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16 aprile 2003

Dogana, mon amour

E' un po' che non si parla di globalizzazione e forse - f o r s e - anche i media e i politici hanno ormai digerito che il movimento new global (di cui mi sento parte integrante e convinta) non combatte la libera circolazione delle persone, idee e merci, ma solo le sue conseguenze peggiori: libera circolazione di armi, evasioni del fisco e dei diritti dei lavoratori. La dogana è forse il miglior simbolo della globalizzazione: ha una sua utilità, ma risulta alla fine un pesante limite per la libertà personale senza reale vantaggio per la comunità e senza costituire un reale deterrente per il crimine.
Tanti giri di parole per arrivare a dire che i miei libri e dvd ordinati da Amazon il 6 FEBBRAIO mi sono arrivati IERI (15 aprile), non solo perché Amazon si è un pelo incasinata, non solo perché ho scelto la consegna più lenta (ed economica) che c'è, ma soprattutto perché sono stati fermati in dogana. Ora, io sono una cittadina ligia alle leggi, e se c'è da pagare pago, però da pagare c'erano la bellezza di 2.84 euro, che non credo arricchiscano il paese di cui porto con orgoglio la cittadinanza, anche perché tra lavoro, fax e spedizione credo che allo stato costino dieci volte tanto.
Non è solo il mese e passa di ritardo a infastidirmi e a dimostrarmi che questa istituzione medievale è ora che vada in soffitta: i benedetti 2.84 euro (su 71 dollari totali) li ho dovuti pagare con un vaglia (solo la parola impolvera) e la ricevuta della dogana è una roba che se oggi trovo cinque minuti la scansiono e la metto qui. Se fossi napoletana, la venderei a un giapponese per migliaia di euro come reperto borbonico, scritta a mano con scrittura borbonica, su quella carta pallidina giallina velina tipica di certi documenti (un po' stile catasto), tutto un fiorire di visto conforme e considerato conforme, timbri, registri e bollette.
Quattro anni fa in Francia mi sono sentita inferiore perché loro avevano i francobolli adesivi, oggi mi sento finita in Timeline di Chrichton, ostaggio di un paese tanto moderno e globalizzato nei modi quanto vetero nelle istituzioni.

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