi occhi.
Perché diciamocelo, dice il buon Locke, il testo di My Way è veramente un concentrato di machismo egocentrico come pochi. Una specie di Califano globale.

Però il punto non era questo. Il punto era che imho un grande blogger - quale Locke è, sempre imho - non è che sta lì tutto il tempo a elaborare teorie sul blog come strumento di comunicazione di massa o a cercare di vendere la digital identity come fanno i suoi colleghi (quel reazionario di Eric Norlin ormai lo prenderei a calci nei denti) ma dà il suo meglio quando cazzeggia scrivendo delle proprie intuizioni in una prosa disarticolata e tagliente, che è a metà tra poesia, flusso libero di pensiero (cfr. stream of consciousness) e, beh, la voce del dj che vorrei avere a portata di frequenza quando navigo a notte fonda.

Grandi cose si possono imparare da grandi blogger: cercare ispirazioni e intuizioni altrove e non restare chiusi nel proprio circolino locale di amici sarebbe una buona cosa.
Fine della predica.
Sinatra was a ruthless thug.

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