Bovisa Bye Bye
Io sono un asso a dimenticarmi le fonti, ma sono sicuro di aver letto da qualche parte che c'è un piano di parecchie decine (centinaia?) di milioni di euro finanziato dalla comunità europea per la "riqualificazione" della Bovisa, storico quartiere operaio (ora postindustriale) milanese dove noi di Tribook abbiamo installato il nostro caldo nido. Che ce ne sia bisogno si può anche essere d'accordo: le mostruose fabbricone in disuso che io trovo tanto romantiche possono apparire fastidiose all'occhio del cittadino perbene, però il craxismo ha insegnato che quando metti una roba in mano agli architetti milanesi (e la sede del Politecnico è proprio qui dietro) sai come cominci ma non sai dove vai a finire, come dimostrano i famigerati pali della luce storti, probabilmente progettati sotto gli effetti di una notte di baldoria.
Insomma, io per la Bovisa ho paura. Che la dipingano color pastello. Che la riempiano di pali storti. Che la tappezzino di manifesti di Prada. Che si riempia di "Glamour Café". Sarò antimodernista, ma non voglio. |
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