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18 aprile 2003

Professionisti del Trolling

Ieri sera in TV guardavo esterrefatto il comportamento molesto, aggressivo, sterilmente polemico e irritante di Carlo Rossella (direttore di quel gioiellino di alto giornalismo che è il trash magazine Panorama).
Oltre a esserne istintivamente e umanamente repulso, c'era qualcosa che mi ronzava per la testa: dove ho già visto questo tipo umano? Sentivo che mi era molto familiare ma non riuscivo a identificarlo. Poi l'illuminazione: ma certo, è un troll.

E mi pare evidente che esiste una categoria di troll televisivi che sono lì principalmente per sviare il dibattito dai binari del sensato e comprensibile su quelli della polemica gratuita e del litigio basato su pregiudizi ideologici. Mi sembrano inoltre bravi a trolleggiare Giuliano Ferrara (con le sue semplificazioni di apparente buonsenso da bar), Klaus Davi (chi?), vari esponenti politici quali Vito, Schifani, Capezzone.
(Sono tutti di centrodestra, mi si dirà. Certo, e non vedo perché mai dovrei essere bipartisan).

Scopo del troll, in TV come su Usenet, è di creare confusione, alimentare le flame, e - utilizzando mezzi quali l'aggressione, i più beceri luoghi comuni, le emissioni vocali sopra la media e il paradosso provocatorio - impedire il ragionamento sensato e costruttivo.

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