Questo romanzo è come un blog
Mi ha colpito questa cosa, forse non mi so spiegare io (sicuro). Alla presentazione del libro della Pizia ho esordito con un azzardato parallelo tra romanzo e blog, così sintetizzato da Zitti al cinema.
"un romanzo non lo puoi leggere partendo dalla metà, non ci capisci niente. E lo stesso è per il blog."E no: io ho detto altro. Io ho detto che leggere un romanzo da metà è assai difficile, ma se l'autore è molto bravo ti fa venire comunque voglia di andare all'inizio e capire dove sei capitato.
Idem per un blog bello e personale: se è vero che, sempre come sintetizza Marquant, Eloisa ha detto: "non è vero! Un romanzo si basa su un progetto, un blog si costruisce giorno per giorno, ed è bello leggerne i singoli pezzetti, andare avanti e indietro, e così via". L'equivoco (o è un lapsus)? sta qui: per affezionarsi a un blog anche il lettore deve avere "un progetto": tornarci, fare un bookmark, blogrollarlo se ha un blog pure lui, ricostruire i pezzi. Non è difficile come iniziare un libro da metà, certo, ma è comunque impegnativo, e se è vero che un blog si può gustare anche per un post solo, è difficile dire di apprezzare un blog dove non si torna più, e se ci torni dopo un po' tu lettore (tu lettore, non tu autore) devi fare il tuo bravo lavoro di co-scrittura, colmare i vuoti, giocare d'intuizione, esserci, partecipare, partecipare.
Come scrive FalsoIdillio citando DeKerkhove "le nostre voci ... sono per coloro che co-rispondono, cioè per quelli che sono "toccati" dalle nostre parole e continuano a tornare".
Visto che mi sembra strano esser stata presa così alla lettera, viene il dubbio che l'accusa di ombellichismo spesso fatta ai blogger abbia un qualche fondo di verità, e che si legga molto meno di quanto si scrive... Sarebbe un peccato.
1 Commenti:
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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